Si sogna un tempio nerazzurro...

Cos'ha in mente il Comune per lo stadio che verrà

Cos'ha in mente il Comune per lo stadio che verrà
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Si parla di calcio, ma non solo. Perché Bergamo, nel giro di qualche anno, potrebbe cambiare faccia. E i passi di questo rinnovamento si stanno muovendo già oggi. Il Comune di Bergamo, infatti, dopo aver brillantemente messo in cantiere le riqualificazioni della Montelungo e degli ex Riuniti, si sta concentrando su un altro storico immobile comunale: lo stadio. Se ne parla da anni, ma di passi avanti ne erano stati fatti pochi, fino a quando la Giunta Gori non ha annunciato di voler cedere l'impianto. Una rivoluzione, non soltanto per la città. Se infatti l'Atalanta dovesse vincere il bando che sarà lanciato da Palazzo Frizzoni in ottobre, si tratterebbe della prima società di Serie A ad aver acquistato uno stadio dal Comune, aprendo così le porte a un possibile rinnovamento per tutto il calcio nostrano. In gioco, quindi, c'è molto più di un pallone.

 

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La stima e le critiche "nerazzurre". Ad aprile il primo passo ufficiale: la Avalon Consulting di Milano, società incaricata dal Comune, ha stimato il valore dell'immobile. La base economica per l'acquisto della struttura è di 7,5 milioni di euro circa. Da questa cifra si parte. Una volta fissato il prezzo, Palazzo Frizzoni ha quindi potuto intraprendere il cammino verso la creazione di una gara pubblica (dunque aperta a tutti gli interessati) per assegnare lo stadio al miglior offerente. Ed eccoci così alla scorsa settimana, quando la Giunta Gori ha studiato una variante urbanistica necessaria per poter procedere. Sì, perché il Pgt attualmente in vigore, promosso dalla precedente Giunta Tentorio, prevedeva ancora la creazione di un "villaggio dello sport", con tanto di stadio, fuori dai confini cittadini, a Grumello. Un progetto in realtà mai realmente decollato. Attraverso la creazione di un'apposita categoria, il «terziario sportivo», Gori e il suo team hanno compiuto il primo passo affinché si possa alienare lo stadio. La variante urbanistica è stata poi approvata dal Consiglio comunale lunedì 18 luglio, non senza polemiche. Tra tutte, proprio quella dell'ex sindaco Tentorio, il quale ha definito «una sconfitta» la decisione di tenere lo stadio in città. L'ex primo cittadino ha poi aggiunto: «La perizia di Avalon stima un valore di 7 milioni per lo stadio: è pochissimo e all’Atalanta verrebbero scontati i lavori del 2015. Questa valorizzazione è troppo nerazzurra».

Cos'ha in mente il Comune per il nuovo stadio. La principale critica mossa dalle opposizioni al progetto stadio del Comune, infatti, è quella di stare delineando un bando su misura per l'Atalanta, mentre la gara pubblica sarà aperta a tutti. E nonostante voci (francamente poco credibili) che vorrebbe una fantomatica cordata di imprenditori interessati all'acquisto dell'impianto, diventa difficile immaginare per lo stadio di Bergamo un acquirente diverso dall'Atalanta, ovvero l'unica squadra della città. Per capire i motivi delle critiche, però, bisogna analizzare ciò che ha in mente il Comune per il futuro dello stadio. Si parla di 16.500 metri quadrati di superficie lorda in quell'area. Le superfici sportive attualmente esistenti verranno confermate, ma si aggiungeranno i 1.500 mq circa situati sotto la Tribuna Creberg e i 2.200 circa sotto la Tribuna d'Onore. Questi saranno adibiti a spazi commerciali, a cui si aggiungeranno altri 2mila mq, ovvero gli ipotetici spazi che nasceranno dal rifacimento delle Curve. Di fatto, dunque, aumenterà la superficie ma non la volumetria: ciò significa che lo stadio, in termini di spazio occupato, non si allargherà. A questi spazi bisognerà poi aggiunger altri 2mila mq che saranno obbligatoriamente finalizzati all'uso dello stadio, ovvero alla realizzazione degli spogliatoi, di una palestra, della sala stampa e così via. Il Comune, infatti, ritiene vergognoso lo stato in cui versano attualmente questi spazi e vuole che il futuro proprietario si impegni a realizzarne di nuovi di ottima qualità.

 

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Parola d'ordine: riqualificare. Parallelamente, Palazzo Frizzoni chiederà all'acquirente anche un impegno relativo alla riqualificazione delle aree esterne allo stadio, ovvero piazzale Goisis e i piazzali situati innanzi alla Tribuna Creberg e alla Curva Pisani. Ciò potrebbe portare anche ad alcune variazioni della viabilità, cosa che costringerebbe il Comune a valutare eventuali accorgimenti. Un esempio può essere l'instaurazione di una Ztl lungo viale Giulio Cesare, ma ogni valutazione è rimandata a quando ci sarà effettivamente un progetto concreto in gioco. Altro tema caldo è quello dei parcheggi: attualmente, infatti, all'esterno della Curva Pisani c'è un piazzale abitualmente utilizzato come area per la sosta. La vendita toglierebbe ai cittadini la possibilità di utilizzare questo spazio, come hanno sottolineato le opposizioni in Consiglio comunale. Sul tema ha ribattuto in modo molto chiaro l'assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Valesini: «L’area antistante la Curva Pisani, che sarà oggetto di un progetto di riqualificazione, non porterà a diminuire la dotazione complessiva di posti auto utilizzati dai residenti. Si tratta di un parcheggio di 70 posti auto, non di 100 come erroneamente sostenuto, che dovrà essere ridisegnato insieme alle nuove curve dell’impianto sportivo, e che in questo potrà trovare più adeguate risposte rispetto alla disordinata situazione attuale. L’area verrà destinata alla sosta per chi utilizzerà, soprattutto nelle giornate di campionato, l’impianto. L’Amministrazione sta inoltre già verificando, grazie ad una disponibilità del gruppo Mazzoleni (che dovrebbe cedere una porzione della propria area), l'ipotesi di realizzarne di aggiuntivi lungo via Fossoli, con un dimensionamento ancora tutto da stabilire, ma che non dovrebbe essere inferiore a più della metà di quello antistante la Curva Nord».

In realtà tutto ciò verrà discusso in sede di piano attuativo, ovvero quando dalle parole si passerà ai fatti. Non bisogna infatti dimenticare che, a pochi passi dallo stadio, ci sono aree attualmente abbandonate e che attendono di scoprire il loro futuro: l'immensa ex Reggiani e l'x Ismes, nella quale sono già previsti posti auto di uso pubblico. Progetti che prevedono investimenti di non poco conto dal punto di vista economico e che certamente non saranno realizzati a stretto giro di boa, ma che in un futuro non troppo lontano potrebbero risolvere quei problemi che tanto preoccupano i più critici. Intanto il Comune sottolinea come l'affluenza media calcolata negli ultimi anni al Comunale sia pari a 11mila unità, non elevatissima e quindi gestibile anche attraverso una revisione attenta e studiata del piano dei trasporti pubblici, soprattutto se si considera che una buona fetta del pubblico non arriva dai confini cittadini ma da fuori. In tal senso anche il progetto del prolungamento della tramvia della Val Brembana potrebbe rappresentare un nuovo campo di gioco che si aprirà a conclusione della partita-stadio. Di certo, tra le condizioni che Palazzo Frizzoni imporrà all'acquirente dell'impianto, c'è anche quella che la struttura venga lasciata a disposizione del Comune per un certo numero di giorni l'anno, così che si possano ipotizzare manifestazioni ed eventi oggi praticamente irrealizzabili viste le pessime condizioni complessive dello stadio. Un'ipotesi affascinante per chi, ancora oggi, ricorda con nostalgia il grande concerto di Vasco Rossi all'Atleti Azzurri.

 

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Le risposte della Giunta Gori alle critiche. Intanto il cammino verso il bando procede. La variante urbanistica è stata approvata senza alcun voto contrario in Consiglio (le opposizioni si sono astenute) e per fine ottobre è prevista l'apertura della gara pubblica, che durerà 45 giorni. Poi, finalmente, ci sarà il nome del nuovo proprietario dell'impianto. Ma la Giunta ha colto l'occasione anche per rispondere alle critiche mosse al progetto. L'assessore Valesini, ad esempio, ha sottolineato come l'idea di un "villaggio dello sport" a Grumello sognata e studiata da Tentorio fosse semplicemente irrealizzabile: «Costava un’enormità, 240 milioni di euro che non ci sono mai stati. Voleva dire consumare 400mila metri quadri agricoli». Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità, ha poi aggiunto che mantenere lo stadio in città non è «una soluzione di ripiego. Lo sarebbe stato per voi, se aveste vinto le elezioni. Qui combattiamo una battaglia sulla mobilità alternativa». A chiudere il cerchio il sindaco Gori, che ha chiuso la seduta con una replica molto dettagliata: «Ricordate anche l’importanza del passaggio che suggelliamo, la conclusione di oltre due decenni di dispute. Avete fatto allusioni su una perizia commissionata con un bando pubblico e ben sapete che nemmeno volendo potremmo modificare ora quel valore. Vi chiedo di valutare con serietà la faccenda, senza accuse che non hanno fondamento. Inoltre tenere l’ex Brumana in città, ovviamente riqualificandolo per renderlo moderno e all’altezza di chi ci gioca, esprime un’idea di città radicalmente diversa dalla vostra. Non si parla solo di consumo di suolo, la questione è che portare fuori stadio, palazzetto e Accademia della Guardia di Finanza è un’idea che non condividiamo: tende a dilatare gli spazi della città e indebolirne il tessuto. Ma dobbiamo conservare a Bergamo le funzioni vitali, è la scelta di rendere la città più forte e rafforzare il tessuto urbano. È determinante, per noi, non indebolirci con degli spazi vuoti».

 

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Un tempio nerazzurro (se vincerà l'Atalanta). Facciamo un salto nel futuro: ipotizziamo di essere a fine 2016 e che l'Atalanta si sia aggiudicata il bando per l'acquisizione dello stadio. Quali saranno i prossimi passaggi? Il Comune è stato molto attento a studiare tutte le tempistiche burocratiche affinché, nell'estate 2017, possano iniziare i primi lavori. Poiché l'impianto, per circa 9 mesi all'anno, dovrà ospitare delle partite di A, non si può pensare a un cantiere classico. I lavori, dunque, verranno realizzati in più fasi: si partirà magari dalle curve, per poi passare alle strutture di supporto e infine agli spazi antistanti l'impianto. Se tutto dovesse filare liscio, è possibile immaginare che la nuova casa della Dea sia conclusa nell'estate del 2020, dunque per la stagione calcistica 2020/2021. Tempi lunghi, ma necessari e difficilmente riducibili. Del progetto che ha invece in mente Percassi si sa ancora molto poco. Qualche indizio lo si può intuire dalle sue dichiarazioni, rilasciate nelle più svariate occasioni, su come immagina l'impianto del futuro, e anche dai lavori di restauro che sono stati svolti l'estate scorsa. Ma il resto è ancora un mistero. Pare però che la sua idea di stadio sia quella di un vero e proprio tempio nerazzurro. Anche nelle aree commerciali che circonderanno l'impianto, infatti, sembra che la sua intenzione non sia di installare negozi con brand di sua proprietà o con cui collabora (Victoria's Secret, LEGO e così via), ma di destinarli appositamente alla miglior fruizione possibile dell'impianto: un grande Atalanta Store, ristoranti, bar, magari anche un hotel con vista campo. Ma lo ammettiamo, stiamo viaggiando un po' troppo di fantasia. Bisogna fare un passo alla volta, come il Comune insegna.

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