«Dèrv e serà l’è töt laurà»

Dieci frasi in bergamasco sulla serrata di Natale

La seconda ondata della pandemia non ci ha colpiti con la stessa violenza della prima, ma indubbiamente il logorio dei nervi e dello spirito ci ha resi più sensibili all’instabilità delle decisioni governative, mai particolarmente amate nemmeno prima di questo töbèrcol

Dieci frasi in bergamasco sulla serrata di Natale
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di Vecchio Daino

Zona rossa, arancione, gialla, chiusure, riaperture, richiusure. La seconda ondata della pandemia non ci ha colpiti con la stessa violenza della prima, ma indubbiamente il logorio dei nervi e dello spirito ci ha resi più sensibili all’instabilità delle decisioni governative, mai particolarmente amate nemmeno prima di questo töbèrcol. Non resta che far ricorso alla più tenace delle nostre virtù, la pazienza.

1. I gh’à de serà fò töt


Posizione radicale di chi ha vissuto l’incubo di marzo e non vuole che si ripeta, con tutte le sue forze. Pur comprensibile, difetta forse di empatia nei confronti di alcune categorie messe in ginocchio dalle chiusure. [Trad. Devono chiudere tutto]

2. A l’l’a fà pò a’ la Merkel


La super cancelliera tedesca piace a un buon numero di noi per il suo pragmatismo e il parlare franco e diretto, due doti che sappiamo essere anche nostre. Imitarla quindi è una conseguenza naturale. [Trad. Lo fa anche la Merkel]

3. L’è che la zét la capéss negót


Nel momento in cui diventiamo osservatori e fustigatori dei costumi altrui ci separiamo dalla massa, salvo poi condividerne e replicarne tutti gli atteggiamenti. [Trad. È che la gente non capisce niente]

4. Öle mia malàm per ü regàl


La nostra saggezza mette sulla simbolica stadera la salute e un’abitudine consumistica. Inutile dire da che parte pende, considerando anche il valore che ha per noi il risparmio. [Trad. Non voglio ammalarmi per un regalo]

5. I gh’avrèss de fa cóme ‘n Cina


I più estremisti si augurano interventi drastici, paragonabili a quelli del gigante asiatico. Però poi si lamentano di ogni minima restrizione della loro libertà. [Trad. Dovrebbero fare come in Cina]

6. I sarèss assé du dicc de có


Imbevuti di sano realismo, osserviamo che a volte i comportamenti meno ragionevoli e più dannosi sarebbero evitabili, semplicemente con l’uso del simbolico cloruro di sodio che a volte però è un optional. [Trad. Sarebbero sufficienti due dita di testa]

7. Dèrv e serà l’è töt laurà


Adattamento di un famoso detto della nostra tradizione, commenta con un amaro sorriso l’alternanza di decisioni che spesso ci lascia frastornati. L’ultimo termine però in fondo ci rassicura, perché fa parte del nostro DNA. [Trad. Aprire e chiudere è tutto lavorare]

8. A l’và bé se i me dà i mé sólcc


Anche chi ritiene giuste e doverose le cautele per la salute pubblica, chiede di essere rimborsato almeno in parte per le pesanti perdite dovute alla serrata. E si sa che le nostre tasche sono un argomento da non toccare. [Trad. Va bene se mi danno i miei soldi]

9. S’pöl mia indà inàcc issé


Frase passe-partout che va sempre bene, perché non è mai molto chiaro l’obiettivo della sua critica. Fa sempre bene comunque ricordare che l’andamento attuale delle cose non ci soddisfa per niente. [Trad. Non si può andare avanti così]

10. La passerà pò a’ chèsta


Alla fine spesso prende il sopravvento il nostro fatalismo, corroborato da secoli di sventure stoicamente sopportate. Non resta che sederci sulle sponde del Serio e del Brembo, e aspettare che passi anche questa. [Trad. Passerà anche questa]

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