I 10 palazzi più belli di Bergamo
Città elegante come poche in Italia, Bergamo non è luogo che metta in vetrina le proprie bellezze. Ê posto riservato, che chiede di essere scoperto, con sguardo attento e curioso. Ad esempio, quali sono i suoi palazzi più belli? Magari ci passano davanti agli occhi tutti i giorni, ma non sappiamo dargli un nome, né si conosce la storia che hanno custodito. Abbiamo allora scelto i dieci che val la pena di riscoprire. Difficile nella gran parte entrarci. Ma è, se non altro, un invito ad alzare la testa quando ci si passa davanti.
CITTÀ BASSA
1) Palazzo Martinengo - Colleoni e Grataroli
Siamo in via Pignolo, ai numeri civici 70 e 72. La strada è un vero concentrato di edifici nobili e raffinati. Questi due palazzi sembrano nati da un progetto unitario, forse di Pietro Isabello, certamente autore dell'elegante cortile porticato del secondo palazzo. Sono datati rispettivamente 1500 e 1515. Il chiostro di Palazzo Grataroli è un buon esempio di architettura rinascimentale bergamasca, fu costruito, secondo la data scolpita nel piedistallo di una colonna, nel 1515. Nel palazzo Martinengo-Colleoni, attorno al cortile porticato, sono distribuite le sale con affreschi di Cristoforo Baschenis il Vecchio, una cappella e un salone del Cinquecento con un fregio a putti e soffitto ligneo. Nel palazzo Grataroli, c'è invece un affresco di Pietro Baschenis.
2) Palazzo del Tasso
Al numero 80 di via Pignolo si trova il palazzo dei Tasso costruito nel 1480, Fatto edificare dal figlio di Agostino Tasso "maestro" delle poste pontificie, fu sede della nota compagnia postale. Notevole il portale bugnato sormontato dallo stemma dei Tasso. Nel palazzo venne ospitato anche Torquato Tasso. Bello il cortile.
3) Palazzo Bassi-Rathgeh
Eretto intorno al 1520, sempre in via Pignolo. Presenta un’austera facciata; all’interno un cortile e un giardino, con una doppia loggia luminosa e raffinata. Oggi è sede del Museo diocesano Adriano Bernareggi, costituito con i pezzi che facevano parte del Museo diocesano d'arte sacra, storica raccolta una volta custodita nella Casa dell'Arciprete, in via Donizetti. L'edificio viene eretto dai fratelli Zovannino e Bartolomeo Cassotti trasferitisi in città dalla valle Imagna nel 1506 per condurvi i loro commerci di tessili. Il progetto è affidato al più importante architetto rinascimentale bergamasco, Pietro Isabello, e le decorazioni ai Maironi da Ponte e a Donato Fantoni. Il corpo di fabbrica su via Pignolo risale al tardo Seicento.
4) Palazzo Lupi
Storico edificio nella parte di via Pignolo alta, che è stato sede tra l'altro del comando della Brigata Legnano. Palazzo che è salito alla ribalta delle cronache perché è stato messo in vendita e che si distingue per la facciata semplice ed elegante e per il bellissimo cornicione arrotondato.
CITTÀ ALTA
5) Palazzo Moroni
La costruzione del palazzo fu voluta e realizzata da Francesco Moroni, nato nel 1606 nel cuore di Città Alta, in via Porta Dipinta 12. I conti della “Fabbrica di Porta Penta” conservato nell’archivio Moroni documentano come i lavori durarono trent’anni, dal 1636 al 1666, e vennero eseguiti dal maestro Battista della Giovanna. A partire dal 1600 il nome dei Moroni si lega soprattutto alla coltivazione del gelso, indispensabile per la formazione dei bozzoli dei bachi da seta. Non a caso nello stemma di famiglia si distingue questa pianta.
6) Palazzo Nuovo
Occupa il lato breve della Piazza Vecchia. Progettato nel 1593 da Andrea Vannone. È stato sede municipale sino al 1873 e custodisce affreschi allegorici di Pietro Baschenis. Attualmente ospita la biblioteca civica Angelo Mai. La facciata in marmo bianco di Zandobbio è opera, nel 1928, dell'architetto Ernesto Pirovano.
7) Palazzo del Podestà
Sorto a fianco del Palazzo della Ragione, sede del potere civile, e del Vescovado, sede del potere religioso, il corpo di edifici che abbracciano la Torre del Campanone si affaccia sulle due piazze che hanno costituito il centro socio-politico di Bergamo. Venne costruito con molta probabilità alla fine del XII secolo dalla famiglia Suardi, che poi lo mise a disposizione della città. Il palazzo da allora divenne luogo di residenza del Podestà, il governatore forestiero, in carica per sei mesi, chiamato a reggere il comune. Nel 1476 la facciata fu affrescata dal giovane Bramante.
8) Palazzo della Ragione
Posto a lato del Palazzo del Podestà e alla Torre Civica (conosciuta anche come Campanone), delimita il lato sud-occidentale di Piazza Vecchia, che per secoli è stata il centro politico di Bergamo. Venne edificato tra 1183 e 1195, fu palazzo comunale citato come Palatium Comunis Pergami in documenti del 1198, che di fatto lo rendono il più antico palazzo comunale italiano. Nella seconda metà del XV secolo, venne ribattezzato Palazzo della Ragione e fu utilizzato come sede delle assemblee consiliari cittadine. Nel 1453 Venezia, che aveva preso il potere nella città orobica, fece costruire la scalinata che introduce all’ingresso tramite un cavalcavia loggiato e che permette di accedere anche all’attiguo Palazzo del Podestà.
9) Casa dell'Arciprete
La Casa dell’Arciprete sorge in Via Donizetti ed è un gioiello dell'architettura civile rinascimentale. Fu costruita nel 1520, probabilmente su progetto di Pietro Isabello. L’edificio nel 1840 venne donato agli arcipreti del Capitolo del Duomo. La facciata è ricoperta di marmo grigio policromo è caratterizzata da archi a tutto sesto, da lesene e da una splendida finestra centrale al pianterreno. Nei primi anni dell’Ottocento, alcune stanze dell’edificio sono state decorate dal Bonomini.
10) Palazzo Terzi
È il più importante palazzo barocco della città. Straordinaria l'impostazione scenografica che unisce il palazzo alla sua piazzetta, realizzata in realtà dopo il 1750, dall'architetto Filippo Alessandri, che era diventato parente dei Terzi con il matrimonio del Marchese Antonio Terzi con la contessa Giulia Alessandri nel 1747. Imponente il salone costruito sull'altezza di due piani, intorno ad esso ruotano le altre sale. Gli affreschi del soffitto, così come tutti gli altri dipinti sul tela alle pareti, hanno il tema in comune e cioè la celebrazione delle virtù dell'amore coniugale, filiale e materno.