Parte l’edizione numero 39

La costellazione di Bergamo Jazz conquista pure la Carrara e la Mai

La costellazione di Bergamo Jazz conquista pure la Carrara e la Mai
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«Sarà una settimana memorabile: unitevi a noi per celebrare tutti insieme una musica bellissima in una città meravigliosa». Entusiasmo alle stelle quello del grande trombettista Dave Douglas da New York, per il secondo anno consecutivo direttore di Bergamo Jazz. L’edizione numero 39, dal 19 al 26 marzo, organizzata al solito dall’Assessorato alla Cultura e dal Teatro Donizetti - fa scintille: i concerti «di peso» sono a teatro - Donizetti, soprattutto, e Sociale -, ma il resto, che chiamare contorno è riduttivo, va a occupare pacificamente tutti i luoghi della cultura cittadina. Anche l’Accademia Carrara e la biblioteca Angelo Mai. E poi i locali, con concerti a tutte le ore, e Città Alta novella New Orleans con una «parade» sulla Corsarola. Infine, una nuova rassegna dedicata ai giovani - «Scintille di Jazz», si chiama - e tante iniziative trasversali (programma su www.teatrodonizetti.it).

Insieme alla primavera sboccia così la stagione italiana della musica afroamericana, a cui la rassegna bergamasca dà il la. L’inizio, come ormai consuetudine da tempo, va a braccetto con il Bergamo Film Meeting, domenica 19 all’Auditorium di piazza della Libertà con la sonorizzazione in diretta di Paris Qui Dort (film del 1925 di René Claire) e il gruppo Pigmenti che accompagna l’action painting dello spagnolo Zesar Bahamonte. La fine, invece è affidata alle tre serate clou, con due nomi per ogni data, al Teatro Donizetti, da venerdì 24, a domenica 26 marzo.

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Bill Frisell - Kenny Wollesen

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Marilyn Mazur's Shamania

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Regina Carter

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Rudy Royston Orion Trio

Tutta la settimana, però, la costellazione del jazz splende alta sopra le Mura venete. Concerti di giovani leve autoctone e importanti artisti internazionali, proiezioni, iniziative didattiche, mostre fotografiche. C’è pure un incontro sulla proposta per una nuova legge per lo spettacolo da vivo, con particolare riferimento al jazz. Contaminazione con equilibrio fra tradizione e innovazione, momenti spettacolari e di approfondimento. Nel cartellone meritano una segnalazione le «scintille» dei giovani italiani Tri(o)ttico, Roberto Frassini Moneta, Tommaso Lando, Andrea Andreoli, Gianluca Di Ienno e Camilla Battaglia, dislocate in vari locali; i concerti in solo dei big Evan Parker (ai sassofoni alla biblioteca Angelo Mai, il 24 alle 18) ed Ernst Reijseger (al violoncello all’Accademia Carrara, il 25 alle 11); il pianista norvegese Christian Wallumrod con il suo lirico ensemble (all’Auditorium di piazza Libertà, il 25 alle 17) e la street parade della Maxentia Brass Band il 23 sulla Corsarola.

Veniamo ai teatri. Al Sociale la serata di giovedì 23 sarà aperta dall’Orion Trio del batterista Rudy Royston, il sassofonista Jon Irabagon e il bassista Yasushi Makamura: quindi ecco Francesco Bearzatti Tinissima Quartet con il suo corposo omaggio a Woody Guthrie e alla canzone di protesta americana. Protagonista del pomeriggio di domenica 26 (ore 17) è il quartetto del sassofonista inglese Andy Sheppard. Infine il Donizetti. Venerdì 24 marzo si parte con Bill Frisell, chitarrista che ha aperto nuove strade, in coppia con il batterista Kenny Wollesen, poi la diva del violino jazz Regina Carter con l’ultimo omaggio a Ella Fitzgerald (il prossimo 25 aprile c’è il centenario della nascita). Sabato 25 l’Organ Quartet del multiforme contrabbassista William Parker, con l’emergente sassofonista James Brandon Lewis, precende le dieci strumentiste - più una danzatrice - del Marilyn Mazur’s Shamania, provenienti da Danimarca, Svezia e Norvegia, guidate dalla carismatica percussionista. Infine domenica 26 il trio della sassofonista cilena Melissa Aldana precede il geniale Enrico Pieranunzi, solista e autore per la corposa Brussels Jazz Orchestra, diretta dal trombettista Bert Joris.

I gioiellini di Bergamo si passano il testimone. Non è vero che le cose peggiorano sempre. E non è vero che i bergamaschi non sanno fare rete. Quasi mai vero. Tutto ciò per dire che negli anni la regia delle manifestazioni culturali, in città, è migliorata nettamente. Ci si coordina, si promuovono eventi a più mani. Contaminazione, dialogo, nuove prospettive. Basta, in linea di massima, sovrapposizioni che lasciavano attoniti i bergamaschi che alle loro kermesse, soprattutto se si parla di due gioiellini come Bergamo Film Meeting e Bergamo Jazz, ci tengono. Fino a qualche anno fa, appunto, succedeva: il festival  jazz finiva per essere programmata in uno dei due weekend del Bfm. Oggi non è più così. Anzi, i due gioiellini si «battono il cinque», si passano il testimone. Lo fanno con classe nel pomeriggio di domenica 19, prima con la proiezione del film «Nowhere To Go» (1958) diretto Seth Holt e musicato dal trombettista Dizzy Reece, e poi con una doppia performance: il trio Tino Tracanna musicherà dal vivo, in scena, dapprima il film di René Clair «Paris Qui Dort» (1924), poi si allargherà alla voce di Awa Fall e al trombone di Andrea Baronchelli, interagendo con il live painting dello spagnolo Zësar Bahamonte organizzato da Pigmenti. Una triangolazione di collaborazioni, addirittura.

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