Una serata divertente

Il raduno per single all’Esselunga Ci siamo infiltrati per raccontarvelo

Il raduno per single all’Esselunga Ci siamo infiltrati per raccontarvelo
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Ore 18.20, suona il telefono. È il direttore: «Allora, devi andare all’Esselunga di Curno. C’è un raduno per single nato su Facebook». Accampo scuse, tipo che una fidanzata già ce l’avrei. Ma alla fine cedo: uno, perché se ti chiama il direttore tendenzialmente fai come ti dice; due, perché un po’ di curiosità c’era. Avevo sentito parlare della cosa e anche se non le avevo dato particolare peso, ammetto che l’idea di “infiltrarmi” mi piaceva. Armato di sana obiettività e un vestiario che, pensavo, facesse molto agente sotto copertura, mi reco al parcheggio del supermarket.

 

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18.35, con ampio anticipo osservo dal finestrino della mia auto cosa accade. Noto un paio di gruppetti di ragazzi che fumano fuori dall’ingresso. Suppongo siano i primi partecipanti dell’evento. L’appuntamento è fissato alle 19, così intanto spio la pagina dell’evento su Facebook. Vedo che hanno detto “parteciperò” quasi 1.200 persone. Dubito parteciperanno tutti. Nonostante ciò, quando rialzo lo sguardo verso l’ingresso dell’Esselunga, rimango stupito da come, in pochi minuti, si siano moltiplicati i presenti.

 

18.54, esco dall’auto e mi avvio. I più timidi sono ancora fuori, sigarette in mano, sorrisi tirati e sguardi vispi. Stanno cercando di capire se, effettivamente, la caccia possa andare a buon fine. Sono principalmente giovani, tra i 20 e i 30 anni, soprattutto uomini. Entrando, invece, noto che gli over 30 sono lanciatissimi: carrelli e cestelli in mano sono già alla ricerca di qualche preda. Vedo anche le prime donne, sulla quarantina, aggirarsi con fare circospetto nel reparto verdura.

 

19.03, l’evento è ufficialmente cominciato. E si vede: tantissimi uomini, evidentemente senza alcuna intenzione di comprare qualcosa, si aggirano per le corsie buttando lo sguardo di qua e di là. Su Facebook gli organizzatori dell’evento avevano chiesto ai partecipanti uomini di farsi riconoscere legando un fazzolettino bianco al carrello o al cestello, ma non tutti hanno seguito la dritta. Le donne, invece, avrebbero dovuto usare un rossetto rosso accesso, o comunque qualcosa di rosso. Alzando gli occhi da dei bellissimi peperoni mi rendo conto che anche le donne a caccia non sono poche. Una signora oltre i 40 aveva probabilmente paura di essere scambiata per una normale casalinga alle prese con la spesa serale: è vestita completamente di rosso, dal cappello alle scarpe. Come lei ci sono un altro paio di donne non più giovanissime abbondantemente vestite di rosso. Un messaggio chiaro alla fauna maschile: noi siamo qui, che aspettate?

 

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19.10, torno fuori e mi pare di essere in Borgo Santa Caterina il venerdì sera. Anzi, c’è più gente qui che là. Tanti parlano, si salutano, si scambiano due parole prima di entrare. Il tizio che sistema i carrelli osserva la ressa, scuote la testa e se la ghigna.

 

19.15, sono uscito ed entrato già una decina di volte. Ho notato che gli addetti dell’Esselunga mi hanno osservato con uno sguardo di rimprovero. Capisco che l’agente sotto copertura non sarà mai il mio mestiere. Decido di comprare qualcosa per tranquillizzarli, peccato che i cestelli siano finiti. In giro molti uomini vagano con i loro cestelli in mano, vuoti. Vedo che, rispetto a poco prima, ci sono anche molte più donne. Alcune con piccolissimi particolari rossi, altre invece danno quasi fastidio agli occhi per tanto rosso hanno addosso. Le più giovani sono nella prima categoria: fanno finta di essere capitate lì per caso, ma intanto si fermano a parlare con uomini che partecipano all’evento. Faccio due calcoli. Sicuramente almeno 150 persone sono all’Esselunga per l’evento. Non mi aspettavo una partecipazione così massiccia.

 

19.20, anche il personale Esselunga pare divertito. Un tipo che sistema i carrelli è fermo a parlare con un collega. Ridono e indicano. Una coppia, invece, si ferma a parlare con una addetta che stava sistemando della merce su uno scaffale. È preparatissima: racconta alla coppia, per filo e per segno, quello che sta accadendo. Lui è divertito, la donna annoiata. L’uomo spiega che è passato a prendere lei per portarla a un evento di cui aveva sentito parlare. L’addetta Esselunga se la ride; la donna, invece, ha la faccia di chi si sarebbe aspettata un altro tipo di evento.

 

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19.25, ci sono anche persone lì semplicemente perché devono fare la spesa. Indisturbate, girano per le corsie, notando con un po’ di disappunto l’insolita ressa. Non sanno che, casualmente, sono state catapultate in una sorta di Ibiza made in Bergamo. Intanto un uomo, con fazzolettino d’ordinanza al carrello, si avvicina a una tipa carina dai capelli rosso intenso. Lui fa il brillane, lei lo guarda come si guarda un maniaco. Pochi secondi e il tizio, sulla trentina, si rende conto di aver fatto una gaffe. Scusandosi si allontana, mentre lei lo osserva sbalordita.

Per non dare troppo nell’occhio decido di comprare un osso per il mio cane. Tra le corsie noto che si sono già formate alcune coppiette. Ridacchiano e fanno conoscenza. Avvicinandomi di soppiatto a una di loro, facendo finta di essere interessato a un deodorante che non lascia macchie (cosa mi tocca fare), ascolto: lei sta dicendo che «è ridicola questa cosa, sono venuta solo per curiosità», lui ribatte dandole ovviamente ragione e poi chiedendole il numero di telefono. Lei accetta. Già, proprio ridicola, solo curiosità.

 

19.30, una coppia un po’ in là con gli anni si avvicina a tre ragazze per sapere cosa sta succedendo, il perché di tanta gente. Queste spiegano loro la cosa, un pochino imbarazzate. Alla fine, allontanatasi la coppia, le tre ragazze decidono di dividersi. Una di loro, però, si accorge di non aver nulla di rosso addosso. Decide di prendere in mano una scatola di pelati e tenerla in mano, bene in vista. Se le donne vagano, i più goffi sono gli uomini. Per la maggior parte pare abbiano deciso di presidiare una zona: chi il reparto alcolici (i più svegli), chi il reparto detersivi (ma perché?), chi vaga facendo finta di essere interessato a degli inutili tappetini per la casa. I reparti più affollati, però, sono quelli solitamente meno battuti dell’Esselunga, dove vendono ad esempio spazzolini, dentifrici e cose di questo tipo. Faccio un altro giro e vedo che il bar è affollato come neppure la Marianna la domenica mattina. Una cassiera ride, incomprensibilmente euforica, con una collega. Vedo che non ha la fede e mi spiego l’euforia. Sì, aveva il rossetto rosso Ferrari.

L’ambiente è allegro, mette il buon umore. La gente parla, chiacchiera, sorride. C’è chi si fa un selfie nel reparto surgelati. Molti parlano dei programmi per la serata, tentando di organizzare una pizzata o anche solo una bevuta con i nuovi amici, altri declinano gli inviti spiegando che hanno da fare e si comprano delle lasagne da scaldare nel microonde. Anche il personale dell’Esselunga è coinvolto, tra commessi e commesse che chiacchierano con i presenti. Magari pure loro sono in cerca di fortuna. Un addetto si avvicina a una donna vestita in maniera discutibile e sferra l’attacco: dopo qualche minuto torna dai suoi colleghi con un sorriso a 32 denti e una nuova “amica” su Facebook.

 

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19.50, l’Esselunga di Curno è diventato il locale più "in" della città. Incredibile il numero di persone presenti, il bar è letteralmente preso d’assalto. Prendo nota: se un giorno dovessi decidere di aprire un locale, organizzerò sicuramente eventi per single se sono questi i risultati. Anche le persone che dovevano soltanto fare la spesa, una volta ritrovatesi in mezzo a questo mare di gente e di buon umore, iniziano a parlare con persone a caso. Nei reparti ci sono ancora tanti uomini che si aggirano con aria furtiva, cestello vuoto in mano. Potevano lasciarlo a me, visto che alla fine ne ho approfittato per una spesa veloce, qualche surgelato e via. Facendo finta di niente mi avvicino a un gruppetto di dipendenti dell’Esselunga e origlio. Stanno parlando dell’evento, di quel che accadrà dopo. Uno dice che andranno tutti a mangiare una pizza. Mi rendo conto che la cosa è diventata leggenda. Tra qualche anno ci sarà gente che racconterà questa serata con dolce nostalgia.

 

19.55, faccio la coda alla cassa e pago l’osso del cane e le cibarie di necessità comprate. Finalmente torno fuori e mi rendo conto che per arrivare alla mia auto dovrò farmi spazio a spallate tanta gente c’è. Una ragazzina di 16 anni guarda la mamma stupita e dice: «Wow! Sembra di essere in discoteca!». Lì fuori tutti parlano tra loro, si raccontano le loro vite. Gli uomini più audaci invitano le donne fuori a cena o a bere qualcosa. Queste nicchiano, non sono convinte (per ora). Mi lascio andare ad alcuni pensieri. È un peccato aver organizzato quest’evento il lunedì sera. Ok, è San Faustino, festa dei single, ma il lunedì sera è una pessima serata per incontrarsi: la settimana è appena ricominciata, siamo stanchi e il giorno dopo si torna a lavoro. Eppure, a vedere tutti quei partecipanti all’evento, non posso che ricredermi.

 

20.03, l’interno dell’Esselunga inizia lentamente a svuotarsi, ma la masse s’è trasferita tutta al bar. Sono lì, con i baristi che si fregano le mani. Noto un paio di donne sulla trentina lanciatissime. Pare che se non trovano l’uomo della loro vita stasera non lo troveranno mai più. Saltano da un gruppetto all’altro a bordo dei loro tacchi rossi, attaccando bottone con ogni essere maschile respirante. Qualcuno, intanto, inizia a salutare, ma la maggior parte rimane.

 

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20.30, tra gli scaffali si aggirano ancora dei duri a morire. La maggior parte dei partecipanti all’evento, però, ha fatto conoscenza con altra gente e chiacchiera amabilmente. Nel bar si fanno programmi per la serata: c’è chi propone una pizza tutti insieme, chi invece chiede alla signorina appena conosciuta se le andrebbe di bere qualcosa in un «localino molto carino gestito da un mio amico».

 

20.45, l’evento sta per concludersi, sono gli ultimi momenti di caccia. Un uomo sulla cinquantina si avvicina a una donna nel parcheggio. Si presentano, due parole. Lui ci prova spudoratamente. Lei arrossisce, accampa scuse circa la sua presenza lì («Sai, ho sbagliato strada», «No, ma io ho accompagnato una mia amica»), scuse a cui lui ribatte con scuse ancora più ridicole. Caso antropologico affascinante. Alla fine lui si lancia: seratina insieme? Lei rilancia con una pizza con anche la sua amica. Lui propone qualcosa di più intimo e le chiede il numero. Lei, manco le avesse chiesto le chiavi di casa, risponde con un secco no e si dirige verso la macchina. Lui, comunque, la saluta con un «ciao bella» che gli rende onore.

 

20.50, sono rimasti i più giovani e quindi l’effetto discoteca risulta ancora più marcato. I sorrisi degli addetti si sono trasformati in volti tirati: mancano 10 minuti alla chiusura e dentro c’è ancora gente. Finalmente anche alcuni giovani si dirigono alle auto. Uno si lamenta di aver conosciuto solo ragazze brutte. Alcune signore che hanno fatto semplicemente la spesa hanno le stesse facce di chi è scampato ad un attentato. Non si capacitano di ciò a cui hanno assistito.

 

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20.55, si spengono le prime luci. Un folto gruppi di ragazzi (e qualche ragazza) chiacchiera nel parcheggio. Ridono, scherzano, si scambiano i numeri di telefono. Torno un attimo dentro l’Esselunga e vedo gli addetti alla sicurezza che, con poca delicatezza, spiegano ai clienti ancora alle prese con carrelli e cestelli che è ora di andare. Quando una guardia urla che è ora di chiusura, parte un applauso dal gruppo di partecipanti all’evento che staziona davanti all’ingresso. Quattro uomini sui 35 anni fanno il conto di quante ragazze hanno conosciuto, poi fanno battute così scontate che mi pare di essere tra il pubblico di Colorado. Due tizi un po’ in là con gli anni commentano che è bello vedere dei giovani che hanno preferito il faccia a faccia rispetto agli incontri in chat. Poi si scambiano i contatti Facebook e si fanno un selfie. Noto, a qualche metro di distanza da me, un signore in auto che sta facendo salire a bordo una signora agghindata di tutto punto (e di tutto rosso). Lei urla: «Se non mi tocchi non salgo eh!». Resto allibito, attorno a me invece partono le risate.

 

21.16, sono nella mia auto, praticamente l’ultima rimasta in tutto il parcheggio. Sono, allo stesso tempo, scioccato e divertito, spiazzato e stupefatto. Un evento nato quasi per scherzo si è trasformato in un successo incredibile. E non è un’esagerazione: io ci sono stato, sono stato lì, ho visto. Minimo 150 persone hanno preso parte all’incontro e quasi tutti si sono divertiti. Non so se sono nati degli amori, se qualcuno, quella notte, si sarebbe divertito, se altri semplicemente hanno fatto nuove amicizie. So, però, che è stato qualcosa di bello. È stata per tutti una serata nuova, divertente, piacevole, simpatica e originale. Prendo il cellulare, chiamo il direttore. Mi chiede se ho incontrato qualche bella ragazza. Gli ripeto che sarei fidanzato e lui sbuffa. Gli prometto il pezzo per la mattina dopo, poi corro verso casa. I surgelati mi si stavano scongelando in macchina.

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