Per Amatrice

La Dea ha vinto la partita più bella

La Dea ha vinto la partita più bella
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È stata una grande festa. Di solidarietà per il popolo di Amatrice, di amore per l’Atalanta e di speranza per una qualificazione europea che continua ad essere ampiamente alla portata della squadra di Gasperini. La partita all’ora di pranzo con la Fiorentina ha radunato allo stadio di Bergamo quasi diciannovemila spettatori e se considerate che oltre 1.500 biglietti del settore ospiti sono rimasti invenduti si capisce molto bene come Bergamo e la sua gente abbiano risposto alla grande.

 

 

Tutti per Amatrice, ben cinquantamila euro in beneficenza. Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha concluso la sua tre giorni in terra orobica come ospite dell’Atalanta allo stadio. Il primo cittadino del paese gravemente colpito dal sisma dello scorso agosto è entrato in campo prima del fischio d’inizio con il presidente Antonio Percassi e c’è stato un simbolico scambio di maglie: al patron nerazzurro è stata donata una felpa di Amatrice, al sindaco è arrivata una maglia dell’Atalanta con il numero uno sulle spalle. Davanti agli occhi del ministro Martina e dell’onorevole Stucchi, l’abbraccio di Bergamo è stato totale e il pienone dello stadio ha permesso di devolvere in beneficenza per la ricostruzione del campo sportivo ben cinquantamila euro. Il ricavato della vendita è stato più alto ma, come ampiamente comunicato da Atalanta nei giorni scorsi, le spese e le imposte sono state sottratte per un’offerta che resta comunque grandiosa a favore del popolo di Amatrice.

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Durante l’intervallo, il sindaco di Amatrice Pirozzi ha voluto rendere omaggio di persona a tutti i ragazzi presenti in Curva Pisani e il suo passaggio è stato accolto con uno striscione eloquente: “Amatrice: Bergamo vi tende la mano, insieme ripartiamo”. Prima di fare ritorno in Tribuna e dopo tantissimi abbracci, il sindaco Pirozzi ha sentito partire il coro che tanto gli piace: “Noi non siamo terremotati”, completato da uno scambio di felpa e targa ricordo con gli ultras orobici.

 

 

Il colpo d’occhio allo stadio: tutto bellissimo. Oltre alla motivazione solidale, Atalanta-Fiorentina, per tutto il popolo nerazzurro, rappresentava la grande occasione per restare attaccati al treno Champions. La vittoria del Napoli sul campo della Roma aveva in qualche modo attenuato la tensione dell’attesa ma è indubbio che dopo la grande festa della scorsa settimana la voglia di stare al fianco della Dea per spingere Gomez e compagni verso l’ennesima impresa era assoluta. I primi tifosi hanno raggiunto lo stadio ben due ore prima del fischio d’inizio, la città si era appena svegliata per la colazione in centro e verso viale Giulio Cesare era già un brulicare di sciarpe e giubbetti camouflage. La Curva, nei giorni scorsi, aveva invitato tutti a portarsi qualcosa di nerazzurro da sventolare e man mano che si avvicinava il fischio d’inizio i decibel del tifo e la voglia di vedere una grande impresa aumentavano considerevolmente. Al momento dell’ingresso in campo, in Curva Pisani è stato sollevato lo storico e stupendo “Bandierone” e dopo oltre trent’anni l’impatto visivo è sempre quello emozionante del primo giorno. In Creberg e in Curva Morosini, altre due grandi bandiere nerazzurre (una con il logo del Club Amici e l’altra con lo scudetto atalantino) hanno regalato un colpo d’occhio da applausi proprio quando il sole faceva capolino tra le nuvole sopra l’impianto bergamasco.

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La partita: l’urlo del gol strozzato in gola. Il primo pareggio a reti inviolate visto a Bergamo non ha del tutto deluso le attese del popolo orobico. Fin dalle prime battute i nerazzurri hanno cercato di fare la gara, ma i 18.919 presenti hanno subito capito che sarebbe stata dura. Nel corso del primo tempo le squadre si sono affrontate a viso aperto, dopo l’intervallo la Dea ha fatto un po’ meglio ma i tifosi, per la seconda volta in questa stagione in casa, non hanno visto gol segnati dalla squadra di Gasperini. Sulle tribune in tanti sono rimasti stupiti dalla scelta di D’Alessandro tra i titolari, mentre nel finale in un paio di occasioni hanno quasi esultato per quello che sarebbe stato il diciassettesimo successo stagionale in campionato.

 

 

Nonostante qualche protesta per la direzione di gara di Guida (a noi è parso autore di una buona direzione di partita), il rammarico che resta al fischio finale non può che essere figlio dei primi attimi. Questa Atalanta ha 52 punti, gli scogli Napoli e Fiorentina sono stati superati agilmente e adesso non resta che imboccare a tutta velocità la discesa finale verso il grande sogno.

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