La Via Mala, in tutto il suo fascino
Immagine in copertina Alex Barcella.
Immagini articolo Roberto Baccalà.
Non sappiamo se siano stati i vertiginosi precipizi a terrorizzare i viaggiatori che già centinaia d’anni fa la percorrevano. Il nome, però, spiegherebbe molte cose. La Via Mala collega da tempo memorabile la Val di Scalve con la Val Camonica, percorrendo nella sua lunghezza la Valle del Dezzo. Le auto oggi utilizzano una nuova strada, quasi interamente in galleria, ma il vecchio itinerario può essere ancora percorso a piedi. Nella bella stagione anche sul fondo del “canyon”, dove i dirupi si trasformano in pareti alte centinaia di metri, lasciando chi la percorre, è il caso di dirlo, di ghiaccio!
Un po' di storia. La costruzione della Via Mala (strada statale 294), che unisce i paesi di Dezzo e di Angolo, è in realtà abbastanza recente, anche se le forre scavate dal fiume Dezzo erano frequentate fin dalla preistoria, come testimoniano gli svariati percorsi che avevano proprio la funzione di collegare trasversalmente i due versanti della valle. Anche i romani hanno lasciato tracce della loro presenza in Val di Scalve, utilizzando un piccolo sentiero, conosciuto come «Lungo», con il quale il materiale estratto dalle miniere di Schilpario veniva trasportato a Borno, in Valle Camonica, per venire lavorato.
Le pareti a precipizio non dovevano sicuramente intimorire gli abitanti della Valle di Dezzo, che si avventuravano lungo questa angusta via: larga non più di 80 centimetri, presentava suggestivi tratti scavati nella roccia e veniva percorsa sia in estate che in inverno (utilizzando delle slitte per il trasporto del materiale ferroso). Partiva dalla località Castello, in Val di Scalve, e arrivava ad Angolo Terme, in Val Camonica. Il progetto di collegamento tra la Val di Scalve e Angolo fu realizzato invece al 1862 e tre anni più tardi la strada divenne transitabile.
Purtroppo la geologia del territorio non ha aiutato la Via Mala che nel corso degli anni si è vista più volta interrotta. Alluvioni durante il periodo primaverile, gelate e slavine d’inverno, caduta di massi d’estate portarono, nel 1960, alla prima costruzione delle gallerie che compongono la strada odierna. Altre gallerie sono state poi scavate nel corso degli anni per rendere sempre più sicuro il tragitto, relegando l’antico tracciato e le sue meraviglie a qualche affascinante ricordo lontano.
La Via Mala oggi. Fino a quando, una decina di anni fa, un gruppo di architetti, supportati da Provincia, Regione e Comuni, hanno approntato un progetto di recupero di tutta la Via Mala, rendendola agibile per chi volesse percorrerla a piedi. Ma attenzione: quella che durante la stagione estiva è una facile passeggiata diventa, durante l’inverno, un itinerario di ghiaccio, da percorrere con estrema prudenza. In questo periodo dell’anno possiamo assistere a uno spettacolo formidabile, creato dalle cascate che cristallizzano e dalle stalattiti che scendono dalle pareti a strapiombo. Se troviamo una giornata di sole, i giochi di luce e i riverberi tra i ghiacci sono praticamente assicurati, regalandoci colori caleidoscopici. I più temerari possono raggiungere la cascata di travertino, sicuramente congelata, e magari, con un po' di fortuna, incontrare qualche alpinista indaffarato nella sua ascesa. Poco oltre è invece possibile raggiungere il bellissimo terrazzo panoramico, di recente realizzazione.
Un percorso di circa 3 chilometri che in questa stagione dell’anno non può che lasciare a bocca aperta chiunque ci si avventuri Per percorrere la Via Mala si può partire da Colere, poi raggiungere Darfo Boario Terme e imboccare la Strada Provinciale (ex SS n. 294) per la Valle di Scalve in direzione di Schilpario. Dopo aver passato l’abitato di Angolo terme si prosegue lungo la strada fino al raggiungimento della seconda galleria. Tra la seconda e la terza galleria si possono riconoscere sul lato destro la scultura simbolo della Via Mala, che identifica l’ingresso, e il parcheggio per la ex casa cantoniera, ora Infopoint di Scalve. La bellezza della Valle viene completata dalla visita al museo della stessa, nella casa cantoniera riadattata.
Come già accennato, la lunghezza, il dislivello e la superficie del percorso lo rendono adatto a tutti durante la stagione estiva. Nel periodo invernale, oltre a un abbigliamento adeguato, sono necessari scarponcini da trekking e dei ramponcini, ottimi in caso di ghiaccio.