I luoghi della Grande Guerra a Bergamo
Sono state diverse, in questi anni, le celebrazioni per ricordare la Grande Guerra: a Bergamo lo scorso febbraio 2016 nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione ha chiuso la mostra Vivere il tempo della Grande Guerra - Bergamo durante e dopo la Prima Guerra mondiale, che ha avuto un buon riscontro di pubblico, segno del rispetto che i bergamaschi hanno ancora oggi - a distanza di un secolo - per questa tragedia della storia. È invece di questo mese l’ultimo evento espositivo della Fondazione Credito Bergamasco, che nel suo palazzo storico ospita la Collezione Iannaccone, in cui si celebrano quegli artisti “alternativi” e non coerenti con i dettami imposti dal Regime. Ma a Bergamo quali sono i luoghi in cui il conflitto potrebbe essere rivisitato?
Cri - Croce Rossa Italiana
È nata il 24 giugno del 1859 a Solferino, in provincia di Mantova, dove si combatteva una della battaglie più sanguinose della Seconda Guerra d’Indipendenza italiana: furono 100mila gli uomini rimasti a terra sul campo, fra morti e feriti, tra soldati austriaci, francesi e italiani. A Bergamo nel 1915 venne organizzato il primo ospedale territoriale italiano della Croce Rossa, collocato in centro città presso l’ex Albergo dei Poveri (attuale Credito Bergamasco, già convento degli Osservanti Riformati) per curare i feriti che iniziarono ad arrivare numerosi dal 26 agosto 1915. In totale i soccorsi furono 9.400. A Loreto, attuale sede dell’istituto, dal 1978 c’è l’Archivio storico, gestito dall’associazione Amici dell’archivio storico della Croce Rossa, che con passione e costanza continua a raccogliere tutto il materiale che rievoca la storia della Croce Rossa orobica: ad oggi il fondo consta di 2.650 libri, 1.900 cartoline, 745 diplomi, 500 medaglie, 800 distintivi, 3.500 francobolli.
Tempio dei Caduti
Foto VisitBergamo.it
Sorto sui resti dell'antica chiesa di Santa Maria di Sudorno, distrutta per la nuova costruzione dedicato ai Caduti della Guerra del 1915-1916, è anche detto Chiesa di Sudorno, dal nome della via su cui si affaccia (probabilmente il termine deriva da un antico tempio dedicato a Saturno, forse lo stesso su cui sorse la primitiva chiesa) e sotto cui scorreva uno dei due antichi acquedotti romani. Della vecchia chiesa medievale resta solamente la pala d’altare, mentre l’interno dell’edificio è rivestito di marmi neri. Il 19 Marzo 1972 vennero benedette qui le prime 14 lapidi di militari bergamaschi, giunte a 131 nel 2001 e a cui ne sono state aggiunte altre 9. Col passare del tempo il Tempio è divenuto luogo di preghiera e ricordo anche per molte associazioni, che hanno provveduto a porre delle particolari lapidi commemorative legate alla loro attività.
Torre dei Caduti
Foto BergamoPost/Devid Rotasperti
Progettata da Marcello Piacentini nel nuovo centro della parte bassa di Bergamo, come torre civica dedicata alla vittoria, diviene il monumento commemorativo ai Caduti del primo conflitto mondiale, inaugurato il 27 ottobre 1924 alla presenza di Benito Mussolini. Alta 45 metri, ricorda in tanti particolari costruttivi molti edifici di Bergamo Alta, a partire dal suo rustico rivestimento in pietra arenaria di Bagnatica, chiaro rimando alle torri di Città Alta. La sua originale funzione di simbolo della memoria collettiva è evidenziata all’esterno dal celebre discorso del generale Diaz, comandante dell’esercito italiano che annunciava la vittoria e la fine della Prima Guerra Mondiale. Sul trono fronte strada è seduta la statua bronzea dell'Italia vittoriosa e a est e a sud sono inseriti due quadranti marmorei dell'orologio, attorniati dalle teste dei venti. Le decorazioni interne ed esterne sono di Tobia Vescovi, Fermo Taragni e Giovani Avogadri. Al primo piano si trova il sacrario sulle cui pareti, rivestite in marmo nero del Belgio, sono incisi in oro i nomi dei Caduti. Al centro del vano è collocato il busto di Antonio Locatelli, mentre sul lato meridionale si apre l'arengario e le mensole recano le teste di un fante, di un alpino, di un marinaio e di un artigliere. Salendo i singoli piani divengono veri e propri piccoli musei dedicati all’evoluzione del Centro, con incisi sugli alzati più significativi, passati e presenti, fino a giungere sulla sua cima, da dove si gode uno dei più bei panorami di Bergamo.
Parco delle Rimembranze
Foto BergamoPost/Mario Rota
La dedicazione del parco risale al 1933 benché il progetto prese forma già entro il 1925, dopo che il 4 novembre del 1918, a Padova, si firmò la pace fra l’Italia e l’Impero Austro-Ungarico, a chiusura del conflitto. Entrando, i passi si muovono su un grande viale posto a fianco della torre tonda, l’antica polveriera veneziana del 1512, tra cipressi, cedri, pini, abeti, tassi, cerri, carpini e lecci: ai lati sculture e monumenti dedicati ad alcuni reparti dell’esercito italiano, nei quali hanno militato cittadini bergamaschi (Carabinieri, Avieri, Marinai e molti altri) o semplici lapidi, cippi e steli con i nomi di partigiani, di caduti della prigionia e dell’internamento, così come dei dispersi in Russia. Ci sono anche due sculture a ricordo della sezione di Bergamo della Croce Rossa.