La “grapa col café” e il suo valore prodigioso nella cultura orobica
Una medicina infallibile che si cominciava a prendere da bambini
di Ezio Foresti*
Basta farsi raccontare qualche memoria d’infanzia dai nonni di oggi per aprire scenari incompatibili con qualsiasi regime pedagogico o alimentare. Non era infrequente il caso di chi riceveva il battesimo della grapa in età prescolare, anche se lo spirito era diluito in altri liquidi altrettanto perniciosi, come il caffè. Ed erano proprio i nonni a provvedere all’iniziazione.
Alla conquista dell’età adulta si invertivano le dosi, macchiando l’alcolico con un goccio di caffè, ma la sostanza rimaneva invariata. Sottoposti a questa terapia d’urto, i piccoli sviluppavano un sistema immunitario formidabile, se riuscivano a raggiungere la pubertà.
Notevoli anche le presunte qualità terapeutiche della grappa, autentica panacea del nostro mondo contadino. Per le malattie respiratorie era auspicabile aggiungerla come elemento medicamentoso al già ricco latte delle nostra vacche, perché la fa südà. Se la malattia progrediva, era sufficiente aumentare progressivamente le percentuali di grapa a sfavore di quelle di lacc.
Alla fine magari il malessere non se ne andava, ma la sobrietà sì.
Un altro impiego curativo è quello contro le infiammazioni esterne e interne,anche se a rigor di logica disinfettare una ferita e curare un ascesso non sono proprio la stessa cosa. Sorvolando sulla grapa spray prodotta dai veneti contro il Covid-19, è opportuno soffermarsi sulle qualità organolettiche di un liquido capace, con la stessa disinvoltura, di concludere un pasto pantagruelico o di alimentare un trattore agricolo.
Del tutto estranei ai concetti di grappa morbida, i nostri vecchi producevano combustibili con una gradazione alcolica illegale, secondo il principio che sotto i 40° l’è aqua. Definirne esattamente il sapore è poi impossibile, perché la prima sorsata annientava le papille gustative. Eppure l’abbiamo bevuta tutti e lo facciamo ancora, magari in dosi omeopatiche. Perché non ci sono più gli stomaci di una volta.
*in memoria
Una canzone di altri tempi. A noter ciochetù m'à piass ol vì bù, ol café co la grapa e la dòna di òter. A parte gli scherzi, avete provato, nella moka, a mettere la grappa al posto dell'acqua (anche metà e metà)? Rispetto al caffè corretto, Il gusto cambia. Se poi si mette la fiamma sulla tazzina, spegnendo la luce, l'effetto è assicurato.
si usava bagnare un batuffolo di cotone con la grappa per poi appoggiarlo alla gengiva per attenuare il male ai denti prima di andare dal dentista.formidabile la grappa speriamo che venga rivalutata,siamo pieni di schifezze che sono di moda,ma nocive alla salute
Francesco, come non essere d'accordo con Lei?
Bellissimo articolo.