Non solo dehors

In zona gialla sono caduti i confini fra pubblico e privato: ora la città è casa nostra

Dopo oltre un anno vissuti da reclusi, Bergamo sta scoprendo un modo nuovo di vivere gli spazi urbani

In zona gialla sono caduti i confini fra pubblico e privato: ora la città è casa nostra
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di Arianna Zucaro

Mentre guardiamo avanti e la campagna vaccinale prosegue, ci chiediamo cosa potrà essere diverso nelle nostre vite. È passato quasi un anno e mezzo dalla prima stretta legislativa che ci ha confinato nelle nostre case e con la primavera le misure di contenimento della pandemia sono state allentate. Siamo rimasti al chiuso la maggior parte dell’anno, tra vari “stop and go”. E, nel frattempo, qualcosa è cambiato: in noi stessi, nelle nostre case (che, per essere più sereni, abbiamo riorganizzato o imparato ad accettare) e in città.

L’impressione a volte è quella di essere stati via per un lungo viaggio e di aver trovato al ritorno alcune cose nuove: non solo vetrine e cantieri annunciati da tempo, ma un modo diverso di vivere gli spazi. Non solo quelli chiusi, ma soprattutto quelli aperti: come le strade, i portici e i dehors. Forse stiamo riscoprendo la città e ci stiamo rapportando ai suoi luoghi e ai suoi percorsi in modo diverso. Abbiamo bisogno di luoghi che ci consentano di vivere a pieno gli schemi di vita possibili nel qui ed ora, in un momento in cui stiamo cercando di governare il virus con i vaccini ma in cui i livelli di contagi e i morti sono ancora alti.

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A Bergamo, la pandemia e l’allentarsi delle misure per contenerla sembrano quasi aver abbattuto i confini tra spazio personale e spazio pubblico. Le strade della città sono diventate un’estensione delle nostre case. Una forma di lotta contro l'interiorità imposta dal virus a cui sentiamo il bisogno di rispondere in senso contrario. E quindi occupiamo lo spazio a disposizione fuori: ed ecco che i plinti in arabescato pensati per proteggere il Sentierone diventano, non solo per i giovani ma anche per gli adulti, dei luoghi di ritrovo su cui trovare appoggio e attorno a cui, specialmente ad alcune ore del giorno, dare concretezza al desiderio di ritrovo prima affidato solo alle panchine e ai tavoli all’esterno dei luoghi pubblici.

Le ore dell’aperitivo, da qualche tempo anticipate con ordinazioni già a metà pomeriggio, sono state spostate all'aperto con il distanziamento sociale. Soprattutto quando piove, i portici che consentono un’estensione degli spazi interni di bar e ristoranti salvaguardando la convivialità, come nel caso del Piacentiniano sul Sentierone, che accoglie i clienti della Pasticceria Balzer, e del Caffè del Colleoni, riparato dagli archi a tutto tondo della sede di Ubi Banca. I portici non fanno parte dell’architettura della città in maniera consistente e purtroppo non sono molti quelli che potrebbero fare da contrappeso alle misure restrittive per contenere i contagi, che in questa fase non consentono alle attività commerciali di usare gli spazi al chiuso.

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