Cene e camminate

Quelli della notte sulle Orobie ciaspolando fino al rifugio Vodala

Quelli della notte sulle Orobie ciaspolando fino al rifugio Vodala
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Il 24 febbraio è stato dichiarato il fallimento della Brembo Super Ski, la società degli impianti di risalita dei Comuni di Foppolo, Carona e Valleve. Alla base di questa inevitabile decisione, i circa 19 milioni di euro di debiti contratti nei dodici anni di attività. Cala così il sipario su un progetto nato oltre cinquant'anni fa e che avrebbe dovuto trasformare un paesino delle Orobie in un laboratorio imprenditoriale del turismo bergamasco. Una sorta di Cortina d’Ampezzo nostrana, come ha scritto BgReport. Con il fallimento della Brembo Super Ski, non fallisce soltanto la società, ma anche quel sogno, se così vogliamo definirlo.

 

Angelo Testa, 84 anni, che si occupa delle piste agli Spiazzi di Gromo e del Rifugio Vodala.

 

Il successo degli Spiazzi di Gromo. A poco più di due ore d'auto, passando dalla Val Brembana all’Alta Val Seriana, c'è però un'altra realtà sciistica bergamasca che, a differenza della Brembo Super Ski, sta vivendo una seconda giovinezza. Se Foppolo è (era?) la Cortina delle Orobie, gli Spiazzi di Gromo sono la Sankt Moritz delle Orobie. Meno (radical) chic, molto più per appassionati. Diciotto chilometri di piste battute e un'organizzazione semplice ma appositamente studiata per fornire ai visitatori tutto ciò di cui hanno bisogno. «La vista c'è già, a noi tocca solo fare il resto», spiega con il sorriso Angelo Testa. È lui che, trentadue anni fa, ha dato vita a tutto questo. Prima di lui, qui non c’era niente. Un uomo di «tanti anni», come ama definirsi (l'anagrafe dice ottantaquattro, ma noi non ci crediamo), dai modi garbati e la voce pacata e che è stato in grado di trasformare un semplice paesino di montagna in una piccola meraviglia. Dai conti a posto. E poco importa che sia di Clusone e non di Gromo. «Guardi Foppolo... La verità è che con lo sci non si vive più» dice Testa mentre sistema un paio di casse di frutta e verdura sul gatto delle nevi. È vero, purtroppo.

 

 

Il Vodala sotto le stelle. Qual è il segreto, dunque, degli Spiazzi? A precisa domanda, Testa sorride e si gira indicando il grande piazzale in cui ci troviamo. Alle nostre spalle almeno una cinquantina di persone, divise in piccoli gruppi, stanno indossando chi le ciaspole, chi gli sci. Sono le 19.45. Da qualche anno, il martedì, il giovedì e il venerdì sera c'è Vodala sotto le stelle: fino alle 24 piste per sci-alpinisti e ciaspolatori aperte, un'occasione per salire fino al Rifugio Vodala o addirittura fino alla cima del Monte Timogno in notturna. Uno spettacolo meraviglioso. E, soprattutto, un successo pazzesco. «Tutto è nato per caso – spiega Testa –. Battevamo le piste alle 21, ma dietro di noi qualcuno approfittava della cosa per farsi un giretto su ciaspole o sci al chiaro di luna, rovinando così il fondo per il giorno successivo. La cosa faceva arrabbiare tantissimo i miei ragazzi, che una volta mi hanno anche detto: “O troviamo una soluzione o la risolviamo a modo nostro”. Siam gente di montagna, sa. E così alla fine ho detto: diamo la possibilità a chi vuole di venire la sera, teniamo aperto il Rifugio e noi battiamo le piste più tardi. All'inizio si presentavano poche decine di persone. Poi una cinquantina, poi un centinaio. Adesso vengono anche 450 persone a serata. Vengono pure da lontano, non mi chieda perché. Io sono solo felice che piaccia. Solo da Milano vengono ancora in pochi. Sono un po' più snob i milanesi...».

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Il sabato al Vodala con cena tipica. Oltre alle serate “libere” di martedì, giovedì e venerdì, è nato anche Il sabato del Vodala: su prenotazione, cena tipica al Rifugio tra ravioli fatti in casa, polenta con cervo, coniglio, brasato, salsicce, dolci, vino e tanta musica. Si accettano non più di 320 persone (quante ne può accogliere il Rifugio). Puntualmente si segna il tutto esaurito. Non è difficile capire il perché: se si esclude il noleggio delle attrezzature, la cena costa trenta euro (quindici per i bambini fino ai dodici anni) ed è abbondante, oltre che buona. L'ambiente è semplice e conviviale e il panorama mozzafiato, soprattutto nelle notti di cielo limpido. Per chi volesse godersi la cena senza però faticare, c'è anche la possibilità di salita e discesa con il gattobus, ad appena dieci euro. Naturalmente il sottoscritto ha scelto questa opzione.

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