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Le 5 gelaterie più buone di Bergamo

Le 5 gelaterie più buone di Bergamo
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Primavera. Tempo di sole, primi caldi, vestitini leggeri, pomeriggi interi trascorsi in piscina sognando il mare, gite in montagna a prender fresco, di pic nic all'aria aperta e momenti liberi... sublimati dal gelato! Sebbene sia ormai sdoganato dagli stretti confini stagionali, i prossimi mesi sono il suo regno incontrastato. C'è chi lo sceglie sempre e solo nei suoi gusti preferiti e chi preferisce cambiare, cadendo ogni volta in nuove tentazioni. Fresco, cremoso, alla frutta, da passeggio o da tavolino, è una piccola gratificazione a portata di mano, ideale da concedersi in ogni momento del giorno, soprattutto sotto il solleone, o romanticamente di notte. Per scovare i migliori gelati di Bergamo, abbiamo testato per voi tutte le gelaterie della città e stilato la classifica delle migliori cinque. È stato un duro lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo...

 

VerdeRosa

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A metà strada tra il Parco Suardi e Borgo Santa Caterina c'è lei, una vetrina dai toni pastello che accoglie a stento lunghe file di golosi avventori: VerdeRosa, un nome, un programma. Che il gelato sia buono si sa, perché è lì da vedere e da gustare. Quello che però non tutti sanno è che l'anima della gelateria da 26 anni a questa parte è Giancarlo Bellelli. «Arrivo qui alle 6.00 e inizio a preparare gelati, in modo che sia già tutto pronto quando arrivano i primi clienti» racconta Giancarlo. Accanto a lui lavorano 8 persone, tra cui le sue due figlie. «Sono nonno, lo sai?». 53 anni, di cui la metà trascorsi tra il laboratorio e il bancone a combinare ingredienti, testare novità e trovare il modo di prenderci tutti per la gola sette giorni su sette, 365 giorni all'anno. «In media d'estate entrano circa dalle 500 persone al giorno fino a picchi di 1500-2000. Se a giugno, luglio e agosto va di gran lunga il cono o la coppetta da passeggio, d'inverno i clienti preferiscono le vaschette da asporto e la pasticceria fredda». Semifreddi, torte gelato, golose monoporzioni in vasetti di vetro sono solo alcune delle proposte alternative al gelato. In più, da circa sette anni, il negozio lascia spazio anche a specialità enogastronomiche: dalle brioche siciliane a particolari bottiglie di vino fino a etichette di birra artigianale. La gelateria è stata insignita del premio Artis della Regione Lombardia, che promuove l'artigianato d'eccellenza, e dal marchio di qualità Sono sostenibile rilasciato dalla Camera di Commercio di Bergamo, per il suo impegno nei confronti dell'ambiente.

  • Da provare: il gelato all'anguria e la pesca al prosecco.
  • Numero di gelati presenti al momento dell'intervista: 47 gusti.
  • Il titolare sceglie: il gusto cioccolato, in tutte le sue varianti.
  • Dove si trova: via Cesare Battisti 1/D, Bergamo.

 

La Romana

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Da maggio 2013, cioè dal giorno in cui ha aperto i battenti, ha iniziato a intralciare il traffico di via Tiraboschi. Sì perché la fila di persone che aspettano il loro turno (e il loro gelato) è così lunga da toccare la corsia preferenziale dedicata agli autobus. «In un mese passano qui dalle 35mila alle 40mila persone»: il proprietario Massimo Bellelli lascia che a parlare siano i numeri. Non è un'esagerazione. È una magia o, per dirla come lui, «tutta questione di freschezza e d'ingredienti». La gelateria fa parte del marchio La Romana, fondato nel 1947 a Rimini, capostipite di una lunga lista di 36 punti vendita in Italia, in Spagna e in Austria. Bergamo è parte della squadra. «Dalla casa madre prendiamo il nome, la grafica e il ricettario, ma ogni gelateria ha il suo laboratorio interno», spiega Massimo. Se ogni gusto si potesse sezionare, si troverebbe solo latte biologico, uova di galline provenienti da allevamenti a terra, panna fresca, frutta e confetture bio. «Il segreto del nostro successo sta proprio nella scelta di materie prime di livello, a cui si aggiunge una produzione a ciclo continuo. Prepariamo minori quantità di gelato, ma lo facciamo più spesso! È il claim e la forza del nostro gelato: hai provato il fiordilatte?» Eccome se l'ho provato... «La cremosità deriva da lì: il gelato che offriamo è appena stato fatto. Siamo in 13 addetti ai lavori ad alternarci tra il bancone e il laboratorio». I gusti variano a seconda delle stagioni, accompagnati da granite e pasticceria semifredda.

  • Numero di gelati presenti al momento dell'intervista: 30 gusti.
  • Il titolare sceglie: le creme.
  • Dove si trova: via G. Tiraboschi 42, Bergamo.

 

La Pasqualina

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C'è chi la conosce solo come sala da tè e chi ha capito che La Pasqualina è molto di più. Pasqualina è il nome della fondatrice del locale storico di Almenno San Bartolomeo (fondato nel 1912). Dopo di lei, nello stesso luogo, si sono susseguite quattro generazioni: ognuna ha aggiunto un piccolo pezzo di sé. «Pasqualina era la zia di mia nonna», racconta Riccardo Schiavi, titolare del marchio di famiglia. «Dopo di lei la locanda passò a mia nonna, che la trasformò in una trattoria. Negli anni Ottanta mio zio l'ha trasformata nuovamente in bar gelateria e nel 1995 l'ho ritirata io». Da allora ha aperto anche a Bergamo, nel 2007, in via Borfuro, mentre nel 2012 ha inaugurato la gelateria di Porto Cervo e nel 2014 quella di Milano. Un turn over di 40 persone tra laboratorio e bancone, un successo dopo l'altro. «Usare ingredienti di buona qualità è necessario, ma altrettanto fondamentale è saperli usare» continua Riccardo. «Vuoi qualche esempio? Usiamo il latte appena munto. Raccolgo personalmente le ciliege con cui farò il gelato, mentre in questi giorni mio padre andrà a prendere le pesche e faremo il gusto pesca. La frutta è più buona se la stacchi direttamente dall'albero». Da ciò è facile dedurre che da lì passano solo ingredienti stagionali. Ad eccezione delle fragole: «perché non posso lasciare i bimbi senza il gelato alla fragola. In questo caso, prendiamo le fragole, le laviamo e le abbattiamo (è un'operazione che consiste in un rapido raffreddamento. L'obiettivo è quello di rallentare o inibire la proliferazione batterica al fine di preservare la qualità degli alimenti e di assicurarne la salubrità, ndr), così da averle a disposizione tutti i mesi». Il suo asso nella manica? Cambiare le ricette ogni anno.

  • Da provare: il gusto Sogno di Maya, gelato alla nocciola con biscotti (prodotti da La Pasqualina, ça va sans dire) e salsa alla gianduia.
  • Numero di gelati presenti al momento dell'intervista: 16 gusti (perché «meno gusti hai e più sono freschi, perché c'è più ricambio», precisa il sig. Schiavi).
  • Il titolare sceglie: zabaione e fiordilatte.
  • Dove si trova: via Borfuro 1, Bergamo.

 

Grom

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Non ci sono coloranti, aromi, conservanti o emulsionanti. Le creme sono realizzate con latte fresco di alta qualità e uova di galline allevate a terra; i sorbetti con il 50 percento di frutta, acqua di sorgente e zucchero di canna bianco. Dal 1 giugno 2015 i coni sono totalmente gluten free, certificati dall'AIC (Associazione Italiana Celiachia). Un'attenzione per gli ingredienti insolita per una catena. Grom è un marchio nato a Torino nel 2003, che si è esteso a macchia d'olio per allietare i palati di tutti (non solo degli italiani): presente nello Stivale da nord a sud, si contano punti vendita anche a Parigi, Dubai, Giacarta, New York, Malibu, Osaka e perfino a Hollywood. Dal 2007 anche a Bergamo. «Contrariamente a tutte le altre gelaterie, Grom non fa marketing e non punta all'immagine: noi non mostriamo il gelato ai clienti, ma lo facciamo assaggiare» spiega Sara Rini, titolare del punto vendita di viale Papa Giovanni XXIII, in cui si preparano mediamente 1000 coni e coppette al giorno, «noi non abbiamo un laboratorio interno, perché ci arrivano le miscele direttamente da Torino. Il metodo è pressoché un unicum dell'industria alimentare: le miscele liquide dei vari gusti sono assemblate in sede, poi vengono controllate da un team di esperti e infine, grazie a un rigoroso controllo delle temperature (per preservarne le caratteristiche originali, ndr), consegnate alle singole gelaterie, dove sono mantecate e distribuite». In questo modo i fondatori del franchising possono star sicuri che il gelato che porta il loro nome è fatto solo con frutta fresca proveniente dai migliori consorzi e da ingredienti dell'azienda agricola di proprietà, Mura Mura. «Non abbiamo segreti, perché la nostra politica interna è di totale trasparenza» continua Sara. Ecco svelato come nascono i gusti Limone di Siracusa Igp, Nocciola Tonda Gentile, Caffè Guatemala, Cioccolato Ocumare del Venezuela e le altre prelibatezze nascoste nei pozzetti.

  • Da provare: la crema di Grom.
  • Numero di gelati presenti al momento dell'intervista: 20 gusti.
  • Il titolare sceglie: pistacchio e lampone.
  • Dove si trova: viale Papa Giovanni XXIII 60, Bergamo.

 

La Marianna

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La stracciatella è nata qui. Fiordilatte arricchito da grossi pezzi di cioccolato fondente. A battezzarla in questo modo nel 1961 è stato Enrico Panattoni, padre di Popi (il soprannome di Fabrizio) e nonno di Niccolò, attualmente al timone del bar pasticceria La Marianna: l'idea ha origine dalla ricetta della stracciatella alla romana (brodo bollente, in cui viene immerso un uovo crudo che, per via dell'alta temperatura, si 'straccia' nel piatto) e arriva nel bancone freezer. «Facciamo pochi gusti, tutti tradizionali, perché mio nonno amava il gelato dei suoi tempi» racconta Niccolò Panattoni, che, nonostante la sua giovane età (31 anni, ndr), bazzica nel locale da quando era bambino. «A parte casi rari legati ad eventi, non ci sono gusti particolari nella nostra gelateria. Mio nonno non amava lasciarsi influenzare dalle mode del momento e noi seguiamo la sua stessa filosofia». Il gusto più strano: il croccantino al rum. «Bisogna tener conto che la stracciatella, da sola, occupa già l'80 percento della nostra produzione: 8 volte su 10 ci viene richiesta la stracciatella. La gente viene qui per questo e noi l'accontentiamo». Un gusto che è diventato un'identità: «è facile fare il gelato buono», spiega Niccolò a ruota libera, abituato com'è agli alti standard del bar di Colle Aperto. Merito della materia prima, di ingredienti freschissimi e di personale qualificato: un trio che non sempre risulta vincente, ma in questo caso sì. 14 lavoratori in laboratorio, 2 gelatai e 20 persone all'interno del bar (tra cui gravitano anche i proprietari e la moglie di Enrico, nonna Oriana, memoria storica del locale). «In una domenica di bel tempo vendiamo circa 2500 coni da asporto, oltre alle coppe dei clienti che si siedono ai nostri tavolini».

  • Numero di gelati presenti al momento dell'intervista: 20 gusti.
  • Il titolare sceglie: stracciatella e bacio.
  • Dove si trova: Largo Colle Aperto 2, Bergamo.
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