La comunità don Milani a Sorisole Il bene che si fa giorno per giorno
Da decenni, precisamente dal 1927, il Patronato San Vincenzo cerca di aiutare le persone in difficoltà. È un progetto “di periferia” che, a Bergamo e a Sorisole come a Clusone e in Bolivia, accoglie ragazzi, senzatetto e stranieri provenienti da situazioni di disagio e di marginalità, offrendo un giaciglio e insegnando loro un mestiere. Dal 2016 il Patronato si racconterà attraverso un calendario dedicato, di anno in anno, a una delle sue opere: i prossimi dodici mesi illustreranno l’Opera don Milani di Sorisole, una bella realtà che vale la pena di scoprire.
La storia. È il 1958 quando don Bepo Vavassori (1888-1975) si mette alla ricerca di un terreno nelle vicinanze di Bergamo che possa ospitare una nuova casa del Patronato. Il suo cammino termina a Sorisole dove, quasi per caso, s’imbatte nel Santuario della Madonna dei Campi, una bella chiesetta di pietra del Quattrocento che solitaria si erge nella campagna. Il 2 luglio viene posata la prima pietra del complesso, già in funzione un anno dopo ma terminato solo sul finire del 1959 con la costruzione di due edifici: la Casa di Formazione, destinata ad accogliere il personale da preparare alla missione educativa e a quei giovani che mostrano segni della vocazione sacerdotale, e la Casa Colonica.
L’Opera don Milani. Quattro lustri più tardi, nel 1978, don Fausto Resmini fonda la Comunità don Milani, una struttura che si fa carico soprattutto di giovani fra i 15 e i 18 anni - limite che talvolta, in accordo con il Ministero della Giustizia, viene esteso ai 21 -, portatori di ciò che viene definito “disagio esistenziale”. In altri termini, i ragazzi accolti provengono da contesti difficili e hanno problemi a integrarsi nella società: alcuni, per esempio, sono allontanati dal nucleo familiare di origine, considerato inadeguato, fino al raggiungimento della maggiore età e dell’autonomia, mentre altri sono minori affidati alla comunità in custodia cautelare poiché colti in flagranza di reato.
Alla fine degli anni Novanta è nato anche il centro di primo ascolto, per rispondere concretamente alle tante richieste d’aiuto da parte dei genitori o dei ragazzi stessi. Si sono messi così a frutto anni di esperienza maturati nell’educazione e nell’accoglienza degli adolescenti, fornendo un servizio prezioso e indispensabile: il centro d’ascolto infatti è un punto di riferimento anche per quei giovani che apparentemente vivono serenamente ma in realtà sono alla ricerca di risposte difficili da trovare da soli. A tutte queste persone la comunità dà non solo consigli o, nei casi più gravi, un posto per dormire, ma anche e soprattutto la possibilità di riabilitarsi, di crescere e formarsi, di essere nuovamente padroni del proprio destino.
Prepararsi al futuro. Fra i migliori strumenti di riabilitazione e integrazione sociale spiccano sicuramente la scuola e il lavoro. Non a caso a Sorisole trovano spazio un Centro di Formazione Professionale, dove è possibile essere seguiti in un percorso scolastico e culturale individualizzato, e laboratori di vario tipo come falegnameria, serigrafia, legatoria e assemblaggio. L’obiettivo è sviluppare sia le abilità di base necessarie per qualsiasi lavoro (puntualità, ordine, rispetto dei ruoli), sia competenze più specifiche e professionalizzanti in vista di un futuro lavorativo.
Fra le tante iniziative degne di nota c’è anche la fattoria didattica Pachamama. I minori accolti in comunità imparano così i segreti del lavoro nelle stalle e nei campi o, più semplicemente, assaporano in modo diverso il rapporto con gli animali e la terra, diventando protagonisti di un’esperienza coinvolgente ed emozionante. L’idea è apparsa talmente bella che, dal maggio 2011, è stata riproposta, con alcune variazioni, anche ai bambini degli asili nido, delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e dei CRE.
Il Servizio Esodo. Nato nel 1992 per volontà di Don Fausto Resmini, dal 2005 il Servizio Esodo è gestito interamente dal Patronato San Vincenzo. Anche in questo caso la missione è aiutare le persone che vivono situazioni particolari e difficili, fornendo loro un pasto caldo. Ogni sera, puntualmente, il camper del Servizio Esodo e la mensa serale Posto Caldo assistono tossicodipendenti, senzatetto ed ex carcerati senza prospettive, ma anche tutti quegli individui che, da un momento all’altro, si sono trovati in situazioni di povertà e marginalità. Donne sole con figli a carico, soggetti anziani privi di risorse, uomini senza lavoro, sono soggetti su cui è facile scaricare ansie e paure, soggetti la cui “estraneità” è vista come minaccia alle proprie sicurezze. Per loro, senza distinzioni e pregiudizi, la comunità Don Milani di Sorisole mette a disposizione ogni giorno cibo e una quarantina di posti letto.
Il calendario darà spazio a volti e immagini di questo splendido progetto. Per non dimenticarsi di chi ha bisogno d’aiuto e di chi, spesso nell’ombra, dona e valorizza la propria esistenza per rendere migliore quella degli altri.