Individual, l'uomo casual chic ora veste anche bergamasco
Se c'è una cosa che accomuna la maggior parte dei bergamaschi lavoratori che finiscono sul podio dell'eccellenza è che loro, sul podio, non vorrebbero affatto starci. Non perché non siano felici del lavoro svolto, tutt'altro, ma perché non amano essere al centro dell'attenzione: per loro, contano solo i fatti.
Un po’ di storia. È il caso di Martinelli Ginetto Group, azienda manifatturiera bergamasca (con sede a Casnigo) fondata nel 1947 e impegnata in diversi segmenti della filiera tessile. E più precisamente alla produzione di filati di lana per tappeti e moquette di pregio, a quella di filati di ciniglia per imbottiti e arredo casa e alla produzione e nobilitazione di tessuti jacquard destinati alla biancheria di casa. Però, anche se le origini della tradizione tessile di famiglia affondano le radici nell’Ottocento, quando il cavalier Luigi Martinelli avviò l’impresa, la chiave di volta del marchio sta nella sua capacità di guardare al futuro.
L’evoluzione. In perenne movimento, nel giro di mezzo secolo lo storico brand ha infatti creato passo dopo passo un impero industriale che aggiunge alla filatura e tessitura anche la stampa digitale e la confezione moda. Dal filo al capo finito, insomma. Per vestire uomini dai 25 anni in su che amano distinguersi con un look casual chic, con capi ripescati dalla tradizione e reinterpretati in chiave contemporanea.
Così, all'inizio degli anni Novanta è nata Mascot, azienda ponte tra l'attività d'importazione e la produzione di private label, a cui poi si è aggiunto l'ultimo tassello mancante: l'ideazione di un'etichetta di proprietà, Individual (con sede a Leffe). «Quattro anni fa abbiamo voluto fortemente lanciare Individual – spiega Alberto Paccanelli, amministratore delegato di Martinelli Ginetto – La collezione di quest'anno è molto interessante sia per il mercato italiano, che già copriamo, sia dal punto di vista internazionale». Dopo aver toccato Spagna e Grecia, la prossima meta in vista è la Germania. «Per ora, ma domani chissà».
Intanto, l’azienda cresce sulla base di una profonda conoscenza della filiera, della disponibilità degli impianti di tintoria per eseguire i finissaggi e del laboratorio di analisi per testare e controllare tessuti e capi confezionati. Non è da tutti poter gestire ogni fase della produzione, garantendo alti standard di qualità e sicurezza.
A Pitti Uomo. Una chicca di stile di tali dimensioni, poteva mancare alla 88esima edizione di Pitti Uomo? No di certo. Alla Fortezza da Basso di Firenze, il guardaroba primavera estate 2016 da uomo ha svelato un'anima classica arricchita da spunti cosmopoliti e dettagli non convenzionali. «La collezione è ispirata agli Anni Cinquanta – racconta lo stilista Andrea Cantini – impreziosita da stampe, ricami, intarsi e dettagli. Il colore must dell'anno è l'indigo, senza ombra di dubbio». Abiti spezzati, giacche con e senza cravatta e fantasie audaci da sfoggiare con disinvoltura sono i temi più ricorrenti. E ancora jeans, t-shirt, camicie, gilet, maglie, giubbini e cappotti: nessun capo si senta escluso, perché tutti giocano un ruolo fondamentale nel dress code dell'uomo che sarà.