La zampata dei cuccioli dei Lions Le immagini epiche della finale
[Foto di Chiara Barbieri]
È domenica pomeriggio e le tribune del Centro Sportivo di Pero (provincia di Milano) sono gremite da quasi un migliaio di tifosi di football americano. Alle 17, puntuali e acclamatissime, scendono in campo le finaliste del campionato nazionale Under 19: Lions Bergamo e Marines Lazio. Dei Lions abbiamo sentito parlare l’ultima volta in occasione di un evento non lieto, quando Tommaso “Tommy” Zambonelli, durante la partita contro i Panthers del 19 ottobre, dopo uno scontro aveva perso conoscenza ed era stato ricoverato d’urgenza al Papa Giovanni XXIII. Tommy era già sveglio il giorno dopo, in realtà, insperatamente e fortunatamente. E qualche settimana più tardi era a fianco della sua squadra, prima del previsto, ovviamente. Ieri ha portato in campo, numero 30 sulla maglia, la bandiera della vittoria. E ha guardato i suoi compagni conquistare la finale, il pubblico gridare: «Campioni d'Italia!». Ma andiamo con ordine. Innanzitutto, la partita della vittoria.
Foto di Chiara Barbieri.
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Cronaca di una partita stravinta. Dopo l’inno di Mameli e il fischio d’inizio, i Lions non danno nemmeno tempo agli avversari laziali di adattarsi alla nebbiolina piovigginosa della pianura Padana: i ragazzi allineano 3 touchdown, portati a segno dall’indiscusso talento di Valerio Cuomo, 2 field goal di William Testa, uno dei quali da 35 yard, e un paio di intercetti (Luigi Malvestiti e Matteo Russo) che chiudono il secondo quarto con un punteggio di 27-0. A pochi minuti dall’inizio del terzo quarto, la squadra orobica porta nuovamente la palla oltre la linea di endzone, questa volta con una corsa di 20 yard di Tommaso Brambilla (avete presente quelle cose belle che vedete nei film americani, con uno che dalla mischia si stacca e corre via, da solo, e non riescono più a prenderlo? Ecco), che fa salire il risultato a 34-0.
È a questo punto che l’attacco dei Marines fa del suo meglio, riuscendo ad arrivare molto vicino alla goal line avversaria (a meno di uno yard, cioè 90 centrimetri circa). Ma il muro della difesa bergamasca li blocca lì, a novanta centrimetri dalla linea. E i romani restano di nuovo a bocca asciutta. L’ultimo quarto è pura formalità, i Lions non lasciano nessun margine di guadagno agli avversari, concedendosi ancora un intercetto (Tommaso Aldeghi) e la partita si conclude 34-0. «Asfaltati», commenta uno che segue solo il calcio ma che un 34 a 0 lo capisce bene comunque, cosa significa. In numeri e nello specifico, si declina in: quattro touchdown, due field goal, nessun punto subito, tre intercetti e solo cinque down concessi agli avversari. E i Lions alzano la coppa di campioni d’Italia, mentre vanno a Tommaso Brambilla e Valerio Cuomo rispettivamente i premi di MVP (Most Valuable Player) dell’attacco e MVP assoluto dell’incontro.
Foto di Chiara Barbieri.
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Il campionato perfetto. Poi bisogna dire che, in questi tre mesi di campionato Under 19 (in cui si sono sfidati 23 team), era già tutto più che chiaro. I Lions hanno disputato, dal 4 ottobre a ieri, 9 partite, in tante hanno cucito addosso agli avversari un bel cappotto (34-0 e 37-0 contro i Giaguari Torino; 57-0 e 66-0 contro gli Storms Pisa; 36-7 e 30-0 contro i Panthers Parma; 42-0 contro i Warrios Bologna) e in nessuna sono stati sconfitti: al momento della foto finale con coppa e bandiera ci tengono a ricordarlo a tutti, e gridano insieme: «Nove fatte, nove vinte!».
Ma la vera impresa i giovani leoni bergamaschi se la son giocata contro i campioni in carica, i temibili Seamen Milano, affrontati in semifinale il 20 dicembre, a Milano. Un 33 a 20 combattuto e sudatissimo, destinato a rimanere nei cuori dei giocatori e dei tifosi. IFL Magazine, il portale d’informazione del football italiano, prima della partita pronostica: «I Seamen sono troppo forti per chiunque». E alla fine si arrende di fronte all’evidenza, con toni epici che fanno ben intendere la stupefacente conquista: «I Lions hanno affondato la portaerei Seamen» (Seamen vuol dire marinai, ndr).
Una bella squadra. Del resto, la giovanile dei Lions, una trentina di ragazzi che si allena tre volte alla settimana sotto la guida di Aristide Marossi (head coach) e Gianluca Ventura, ha lavorato davvero sodo quest’anno e sta mettendo le fondamenta per una futura prima squadra davvero da temere. Il team ha dimostrato una costanza, una fermezza e una dedizione encomiabili. E cuore, ovviamente, quello che sanno avere i ragazzi quando si stringono attorno a un compagno in ospedale e mettono il suo numero sui loro caschi. E appena fuori dal campo, infangati e sudati da capo a piedi, dicono: «No ma coi Seamen è stato peggio». Mentre ridono al compagno coi ricci ribelli: «Avevi promesso pelato, adesso vado a prendere la macchinetta per rasarti a zero». Poi stappano lo spumante senza agitarlo prima e quindi non fa spettacolo. Con una tenerezza e un sorriso che niente. Ragazzi. Campioni.