Ad Azzano San Paolo

La nuova gastronomia e pasticceria La cucina casalinga si fa azienda  

La nuova gastronomia e pasticceria La cucina casalinga si fa azienda  
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Lo scorso sabato mattina, ad Azzano San Paolo, il profumo inconfondibile dei casonsèi alla bergamasca e di pasta all’amatriciana ha avuto la meglio sull’ennesimo acquazzone primaverile. Ombrelli alla mano, decine e decine di persone non si sono infatti lasciate scoraggiare dalla pioggia, e si sono unite ai festeggiamenti tutti culinari organizzati dalla famiglia Carlotti. Tra piatti di manicaretti per tutti i gusti, quello che si celebrava era un traguardo importante: i trent’anni dell’azienda di casa, La nuova gastronomia e pasticceria.

Come è nato tutto. È esattamente l’11 giugno del 1986 che, in una cucina di 40 metri quadrati, i coniugi Fabiano Carlotti e Nadia Perico danno il via all’avventura: fondare un’azienda gastronomica che si contraddistingua per la freschezza e la genuinità del prodotto. I frutti di quel sogno sono talmente vasti che in pochi anni diventa necessario dare loro più spazio, ed è così che, dopo il primo trasferimento avvenuto nel 1994 in una cucina di 600 metri quadrati, marito e moglie giungono alla scelta di costruire l’attuale stabilimento, sviluppato su ben 3mila metri quadrati, posto alla periferia di Azzano San Paolo.

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La crescita e i prodotti. «In questi anni c’è stata una grandissima evoluzione» ci racconta Carolina, la giovane figlia dei proprietari, entrata a far parte a tutti gli effetti della squadra ormai 5 anni fa. «Siamo arrivati a contare ben 300 articoli gastronomici diversi. Il nostro punto forte è che si tratta di prodotti curati interamente da noi. Ciò che vendiamo non contiene semi-elaborati, alimenti pastorizzati o trattati. Seguiamo la nostra merce dalla nascita alla consegna, a partire dalla farina, dalle uova, fino ad arrivare al condimento e ci occupiamo personalmente anche della consegna nei punti vendita». Carolina, che gestisce il marketing, ha il compito di monitorare le vendite, l’acquisizione di nuovi clienti e la gestione di quelli rodati. Anche l’organizzazione di fiere ed eventi è nelle mani del suo entusiasmo.

Il mercato. La Nuova gastronomia e pasticceria è infatti una realtà in continua crescita, che dal nucleo della Lombardia si dirama fino al centro Italia e travalica i confini nazionali per giungere in Francia, in Svizzera e in Germania. Nonostante la rete dislocata all’estero, tuttavia, il fulcro della vendita resta la bergamasca. «L’esportazione rappresenta una fetta minima della nostra produzione, circa il 10 percento. Non perché non sia presente interesse per il nostro prodotto, ma perché trattandosi di alimenti freschi, privi di qualsiasi tipo di conservanti, il margine di spostamento è limitato. Dopotutto, si tratta di piatti che ricalcano quasi totalmente la preparazione casalinga. Ad essere diversi sono solo alcuni processi legati al controllo della qualità, ma la durata della merce varia dai 10 ai 15 giorni».

 

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Dalla tradizione alle nuove tendenze. Proprio come se si trattasse del frigorifero di casa propria, La nuova gastronomia è insomma riuscita a realizzare l’ambizione di essere una sorta di intima azienda, dove i numeri della produzione industriale non costringono a rinunciare alla genuinità. Festeggiando i suoi trent’anni, la famiglia Carlotti ha celebrato una solida tradizione, ma l’azienda non dimentica di mettersi in ascolto delle attuali mode alimentari, come spiega Carolina. «C’è una grande attenzione alle nuove tendenze: siamo stati tra i primi a produrre la maionese vegana, a base di latte di soia. Prestiamo una cura particolare anche all’ambiente. Per esempio, utilizziamo il fotovoltaico, sfruttiamo fonti di energia rinnovabili. È importante per noi seguire ogni anello della catena, perché ognuno di loro influenza il prodotto.»

Buoni propositi per il futuro. Rispetto al domani, Carolina è risoluta: «Confido nella possibilità di crescere ulteriormente all’estero, senza smettere di consolidarci anche all’interno del mercato italiano, realizzando l’obiettivo di distribuirci in maniera più capillare. Sono entrata in azienda in un periodo un po’ particolare, in concomitanza al boom della crisi economica. L’inizio è stato difficoltoso, ma ci ho messo tanta volontà. Sono riuscita ad invertire il trend, portando nuovi clienti, puntando maggiormente sul rapporto diretto con il consumatore, senza intermediari». E mentre Carolina mi allunga l’omaggio gastronomico previsto per tutti gli invitati, le chiediamo la sua preferenza. «Il mio piatto preferito? Quello attuale è la pasta all’amatriciana, è un classico che abbiamo appena inserito. Ma ad essere sincera, le mie preferenze cambiano di continuo».

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