Orobie da amare

Val Sanguigno, perfetta d'autunno

Val Sanguigno, perfetta d'autunno
Pubblicato:
Aggiornato:

La Val Sanguigno è una valle minore, sussidiaria della Val Seriana e posizionata alla sua destra orografica. Situata nel comune di Valgoglio, è un piccolo angolo di Paradiso incontaminato, percorsa in tutta la sua lunghezza dal torrente omonimo, che raccogliendo i suoi numerosi affluenti crea piccole cascate, forre e rigagnoli che durante la stagione estiva fanno la gioia di grandi e piccini. In questa stagione diventa spesso meta dei fungaioli, che nelle sue praterie possono, con un po' di fortuna e nelle giuste giornate, dedicarsi alla ricerca dei famosi miceti.

1 - Autunno - Il torrente Goglio
Foto 1 di 4

Il torrente Goglio

2 - Autunno - Rifugio Gianpace
Foto 2 di 4

Rifugio Gianpace

3 - Autunno in Val Sanguigno
Foto 3 di 4

Autunno in Val Sanguigno

4 - Autunno - Baita Salina
Foto 4 di 4

Baita Salina

Accesi e sentieri. Il percorso più breve parte dall’abitato di Valgoglio, celebre per il famoso giro dei laghi, in prossimità della centrale idroelettrica di Aviasco. Il primo tratto, marchiato dal segnavia CAI numero 232, è anche conosciuto come Sentiero dell’Alto Serio. Il percorso costeggia il torrente Sanguigno toccando il bellissimo Rifugio Gianpace dopo poco meno di un’ora di cammino e prosegue in direzione delle baite di Val Parma e di Presponte. La traccia poi si divide, culminando a ovest in direzione del Passo di Valsanguigno e del Rifugio Laghi Gemelli, a est si raggiunge invece il Passo del Farno e il sottostante Lago Colombo. La valle può essere percorsa in tutta la sua lunghezza anche con partenza dal piccolo e caratteristico borgo di Novazza, in prossimità dell’omonime miniere. Sfruttate nel secolo scorso per l’estrazione dell’uranio sono tornate alla ribalta negli ultimi anni per l’estrazione della Pietra Verde, preziosa e ricercata proprio per il suo colore. Il sentiero trova il suo via proprio in prossimità dei giacimenti (m.1050). Dopo un breve tratto in falsopiano sale inoltrandosi nella faggeta, costeggiando i vari ral segnalati con appositi cartelli in legno infissi nei tronchi degli alberi. Il percorso inizia a salire più ripido, costeggiando il torrente che in questo punto crea giochi d’acqua e bellissime cascatelle, fino a raggiungere il Rifugio Gianpace.

5 - Autunno - Cavalli liberi al pascolo
Foto 1 di 4

Cavalli liberi al pascolo

5 - Autunno e panorami
Foto 2 di 4
6 - Monte Crapel e Pizzo Salina
Foto 3 di 4

Monte Crapel e Pizzo Salina

7 - La Corna Rossa
Foto 4 di 4

La Corna Rossa

Selvaggia e incontaminata. La Val Sanguigno resta una delle zone più belle e incontaminate delle nostre Alpi Orobie. Viene compresa integralmente nel Sistema Rete Natura 2000 e nel progetto Biodiversità Orobica in Val Seriana. Appare subito, agli occhi dell’escursionista, ricchissima in termini di biodiversità animale e vegetale. La quasi totale assenza dell’uomo ha permesso un particolare habitat in cui trovano spazio l’aquila, il capriolo, il camoscio, l’ermellino e il raro coleottero endemico Ubychia leonhardi Reitter, presente solo in Lombardia. È caratterizzata da numerosi sorgenti d’acqua, alimentati dai tanti laghetti naturali e artificiali, stagni, pozze e torrenti presenti. Spesso troviamo cavalli liberi di pascolare e capre di montagna, che trovano in queste praterie un luogo perfetto.

Anello tra le montagne della Valsanguigno. Con partenza dal Rifugio troviamo numerose escursioni, poco difficili e adatte a tutti, che si snodano sulle montagne circostanti e rivelano la Val Sanguigno in tutta la sua bellezza. Riportiamo in questo articolo la più bella e appagante. Lasciando il Gianpace alle nostre spalle continuiamo in direzione ovest, percorrendo il fondovalle e costeggiando il torrente Goglio, fino a incrociare il sentiero CAI 267, con chiare indicazioni per il Lago Nero. Proseguiamo, raggiungendo la Baita Salina di Sotto (m.1605) e piegando poi a sinistra lungo la traccia di sentiero che aggira la montagna posta sopra di noi. Continuiamo a salire seguendo la traccia nell’erba, che con alcuni zig zag ci porterà alla Baita Salina di Mezzo (m.1888). Attraversiamo il torrente, posto a sinistra del casolare, toccando un ultimo capanno posto a metri 2020. Con un po' di fatica risaliamo il fondo pietroso che conduce a una larga sella dove, deviando ancora a sinistra, tocchiamo la cima erbosa del Monte Crapel (m.2128). Ritornati alla sella precedentemente citata saliamo la cresta alla nostra destra, sempre su tracce di sentiero, raggiungendo tra saliscendi i laghetti della Corna Rossa, quattro bellissimi specchi d’acqua di origine naturale. Il luogo ideale per una pausa.

 

 

In prossimità del terzo laghetto si snoda, alla nostra destra, una traccia di sentiero che risale lungo la pietraia e culmina in prossimità di un canalino pietroso. Lo risaliamo con la dovuta attenzione fino ad arrivare a una seconda sella, a metri 2450, dove deviando a sinistra possiamo percorrere la cresta, in alcuni punti abbastanza esposta, che ci porterà alla vetta del Pizzo Salina (m.2495), punto più alto di questa bellissima escursione. Sulla vetta, oltre allo stupendo panorama che ci attende, troviamo un omino di pietre, posto a monito della conquista appena avvenuta. Abbiamo appena toccato le cinque ore di cammino.

Ma il panorama che spazia sulle valli circostanti e sulla cime appena guadagnate ripaga lo sforzo appena compiuto! Recuperate le energie vale la pena di proseguire per la terza montagna della giornata. Ci abbassiamo lungo il versante opposto, inizialmente su erba e roccette. Scendendo la cresta diventa prevalentemente erbosa, portandoci a una biforcazione. Prendiamo il sentiero di sinistra e percorrendo quella che è chiamata sulle carte come Costa di Corna Rossa ci abbassiamo fino al suo culmine, dove a metri 2078 troviamo una madonnina che domina sul Paese di Valgoglio e la nostra pianura. Abbiamo cosi guadagnato la terza vetta della giornata! Il percorso continua in discesa diventando sentiero poche centinaia di metri dopo, portandoci alla Baita Salina di Sotto e al poco distante Rifugio Gianpace. Una gita di tutto rispetto tra paesaggi e luoghi incontaminati, che a seconda dell’allenamento può toccare le otto ore di cammino e raggiunge i 1500 metri di dislivello.

 

Baita vecchia di sotto

 

Il rifugio Gianpace. Posto si di un poggio erboso a metri 1331 è gestito da Osvaldo Seghezzi, presidente dell’associazione Amici di Andreino e Gianpace. Maestro di sci, con alle spalle diversi anni di esperienza nella gestione di baite e rifugi, ha contribuito per anni con i genitori alla gestione del Rifugio Alpe Corte in Valcanale. Una garanzia per una calorosa accoglienza, dove tra buona cucina e saggi consigli possiamo passare piacevoli giornate in valle tuttora incontaminata e solitaria. Il rifugio dispone di 22 posti letto, 18 in camerata e 4 in camera separata. Per contattare il suo gestore e per eventuali prenotazioni chiamare il numero 3472191628.

Seguici sui nostri canali