Bergamo promuove il tennis Il dietro le quinte del torneo
Si è conclusa domenica 15 febbraio la decima edizione del Trofeo di tennis FAIP-Perrel, l’Atp Challenger di Bergamo. In una cornice di grande pubblico (circa 3mila le persone presenti al PalaNorda), a partire dalle 15 si è svolta la grande festa di fine torneo, in cui, tra momenti di allegria e altri di riflessione ed esibizioni canore, sono stati ripercorsi i 10 anni di vita dell’evento, in grado di portare il grande tennis nel capoluogo orobico. Poi, dalle 17 circa, la parola è passata al campo, dove Benoit Paire e il kazako Aleksandr Nedovyesov hanno dato vita a un match bello e godibile, vinto dal campione francese. La tige, ovvero il gambo, soprannome di Paire data la sua corporatura smilza nonostante l’altezza, ha dimostrato di essere ancora un giocatore di tutto rispetto, di essere il tennista che appena un anno e mezzo fa si era issato al 24esimo posto della classifica mondiale, prima che una serie di infortuni lo costringesse a praticamente un anno di inattività. Ora riparte da Bergamo, dai 6.150 euro di montepremi finali intascati, dalla posizione 120 circa della classifica mondiale e dal caloroso applauso ricevuto dal pubblico bergamasco, che anche quest’anno ha potuto godersi le gesta di un campione della racchetta.
[La premiazione di Benoit Paire - Ph. Milesi-Rota]
I numeri vincenti di un successo. Inutile negare che prima dell’avvio del torneo qualche preoccupazione c’era tra gli organizzatori: seppur il livello medio di questa edizione fosse decisamente alto, anche rispetto al passato, con giocatori mediamente intorno alla posizione 150 della classifica mondiale, l’assenza di un nome azzurro di spicco tra la rosa dei partecipanti rischiava di attrarre meno pubblico. Il direttore del torneo, Marco Fermi, ammette infatti di aver tentato fino all’ultimo di portare a Bergamo o Andreas Seppi o Simone Bolelli, rispettivamente numero 2 e 3 del tennis italiano, ma di non esserci riuscito a causa della concomitanza del torneo bergamasco con l’Atp di Rotterdam, di più alto livello. Alla fine, però, i numeri raccontano di un’edizione decisamente soddisfacente: in totale si è sfondato il muro dei 22mila spettatori durante l’arco del torneo al PalaNorda, tra cui 4mila giovani della scuole della città e della Provincia. L’ennesima dimostrazione di come il tennis, a Bergamo, piaccia eccome.
[Un gruppo di studenti presenti al PalaNorda - Ph. Milesi-Rota]
I primi a credere in questo torneo, sin dal 2006, sono stati gli organizzatori, ovvero il presidente della Olme Sport, Gabriele Merelli, e il direttore della manifestazione, Marco Fermi, che hanno voluto sin da subito offrire lo spettacolo del tennis che conta a Bergamo in maniera assolutamente gratuita: anche quest’anno, infatti, non bisognava tirare fuori un euro per assistere ai match. Il challenger, con un montepremi totale di 42.500 euro, si basa solamente sul supporto degli sponsor: una sessantina in totale, ma su tutti i principali FAIP e Perrel, che dopo un primo triennio hanno deciso di rinnovare per altri tre anni (fino al 2017 almeno) la loro collaborazione, abbinando i nomi delle due aziende bergamasche a quello del torneo. In questo modo, come dichiara Fermi, si è potuto dare vita ad un evento dall’organizzazione impeccabile, costato circa 220mila euro. Una cifra non da poco per questo tipo di tornei, anche se Bergamo resta, in questo modo, tra i migliori al mondo di categoria.
Aleksandr Nedovyesov, secondo classificato del torneo, esulta per un punto - Ph. Milesi/Rota.
Benoit Paire, vincitore del torneo, in azione - Ph. Milesi/Rota.
Illya Marchenko in azione nella semifinale persa contro Nedovyesov - Ph. Milesi/Rota.
Jurgen Zopp, semifinalista del torneo, in azione nel match perso contro Paire - Ph. Milesi/Rota.
I segreti del successo. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza una perfetta macchina organizzativa, fatta di persone che hanno messo impegno, dedizione e tempo al servizio dell’iniziativa. Come ad esempio i 20 volontari che hanno fatto da autisti ufficiali del torneo: con gli 8 mezzi messi a disposizione dalla Olme Sport (4 auto e 4 pulimini), gli autisti hanno macinato chilometri per accompagnare i giocatori dagli hotel in cui alloggiavano (ovvero lo StarHotels e il Mercure) ai campi da gioco e ritorno. I 32 tennisti entrati nella rosa del tabellone ufficiale hanno beneficiato anche di 5 giorni pagati agli alberghi, oltre a tre giorni aggiuntivi per chi avesse raggiunto semifinali e finali.
[Il sorriso di alcuni giovani raccattapalle - Ph. Milesi/Rota]
Una delle immagini più belle del torneo è rappresentata certamente dai sorrisi dei 125 bambini e ragazzini che hanno potuto partecipare attivamente al torneo nel ruolo di raccattapalle. A supervisionare la loro attività la maestra di tennis Cinzia Fabiani, responsabile delle scuole di Albano Sant’Alessandro e Martinengo, che anche quest’anno ha invitato tutte le scuole tennis della città e di provincia a far partecipare i loro allievi. In tanti ragazzini avevano già partecipato all’iniziativa, ma per le piccole “matricole” è stato anche organizzato un mini-corso, teso a spiegare come comportarsi sui campi da gioco vicino ai campioni della racchetta. L’età media dei raccattapalle era di 10 anni, tra qualcuno più grande e qualcun altro un po’ più piccolo. Ogni bambino ha dato la disponibilità per tre giorni a settimana: una mattina, un pomeriggio e una sera. Inutile dire la gioia dei piccoli quando hanno saputo che potevano saltare un giorno di scuola per assistere da protagonisti allo sport che tanto amano. Parlando di protagonisti silenti, che hanno operato dietro le quinte, non si possono dimenticare gli incordatori, che in una settimana hanno messo a disposizione dei tennisti oltre 200 racchette perfettamente incordate, e i fotografi ufficiali del torneo, Antonio Milesi e Mario Rota, sempre pronti a immortalare i momenti più importanti. Sono oltre 8mila gli scatti realizzati e svariate ore passate dietro l’obiettivo e sui pc.
[Migliaia anche le bottigliette di acqua fornite dagli sponsor - Ph. Milesi/Rota]
Gli importanti numeri di contorno. Fondamentali anche gli sponsor che hanno messo a disposizione del torneo il materiale necessario: Cisalfa, sponsor tecnico del challenger orobico, ha fornito 2.500 palline, mentre oltre mille sono le bottigliette d’acqua consumate ogni giorno del torneo, per un totale di circa 10mila. Per chi ha avuto la fortuna di poter passare per l’area ospitality della Tribuna centrale del PalaNorda, non si può dimenticare di nominare la Pizza Alta del Luca di Redona, che ogni sera ha messo a disposizione del pubblico e del torneo pizze di ogni gusto e farcitura. Uno spuntino gustosamente bagnato dalle birre artigianali del micro-birrificio Dom Byron di Clusone, che aveva anche uno stand all’interno del palazzetto: in 600 persone, circa, hanno assaggiato il gusto particolare di queste birre.
Come ogni torneo che si rispetti, anche quello di Bergamo presentava lo stand dei “gentili omaggi” agli spettatori: la Graant Promozioni ha offerto beni di ogni tipo e ogni genere. Che naturalmente, essendo gratis, sono andati a ruba. Più o meno è stata regalata merce per un ammontare compreso tra i 7mila e i 9mila euro. Tra tanti sponsor, ha trovato il suo spazio anche la beneficenza: per la prima volta nei 10 anni del torneo era presenta anche un stand della Lilt (Lega italiana lotta ai tumori), che ha riscontrato una buona partecipazione, con una raccolta di circa 600 euro in donazioni.
L’anima sorridente del torneo. Caratteristica fondamentale del torneo di Bergamo però, sin dalla sua nascita nel 2006, è l’animazione che accompagna ogni match e ogni istante delle giornate di gioco. Anche quest’anno questo ruolo importantissimo è stato assegnato alla AnimaVera, azienda di Grosseto specializzata nel settore dell’animazione, e che attraverso lo speaker Pako Carlucci è stata in grado di intrattenere il pubblico, regalando molti sorrisi e facendo dimenticare il significato della parola noia. Motivo di questa lunga e soddisfacente collaborazione risiede nel nome di Maurizio Zamboni, direttore operativo di AnimaVera dal 2005 ma bergamasco di nascita e appassionato di tennis.
[Ph. Milesi/Rota]
La decima edizione del Trofeo FAIP-Perrel si è dunque chiusa con la consapevolezza di aver offerto, anche quest’anno, uno spettacolo di livello alla città di Bergamo. Sia sul campo da gioco, sia fuori da esso, tra intrattenimento ed eventi di contorno. Lo stesso Banoit Paire, vincitore del torneo, è rimasto piacevolmente colpito dal challenger orobico, che ha giocato per la prima volta in carriera: «Per me è stato meraviglioso, non avevo mai visto una folla del genere in un challenger – ha dichiarato il francese dopo la vittoria –. Per questo ci tenevo molto a vincere, anche per tutto lo staff e l'organizzazione. Sono stati straordinari». Una bella soddisfazione per la nostra città e un arrivederci a tutto il pubblico. Un gioioso arrivederci.