Malpaga, il castello dei castelli Non perdetevelo questo weekend
È un weekend (lungo) di appuntamenti importanti, per il Castello di Malpaga! Sabato 23 aprile, dalle 14 alle 18, accompagnati dalla nobile fanciulla Medea Colleoni, figlia prediletta del grande condottiero, è possibile visitare il maniero con l'innovativa app Malpaga Castle Experience (qui per iOS e qui per Android): un modo nuovo e divertente, particolarmente adatto a famiglie e bambini, per toccare con mano la storia.
Domenica 24 e lunedì 25, invece, dalle 10 alle 18 il castello accoglie un'affascinante rievocazione storica di arcieri. Nell’antico fossato si potrà assistere all’esibizione di tiro con l’arco seguita da una prova pratica, rivolta sia agli adulti che ai bambini, e conoscere tutti i segreti della vita da campo medievale. Naturalmente sarà anche possibile visitare il maniero accompagnati da una guida. [Per info, info@castellomalpaga.it, +39 035 840003]
Non solo l’aria fumosa delle battaglie e gli estenuanti assedi notturni, ma anche banchetti, partite di caccia, tornei di cavalieri e incontri amorosi: tra i castelli della bergamasca quello di Malpaga restituisce meglio di ogni altro l’atmosfera di una corte principesca del Quattrocento. In un succedersi ininterrotto di stanze, loggiati e corridoi, i suoi cicli di affreschi riescono a essere fortemente evocativi per il visitatore che voglia fantasticare sulla vita quotidiana a quei tempi.
Il Colleoni. Bartolomeo Colleoni è il protagonista indiscusso di questo luogo: il suo inconfondibile profilo è riconoscibile tra i personaggi che affollano le pareti, con la berretta da Capitano e il farsetto dorato sulle braghe rosse. Uomo di guerra, dall’innegabile prestanza fisica e dal carattere granitico, realizzò importanti interventi nel settore agricolo e irriguo, ma era affascinato anche dal bello e dall’arte. Divenuto Capitano Generale della Repubblica di Venezia, il 29 aprile del 1456 acquistò il castello di Malpaga dai rettori di Bergamo. Diroccato e malmesso, doveva essergli piaciuto per la sua posizione strategica, tra Bergamo, Brescia e Milano, vicino al Serio e protetto da una fitta boscaglia. Si dedicò intensamente alla sua ricostruzione: lo circondò di un profondo fosso e vi fece costruire tutt’intorno una serie di caseggiati per gli alloggiamenti delle truppe (poi riutilizzati dai coloni quando il complesso architettonico si riqualificò in funzione agricola). Al nucleo originario trecentesco, ancora riconoscibile nelle merlature ghibelline e nei beccatelli, accostò nuovi volumi fortificati, ma anche loggiati e balconate che ne alleggerirono l’aspetto massiccio.
Ma il castello non era solo una fortezza inespugnabile: il Colleoni amava vivere in modo sfarzoso e circondarsi di letterati, nobili di alto rango e validi artisti. La visita al suo interno lo documenta ampiamente, soprattutto nei cicli decorativi al piano terreno, commissionati dai suoi discendenti per celebrare il progenitore da cui ereditarono nome e sostanze.
Veduta aerea del castello.
L'ingresso sud.
Merlature e beccatelli.
Il cortile. Nel cortile si trovano narrati i fatti d’arme salienti, molto deteriorati dalle intemperie alle quali sono esposti da secoli. In alcuni di questi (come nella Battaglia della Riccardina sotto il porticato settentrionale), si è voluto riconoscere la mano del pittore bresciano Girolamo Romani, detto il Romanino.
Il salone d’onore. Nel salone d’onore al pianterreno si incontra un ciclo, straordinariamente integro, che testimonia la principesca ospitalità con cui il condottiero seppe accogliere il re di Danimarca Cristiano I, di passaggio nel 1474 durante il suo viaggio verso Roma. L’autore, Marcello Fogolino, narra gli episodi con acuta capacità descrittiva: il sovrano arriva a castello, con gran dispiegamento di soldati, fedelmente ritratti nei differenti abbigliamenti militari, e quindi assiste ad un festoso torneo di cavalieri con stendardi, lance e gualdrappe variopinte. Segue la scena del banchetto, dove musici allietano il pranzo, le donne siedono con i loro abiti più eleganti, i bambini partecipano agitati e… tutti mangiano con le mani. Il Colleoni doveva temere molto per la sua vita, se nell’angolo sopra al camino, tra gli inservienti che portano piatti colmi di cacciagione, viene rappresentato l’assaggiatore, che proteggeva il suo signore dai frequenti casi di avvelenamento. In una corte che si rispettasse, non poteva certo mancare la caccia con il falco nella fertile pianura circostante, alla quale partecipano anche paggi e levrieri. La narrazione si conclude con un episodio di corte ambientato nel cortile del castello stesso e con la partenza del corteo regale da Malpaga.
Il cortile.
Il cortile.
Gli affreschi del cortile.
Gli affreschi del cortile.
Il salone d'onore.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: l'arrivo del re.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: il torneo.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: il banchetto.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: l'assaggiatore.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: re Cristiano.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: la caccia al falco.
Il salone d'onore, particolare degli affreschi: la partenza del re.
Il loggiato e le belle sale. Al secondo piano si osserva il loggiato affrescato probabilmente da Giovan Battista Guarinoni (fine del Cinquecento), con scene di scontri navali tra turchi e cristiani e paesaggi agresti, lacustri e marini. Da qui si accede a una serie di sale destinate alla vita quotidiana, decorate in epoca colleonesca con rappresentazioni di gusto cortese del secondo Quattrocento, realizzate come fossero arazzi appesi alle pareti: dame e cavalieri su fondi boscosi punteggiati da città turrite, scene di vita cittadina, un personaggio curioso che porta in spalla una scimmietta, ma anche immagini devozionali. La prima sala, la più imponente, documenta un bizzarro pegno d’amore che gli amanti si scambiavano tra loro: le anatre. La decorazione di questa sala, poco leggibile, è emersa negli anni cinquanta del Novecento sotto gli affreschi sovrastanti.
Questi ultimi, strappati e trasferiti su tela, sono invece conservati nell’adiacente stanza del Capitano: si tratta di una serie di misteriose figure allegoriche, che esprimono il lato più “umanista” del Colleoni. Spicca fra tutte l’immagine di un vecchio barbuto, il Silenzio, dote di vitale importanza all'interno delle mura del castello, dove si viveva in costante apprensione per la vita del signore. Per lo stesso motivo la stanza da letto era priva di camini, per impedire ingressi inaspettati.
Loggetta Guarinoni.
Loggetta Guarinoni.
Loggetta Guarinoni.
Loggetta Guarinoni.
Prima sala.
Prima sala.
La stanza del Capitano.
La stanza del Capitano.
Sala dei bambini.
Sala dei bambini.
Sala dei bambini.
Sala dei bambini.
La loggetta di Giambattista Castello.
Ingresso principale. Decorazioni di Giambattista Castello.
Ingresso principale. Decorazioni di Giambattista Castello.
Sale est. Decorazioni di Pietro Ricchi.
Tra le sale successive ci soffermiamo almeno sull’ultima, la sala dei bambini o sala di Ercole, sulle cui pareti si possono individuare tre strati di affreschi sovrapposti: quello più antico, con semplici motivi a rombi bianchi e neri, tipico dei castelli trecenteschi; il secondo con teste di leone colleonesche inserite in losanghe di intrecci vegetali, nei quali campeggia la scritta Deo Duce (a sottolineare la sola autorità alla quale il Colleoni poteva sottomettersi); infine lacerti di Storie di Ercole dipinte in paesaggi (metà del Cinquecento). Quest’ultima decorazione è stata attribuita a Giambattista Castello, che ha affrescato anche la loggetta meridionale attigua e l’ingresso principale. Sul soffitto ligneo di questa sala un fregio decorativo con figure antropomorfe e animali mostruosi sembra uscito da un bestiario medievale.
Un’altra presenza artistica è stata individuata a Malpaga, dato che arricchisce ulteriormente la stratificazione decorativa del sito. Pietro Ricchi, pittore lucchese del Seicento, sembra abbia lavorato in quattro sale disposte nell’ala orientale, dove dispiega una serie di vivacissimi affreschi di soggetto mitologico.
Per i bambini. I bambini rimarranno stregati dalla visita al castello del Colleoni. E non solo perché potranno immergersi nella vita di corte osservando le pitture murali, ma anche giocare a dame e cavalieri indossando vestiti d’epoca. L’associazione che da anni si occupa di valorizzare e rendere fruibile il complesso architettonico, infatti, ha alle spalle una solida esperienza nel coinvolgimento del pubblico più giovane, proponendo percorsi ludico/esperienziali originali, senza cedere a facili interpretazioni e aggiornandosi sugli studi più recenti (per info, qui).
[Foto ©Arianna Bertone]