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Caro riscaldamento, torna in auge la “stüa a lègna” (ma niente “mödande de lana”)

C’è addirittura chi favoleggia di riesumare “ol prét e la mònega”, l’intelaiatura di legno a forma di dondolo e il braciere pieno di brasca al suo interno

Caro riscaldamento, torna in auge la “stüa a lègna” (ma niente “mödande de lana”)
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di Ezio Foresti

Si sta avvicinando l’inverno e, a giudicare dal perdurare della situazione internazionale, c’è il rischio che sia una brutta stagione, se non altro dal punto di vista dei consumi. Chi vive in edifici di classe A forse riuscirà a contenere costi e problemi, ma chi risiede in abitazioni più vecchie e meno efficienti dovrà molto probabilmente procedere a la ègia, cioè ricorrere a sistemi che pensavamo appartenessero solo al passato.

Sta riscuotendo nuovo interesse la stüa a lègna, almeno nelle zone in cui è possibile usarla. Così molti di noi hanno rispolverato gli attrezzi come la rasga, la sgür e i chignöi per tagliarla, spaccarla e suddividere i ceppi, sòch, in pezzi più piccoli.

Chi non può utilizzare questa fonte di calore deve per necessità ricorrere ad altri espedienti, come mèt sö ü magliù ’n piö, o indossare calsì e mödande de lana. Sicuramente sul letto ci vorrà come minimo la prepónta, anche nella sua versione più moderna, il piumino.

C’è addirittura chi immagina di far tornare in auge ol prét e la mònega, l’intelaiatura di legno a forma di dondolo e il braciere pieno di brasca al suo interno, che servivano a scaldare i lensöi prima di affrontare ol frècc fò per ol lècc.

È difficile che si arrivi a questi estremi, ma l’occasione è buona per riportare alla luce antiche conoscenze. Si disquisisce, per esempio, sulla bontà delle diverse tipologie di combustibile, perché la lègna l’è mia töta stèssa. La peghéra, l’abete rosso che una volta si chiamava pezzo, a l’se ‘mpìa a la svèlta, ed è quindi prezioso in fase di accensione.

Non altrettanto si può dire, però, della durata. Per questo ci vogliono nus, fó, rùer e castègna. Naturalmente prima di usarla la legna deve riposare per uno o due anni, per pèrd ol ömed, perché la lègna érda la fà dóma föm. Ma a tutto questo ci penseremo più avanti. Adesso godiamoci gli ultimi scampoli d’estate.

*in memoria

Commenti
Cristina

Uso la stufa a legna da tanti anni, un caldo unico e ineguagliabile!

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