Il panificio Vanotti in via Ghislandi La bontà che si rinnova, ogni giorno
Ricerca, passione, innovazione. Tre chiavi per fidelizzare il cliente, oltre la crisi. Antonio Vanotti, panettiere di quarta generazione, ha la farina e il profumo del pane appena sfornato nel Dna. Aperto agli stimoli, innamorato del proprio lavoro, è un uomo dalle idee chiare, che studia differenti tipologie di pane e viaggia in terre straniere alla ricerca di nuove proposte: ecco perché nel suo banco compaiono prima il pane greco e poi il pane turco - una ciambella di pasta a lievitazione naturale, dall'impasto morbido e cotta sulla piastra - che Antonio aromatizza con rosmarino, sesamo, semi di papavero o cipolle. Una delle ultime invenzioni? I niuli, deliziose gallette a forma triangolare, di mais e riso. Da provare anche nella versione di riso ricoperto di cioccolato.
Propone anche il grissinotto, che colora la strada con il suo profumo cosi fragrante e inconfondibile, di cui arriva a produrne 500 al giorno. Poi passa un po' di moda, e allora Antonio lo trasforma nel treccione, fatto con tre grissinotti intrecciati, che si conserva meglio e resta più morbido. «L'essenziale è reinventarsi continuamente - racconta sorridendo il panettiere, che ha l'attività in via Ghislandi 1 - perché se stai fermo e produci solo il pane di una volta non sopravvivi. Devi guardare il mercato e muoverti di conseguenza, per tenere la gente vicina al pane, evitando, in primis, le demonizzazioni rivolte a questo alimento. L'innovazione deve stare davanti a tutto. Si deve investire per migliorare in qualità, restando così competitivi. Questo è il motivo, ad esempio, per cui ho messo nella via la macchina che serve il pane 24 ore su 24. Una vera novità a Bergamo, che fa la differenza».
Il primo ad aprire il panificio fu il bisnonno di Antonio, il quale non poté passare l'attività al figlio perché fu reclutato nella Grande Guerra. Poi fu la volta del padre di Antonio, Emanuele, che spostò l'attività a Bergamo, trasferendosi definitivamente dalla Valle Imagna. Inaugurò il negozio in via Ghislandi il 2 novembre 1961, proprio mentre la moglie era in ospedale a partorire quel bimbo che sarebbe diventato erede del mestiere. «Si può ben dire che io sia nato nel laboratorio della farina - ride divertito Vanotti - e che abbia trascorso immerso nel profumo del pane tutta la mia infanzia! Basti pensare che a sei anni sapevo a memoria tutte le ricette delle torte che venivano preparate in negozio». Un'arte, quella del pane, che il panettiere ha passato al figlio Fabio, la quinta generazione della famiglia Vanotti.
Due piccole curiosità: già da qualche anno nel negozio Vanotti sono a disposizione dei libri di letteratura per chi volesse portarne a casa uno e lasciarne in cambio un altro. Invece, dettaglio poetico, appesa all'entrata c'è una lavagnetta dove Antonio scrive brevi frasi, aforismi e poesie... a volte create personalmente da questo personaggio così eclettico e felice!