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La cena da favola di Da Vittorio alla presentazione della nuova Alfa

La cena da favola di Da Vittorio alla presentazione della nuova Alfa
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Era uno degli eventi a quattro ruote più attesi di tutto il 2015: l’anteprima mondiale della nuova Giulia, l’ultima arrivata in casa Alfa Romeo. Il 24 giugno 2015, nel giorno in cui la prestigiosa casa automobilistica festeggiava i 105 anni di vita, nella cornice del rinnovato museo Alfa Romeo di Arese (che aprirà i battenti al grande pubblico il 30 giugno), la nuova meraviglia, nella versione top di gamma contraddistinta dal leggendario quadrifoglio, è stata presentata a oltre 400 giornalisti di tutto il mondo.

La presentazione mondiale. A fare gli onori di casa, tra gli altri, il presidente della Juventus Andrea Agnelli (seduto nelle prime file vicino al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio), John Elkann con la bella moglie Lavinia Borromeo, il capo del brand Harald Wester e, naturalmente, l’ad di Fca Sergio Marchionne. Che verso le sei inizia a parlare. E garantisce: «La Giulia rappresenta l’inizio di un processo di ricostruzione del marchio». Processo iniziato, peraltro, a maggio di un anno fa, quando era stato presentato il piano da 5 miliardi di investimenti mirato alla vendita di 400mila auto nel 2018 (sei volte tanto quelle del 2004). Numeri non da poco. Ce la faranno? Bocelli canta Nessun dorma della Turandot e Marchionne assicura che sì, ce la faranno, perché «Alfa Romeo è la nostra Turandot. Lo è per la sua genesi travagliata, quella di un capolavoro rimasto per lungo tempo incompiuto».

 

 

Giulia Alfa Romeo, un gioiello. Un capolavoro che è solo il primo di altri sette modelli completamente nuovi. E che porta la firma di un team di ingegneri, tecnici e designer rinominati Skunks. Come lo staff della Locked Martin che, durante la guerra, in un bunker nascosto crearono in pochissimo tempo lo Shooting Star, il primo caccia a reazione americano. Un gioiello. Come quest’auto. A trazione posteriore come le grandi Alfa del passato (con opzione trazione integrale). Con un motore turbo benzina 6 cilindri da 510 CV di origine Ferrari/Maserati (che consente alla vettura di passare da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi). Perfetta distribuzione dei pesi (50/50 tra i due assi), sospensioni raffinate, tecnologia Torque Vectoring per il massimo controllo della stabilità, fibra resistente e ultra-leggera in carbonio e alluminio. Cofano lungo, parafanghi muscolosi, sbalzi ridotti, un profilo dinamico “a goccia” che ricorda la meravigliosa Giulietta Sprint.

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Il capo del brand, Harald Wester. (AP Photo/Antonio Calanni)

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Il CEO Sergio Marchionne. (AP Photo/Antonio Calanni)

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Il CEO Sergio Marchionne. (AP Photo/Antonio Calanni)

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Sergio Marchionne e John Elkann. (AP Photo/Antonio Calanni)

La cena firmata Da Vittorio. Tanta meraviglia non poteva che terminare in un momento di ristoro altrettanto eccellente. Naturalmente e fortunatamente italiano. E, udite udite, bergamasco. Ebbene sì: Silvia Trabucco, responsive public relations&events di Fiat Group, ha pensato proprio a Da Vittorio, il tre stelle Michelin di Brusaporto guidato dalla famiglia Cerea, a cui è stata affidata l’organizzazione, per tre giorni consecutivi e per 500-600 ospiti al giorno, dell’aperitivo e dell’elegante cena servita a chiusura della presentazione. Lo chef Chicco Cerea ci svela un po’ di numeri e di retroscena: una 70ina le persone dello staff del ristorante, tra sala e cucina, impegnate per l’evento, 18-20 l’ora dell’aperitivo, 80 i giornalisti con buffet/saletta stampa dedicato, 4 le portate servite al tavolo per la cena, durata un’ora e un quarto. Presenti, dati il prestigio e la portata della manifestazione, tutti e tre i fratelli: gli chef Chicco e Bobo e il maître sommelier Francesco; affiancati per l'organizzazione dall'event planner Gaia Gionchetti, per la cucina da Massimo Malighetti, e per la sala da Fabio Indalizio. Un servizio «impegnativo», rivela Chicco, ma anche molto soddisfacente, ripagato dalla stretta di mano di Marchionne e dal suo: «Siete stati fantastici!». Niente male.

Del resto, bastava dare un occhio al menu. Si iniziava con delicati Fiori di zucca ripieni di ricotta e mentuccia, per continuare con una raffinata Spuma allo zafferano e granita di erbe del Mediterraneo. Un primo piatto sofisticato ma ad effetto: Conchiglioni al ragù di crostacei.  Pesce (la specialità di casa Da Vittorio) anche per il secondo: Filetto di rombo con tortino di melanzane, pomodori canditi, olive e capperi. E poi, il dolce: Crema di fragoline di bosco con gelato alla panna e buffet di ciliegie, albicocche, fragole e piccola pasticceria. Chicca finale: i cannoncini live, cioè riempiti di crema al momento direttamente dalle mani degli chef. Fate voi!

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