Il rifugio Luigi Albani in inverno tra ciaspolate e tantissimi eventi
Il paesaggio che regala la Presolana, "Regina delle Orobie", è tra i più belli e incontaminati delle nostre valli. La sua parete nord, che dal rifugio Albani sembra quasi di poter essere toccata, in questa stagione è resa ancora più suggestiva e particolare dal bianco manto che ne ricopre pareti, canali e torrioni. Per ammirare questa meraviglia possiamo seguire uno splendido itinerario, che ci porterà al cospetto di questo “regno di ghiaccio”, famoso non solo per l’alpinismo, ma anche per la storia che lega questa montagna alle estrazioni di minerale avvenute fino agli anni ’70. Al cospetto di questa strapiombante parete troviamo il rifugio Luigi Albani, tra i pochi aperti durante la stagione invernale e punto di arrivo di questa bellissima escursione.
La partenza. Per raggiungerlo dobbiamo spostarci al confine delle nostre Orobie, nella bella e selvaggia Val di Scalve. Il via della nostra escursione è alla frazione Carbonera di Colere, dove possiamo trovare parcheggio in prossimità delle piste da sci. Imbocchiamo il sentiero CAI 403, che sale nel primo tratto lungo la strada forestale, in questa stagione ghiacciata o coperta dalla neve. Il tracciato è sempre ben segnalato da cartelli gialli con rappresentato il simbolo dello scialpinista e prosegue nel bosco evitando le piste da sci (che non possono essere assolutamente risalite). Dopo circa un’ora di cammino, raggiungiamo Malga Polzone e un bellissimo panorama sulle cime circostanti. Alle spalle della struttura continua il sentiero che attraversa la vecchia “Pista Italia”, oggi non più utilizzata. Sempre marchiato da segnavia gialli, il nostro tracciato risale fino alle miniere, ormai chiuse, e al vicino rifugio Luigi Albani, posto a metri 1939.
Un po' di storia. Poco prima di raggiungere il rifugio, troviamo le ex baracche dei minatori, altro pezzo di storia che lega questa montagna agli uomini della Val di Scalve che per anni hanno estratto il minerale dalle sue viscere. Sono ancora visibili gli ingressi delle miniere (chiuse nel 1980) e una piccola esposizione delle attrezzature di lavoro utilizzate per l’estrazione del minerale. La nascita di un rifugio vicino alla parete nord della Presolana risale al lontano 1912, grazie all’impegno di alcuni amici che rilevarono, nella zona del laghetto di Polzone, due baite per minatori. Dopo averle arredate e sistemate, le battezzarono con i nomi di Trento e Trieste, rendendole luogo di appoggio per gli alpinisti. Negli anni, la Capanna Trieste venne donata al CAI di Bergamo e intitolata a Luigi Albani, pioniere dell’alpinismo bergamasco. Era dotata di cassetta del pronto soccorso, corde, chiodi e materiali necessari per l’ascesa alle Regina delle Orobie. Il rifugio, negli anni, subì però un lento degrado dettato dalla mancanza di un gestore stabile. Nel 1965 il CAI di Bergamo iniziò allora la costruzione del nuovo rifugio Albani, poco lontano dalla vecchia capanna e posto a 1939 metri.
I ruderi della diga del Gleno
Nei pressi della seggiovia Cima Bianca
Ferrante e Ferrantino
Uno sguardo al Pian di neve e all'Adamello
La parete nord della Presolana
Foto concessa dal Rifugio Albani
Primo raduno ciaspolatori e scialpinisti - Foto concessa dal Rifugio Albani
Il rifugio oggi. Il rifugio Albani da più di 50 anni offre ospitalità agli escursionisti che raggiungono questo luogo magico, regno dei primi, grandi alpinisti orobici. È dotato di 40 posti letto, 50 coperti per la sala da pranzo e 40 posti tavola esterni. Chicco Zani, gestore dello storica struttura, ci racconta le novità previste per l’inverno 2019: «Il rifugio è sempre aperto nei fine settimana, solo su prenotazione e in caso di gruppi numerosi nei giorni infrasettimanali. Il sabato sera, anche in questo caso sempre su prenotazione, sono previste delle ciaspolate in notturna nei pressi del rifugio, al cospetto della suggestiva parete nord della Presolana. Da quest’anno abbiamo allargato il sentiero CAI 403 che sale da Carbonera, rendendolo più accessibile. In alcuni tratti abbiamo ripristinato un vecchio tracciato, detto dei “minatori”, che permette di raggiungerci senza sconfinare sulle piste da sci. Sempre ben segnalato, è un percorso perfetto per ciaspolatori, scialpinisti ed escursionisti, che possono così raggiungerci senza pericoli. È possibile arrivare al rifugio anche salendo in seggiovia fino all’arrivo di Cima Bianca. Un comodo sentiero in lieve discesa, sempre battuto dal gatto delle nevi e segnalato da paletti rossi e bianchi, conduce all’Albani in circa mezz’ora di cammino - continua Zani -. Il 13 gennaio si è tenuto il Primo Raduno per scialpinisti e ciaspolatori, che ha visto impegnati 70 iscritti e circa 30 volontari. Siamo soddisfatti di questa prima edizione e ringraziamo tutti i partecipanti, la ProLoco di Colere, il CAI Val di Scalve e CNSAS di Schilpario, compresi tutti i volontari che ci hanno aiutato nella manutenzione del sentiero».
Le proposte invernali. Naturalmente, non mancano eventi e attrazioni. Da segnalare le “Ciaspolate con Luna Piena” nelle serate del 16 febbraio, del 23 marzo e del 20 aprile. Il 27 gennaio si tiene una giornata informativa di autosoccorso per l’utilizzo di pala, artva e sonda. Il 23 e 24 febbraio c'è “Sicuri sulla neve”, due giornate a cura di Yuri Parimbelli, famosa guida alpina bergamasca. Gli eventi continuano il 9 e il 10 marzo con le giornate dedicate alla Commissione Medica del CAI di Bergamo con tema “La paura del freddo e del buio”, mentre il 30 e 31 marzo “Yoga sulla neve” con l’insegnate Elena Filippi. La stagione "invernale" si chiude con la festa del 5 maggio. Tutti gli aggiornamenti sono disponibili sulla pagina Facebook del rifugio. Per prenotazioni e informazioni sulle aperture, sopratutto in caso di forti nevicate, è necessario informarsi al numero: 3493901953.
Conclusioni. Per raggiungere il rifugio Albani servono circa due ore e mezza di cammino, per uno sviluppo di 5 km (sola andata) e un dislivello positivo di 900 metri. La salita invernale è sicura e alla portata di tutti, anche se va affrontata con il giusto equipaggiamento. Premio per questa splendida ascesa è la soddisfazione di raggiungere uno dei pochi rifugi orobici aperti durante la stagione invernale, la sua buona cucina e la parete nord della Regina. Serve forse altro?