Giunta Gori, le pagelle del triennio

Tre anni dopo l'insediamento, è tempo di fare un bilancio completo sulla squadra al lavoro in Comune, che si prepara alla volata finale. Ecco allora i nostri voti su sindaco e assessori, con relative motivazioni e completi di pro e contro. Un esito tutto sommato positivo, con qualche insufficienza, ma non grave.
Sergio Gandi: 6,5
Vicesindaco e assessore alla Sicurezza e al Bilancio
Positivo. Sul bilancio siamo coperti, come del resto è tradizione che sia al Comune di Bergamo. I conti tornano, le tasse non sono cresciute (anzi, sono anche un pelino calate tra la cancellazione della TASI e la riduzione della TARI) e ora c’è spazio per qualche investimento in più. Sulla sicurezza in città, invece, ci sono piaciuti soprattutto il servizio di vigilanza notturna, la novità dell’osservatorio partecipato sulla sicurezza urbana e la riorganizzazione della Polizia Locale.
Negativo. Ok, non sarà colpa sua, ma ci sono decisamente troppi accattoni nelle aree centrali della città. Qualcosa, da assessore, dovrebbe anche fare. Tra gli aspetti negativi ci mettiamo anche il colpevole ritardo sull’installazione delle telecamere di videosorveglianza (con compartecipazione della ATB e del suo bando per la fornitura) e un certo lassismo sull’occupazione della Cascina Ponchia. Ma il vero problema sta alla Stazione: lo stato di degrado in cui versa quell’area cittadina non ammette alibi. Urge una soluzione.
Francesco Valesini: 8,5
Assessore alla Riqualificazione urbana
Positivo. Un passo alla volta, sta pianificando la città del futuro, facendo (bene) quello che Renzo Piano ha definito «rammendo urbano», cioè recuperare spazi cittadini per dar loro una nuova vita integrata alla città. Gli accordi (e i cantieri) per gli ex Ospedali Riuniti, per la ex caserma Montelungo, la vendita dello stadio, il protocollo d’intesa per l’ex area OTE, la vendita dell’ex Diurno, la bonifica del Gasometro. Una lista di obiettivi raggiunti di cui si è parlato per anni in città, senza però che nessuno facesse qualcosa.
Negativo. Dobbiamo ammettere che qui è un po’ come andare a cercare il pelo nell’uovo, perché è difficile trovare qualcosa su cui Valesini si sia mosso male o senza la dovuta attenzione. Potremmo dire che sul bando dello stadio ci saremmo aspettati, dopo mesi e mesi di attesa, un pelino più di precisione, ma a suo discapito va detto che si trattava del primo bando di questo tipo in Italia. Preferiamo allora proporgli un compito per i prossimi mesi di assessorato: strappare Palazzo della Libertà dalle grinfie del Demanio e restituirlo alla città.
Loredana Poli: 8
Assessore all’Istruzione e allo Sport
Positivo. Il suo modo di affrontare i problemi è rassicurante. Molto preparata, ha portato la scuola bergamasca al top grazie a un attento programma di digitalizzazione scolastica, con le strutture comunali cablate in fibra ottica. Bene anche la sistemazione degli impianti sportivi, i defibrillatori nelle palestre, il ritorno in vita della “piccionaia” del PalaNorda e i contributi per sistemare i campi degli oratori. E poi gli eventi sportivi internazionali: il Giro d’Italia, i quattro Giri di Lombardia, la Mille Miglia, le World League di pallanuoto e pure l’Nba in centro.
Negativo. Come per Valesini, anche in questo caso trovare qualcosa che proprio non vada è complicato. Certo non fa piacere lo stato in cui versano i campi da calcetto a Loreto, anche se presto dovrebbe esserci un intervento importante (in direzione scherma), e più di una perplessità desta il progetto Bergamo Wellness City, annunciato in grande stile ma mai veramente decollato. Anche a lei, dunque, lanciamo una sfida: riuscire a soddisfare le crescenti richieste strutturali delle numerose realtà sportive cittadine in ascesa, in particolare tra basket e pallavolo.
Marco Brembilla: 6
Assessore ai lavori pubblici
Positivo. Diverse cose ci sono piaciute, come la sistemazione di piazza Pontida, i lavori di sistemazione della ex Chiesa di Sant’Agostino, del Salone Furietti alla Biblioteca Mai, il piano di asfaltatura di tutta la circonvallazione e la reintroduzione dello “stradino”, cioè l’operaio per le piccole manutenzioni. Bene anche il gran lavoro che ha portato il Comune ad aggiudicarsi il bando da 18 milioni del Governo per le periferie e tutti i cantieri sulle strade cittadine, che gli faranno saltare un’altra volta le ferie. Apprezzabile il coraggio di mettere mano al nodo di Pontesecco.
Negativo. Purtroppo per lui, s’è visto costretto ad affrontare questioni spinose. Quello degli allagamenti a Longuelo, ad esempio, è un bel ginepraio. E anche se sta al Consorzio di Bonifica (che ogni anno ci tocca pagare tutti quanti) risolvere il problema, qualche responsabilità spetta anche a lui. L’Ufo della stazione, invece, è l’emblema del cantiere italiano (non di quello bergamasco) che procede a singhiozzo. Ci mettiamo dentro anche i lavori fatti un po’ così sulle Mura. Ché non dimentichiamoci che le abbiamo candidate noi a diventare Patrimonio Unesco...
Stefano Zenoni: 5,5
Assessore alla pianificazione territoriale e alla mobilità
Positivo. Nessuno vorrebbe essere nei suoi panni. È un assessorato difficile, quello che tutti cercano di evitare. Ci sta provando, ma è dura. Molto bene il sistema di indirizzamento ai parcheggi (che la Giunta precedente aveva annunciato ma mai realizzato), la variante urbanistica che di fatto azzera il consumo di suolo e consente grandi metrature commerciali nel centro città, l’aver finalmente acceso tutte le telecamere Ztl in città, l’aggiunta di qualche pista ciclabile e le sei nuove stazioni del bike sharing. Mentre attendiamo la Linea C.
Negativo. Il Piano Sosta non ci piace granché. Passi il pagamento per i residenti, ma l’innalzamento delle tariffe a due euro l’ora in centro e i parcheggi a pagamento nei weekend non aiutano la crescita di Bergamo. Le auto sono sempre di più e oltre a pensare a favorire la mobilità dolce si dovrebbero trovare soluzioni coraggiose anche su come agevolare il transito dei veicoli. Male poi il blackout dei pilomat in Città Alta andato avanti per un’estate intera prima della sostituzione con telecamere (ah, quando accendiamo quella della corsia taxi alla stazione?).
Nadia Ghisalberti: 6
Assessore alla cultura e al turismo
Positivo. Uno dei suoi grandi meriti è stato quello di scegliere le persone giuste per il Teatro Donizetti. Francesco Micheli e Maria Grazia Panigada hanno tutto per rendere grande il nostro teatro e rilanciare Gaetano Donizetti come “brand”. Bene anche il rilancio del Rastelli Festival, un grande che a Bergamo ha dato tanto e che non aveva mai ricevuto nulla in cambio. Alla GAMeC abbiamo visto grandi mostre, ma il suo mandato sarà ricordato per la riapertura della Carrara, con tanto di meravigliosa festa.
Negativo. Avrebbe la delega al Turismo, ma il tema le è stato scippato in toto (e con risultati che non fanno rimpiangere la scelta) dal tandem Gori-Sanchez e quindi son tre anni che non tocca palla. Avrebbe pure la delega al marketing territoriale, ma di questo ci siamo accorti solo grazie a quel che dice il sito del Comune. Tra le cose sulle quali vediamo debolezza possiamo mettere anche Bergamo Balla, alias le notti bianche in centro: ci vorrebbe una bella svecchiata. La differenza con la Donizetti Night è abissale.
Leyla Ciagà: 5,5
Assessore all'ambiente
Positivo. Il suo modo di fare accademico la porta ad essere sempre preparata. Molto bene la conferma del parco agricolo, la cintura verde tra Grumello e Stezzano con annessione al Parco dei Colli, la piantumazione di quasi 700 alberi in città e la chiusura di oltre quaranta scarichi nel Morla. Bello il nuovo parco alla Malpensata (merito da spartire con il predecessore Bandera).
Negativo. In avvio di mandato, però, qualche difficoltà nella gestione delle polemiche su PM10 e targhe alterne, dove forse servirebbe un po’ di coraggio in più. La difficoltà di interfacciarsi con la stampa cittadina, inoltre, l’ha resa un po’ evanescente, prestando così il fianco alle critiche, talvolta anche fondate, delle opposizioni. Un esempio è il caso del taglio dell’erba negli spazi verdi pubblici, dove è anche stata un po’ sfortunata visto che la ditta che aveva vinto l’appalto è fallita.
Maria Carolina Marchesi: 6,5
Assessore alla coesione sociale
Positivo. È un caterpillar, difficile da scalfire. Gli scontri con le minoranze sui temi dell’immigrazione e del sociale finiscono quasi sempre vinti per ko tecnico. Bello il nuovo spazio giovanile al parco della Malpensata, positivo l’impegno che mette nel progetto delle reti sociali. I Servizi sociali del Comune hanno sempre dimostrato di funzionare e con lei le cose non sono cambiate. Molto bene il centro diurno integrato per anziani al Villaggio degli Sposi, fermo da anni e mai aperto. Ci è piaciuto anche il progetto di residenzialità per disabili.
Negativo. Lascia un po’ perplessi il modo in cui è stato gestito il pasticcio dell’assegnazione del Polaresco a ragazzi provenienti dall’occupazione alla Ponchia, mentre il sistema di welfare cittadino dovrebbe guardare anche alle nuove generazioni.
Giacomo Angeloni: 6
Assessore all'innovazione
Positivo. Tra le cose buone c’è sicuramente Bergamo Wi-Fi, che è davvero una bomba e continua a crescere. Bene anche i sistemi per tagliare le code all’Anagrafe, attuati con la semplice idea di prevedere un appuntamento per la carta d’identità, i funerali a prezzi calmierati e il lavoro con le associazioni dei consumatori. Chapeau per il progetto Cashless City, con cui Bergamo ha portato a casa soldi senza dover fare granché, e anche l’aver rottamato i fax dagli uffici comunali.
Negativo. Un invito: usi meno Facebook (il continuo scambio di battute con il leghista Daniele Belotti è divertente, ma a tratti estenuante). E poi c’è la gestione della questione musulmani: nel suo mandato ne sono successe un po’ di ogni, dal sequestro di pseudo-moschee a scissioni interne. Impossibile non farci caso. Anche se è stato lasciato solo da questura e prefettura.
Giorgio Gori: 8
Sindaco
Per il sindaco abbiamo pensato a un lavoro diverso. Non un format inquadrato, bensì qualcosa di un po’ meno rigido (anche perché lui è, già di suo, abbastanza rigido). Sembra proprio che sarà lui il candidato del centrosinistra per la Regione Lombardia e già questo è un riconoscimento di quanto bene possa avere fatto nei suoi tre anni alla guida di Bergamo. Sicuramente dobbiamo riconoscergli che, durante il suo mandato, diverse cose siano state fatte: tutti i precedenti sindaci avevano messo nel programma elettorale soluzioni ai problemi della città, ma da parte sua abbiamo visto una concretezza e un dinamismo che lo distinguono anche dal resto dei suoi colleghi lombardi. E proprio da questa certezza proviene la volontà di una parte del Pd di candidarlo in Regione. Non piace a tutti, ovviamente. Ma in questo tempo non si è mai sottratto a confronti, dibattiti, interviste, anche su argomenti spinosi, senza mai scomporsi più di tanto e mettendoci quella sana dose di responsabilità (in alcuni casi tendono ad addossargliele anche quando non sono sue) che non guasta. Ha avuto il merito di aprire tutti i file e il coraggio di fare cose che altri non hanno voluto fare (pensiamo al Piano Sosta, al parcheggio dell’ex Faunistico, al bando per il centro piacentiniano, allo stadio, alla Grande Bergamo), tenendo unita la sua squadra di assessori anche quando i singoli componenti sembravano titubare.
Quando si è insediato, molti temevano un sindaco di plastica, un milionario in pensione che ha deciso di cimentarsi con il giocattolo della politica locale. Così non è stato, per fortuna nostra. È poco politico, questo sì. Qualche relazione in più, qualche telefonata in più a colleghi, parlamentari, compagni di partito, giornalisti, avrebbe potuto aiutarlo, salvaguardandolo anche da qualche critica o da qualche malumore dei suoi stessi compagni di partito. Insomma, ogni tanto preferisce usare il coltello dove sarebbe meglio utilizzare il bisturi. Ma lui è fatto così: va dritto per la sua strada ed è difficile fargli cambiare idea o modificare il suo percorso. Pare che lavorare con lui sia davvero logorante: alcuni assessori ci dicono che tenga la briglia corta su tutte le cose, che mandi sms a qualunque ora su questa e quell’altra cosa. Così facendo, sul lungo periodo le energie tenderanno ad esaurirsi, con il rischio che le azioni diventino meno incisive. Ma finora è andato tutto come voleva lui.
Bergamo con lui è divenuta una città più viva: se a Tentorio erano servite le notti bianche estive, oggi quelle serate sono diventate quasi superflue. Proprio mercoledì 14 c’è stata la conferenza stampa di presentazione dell’UlisseFest, evento organizzato per il venticinquesimo compleanno di Lonely Planet in Italia. Gli organizzatori hanno spiegato di aver scelto Bergamo per una serie di motivi, ma uno ci ha colpito particolarmente: «Siamo venuti a Bergamo anche perché il sindaco è Giorgio Gori». Non è poco. Soprattutto se a beneficiarne, poi, siamo tutti noi.
Un piccolo appunto, però. Capiamo l’ambizione, lo sguardo sempre rivolto oltre l’orizzonte, ma la netta virata verso il Pirellone un po’ dispiace. Anche perché lascerà un vuoto politico difficilmente colmabile.