Tra arte, teatro e stupore

Occhi spalancati alla Carrara La divertente anteprima ai bambini

Occhi spalancati alla Carrara La divertente anteprima ai bambini
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Enormi palloni colorati hanno invaso, ieri pomeriggio, il cortile d’onore della Carrara, animando in modo inaspettato l’algida facciata neoclassica. L’aria elettrizzata, un brusio continuo, il calpestio sui ciottoli bianchi all’ingresso, visi stanchi eppure felici: era tutto un via vai di tecnici, architetti, curatori, guide del museo, attori del Teatro Tascabile, tutte le persone che in questi ultimi mesi si sono febbrilmente occupate del maquillage della Carrara, in quel fermento eccitato che si vive solo prima dei grandi eventi.

Ma i veri ospiti dell’emozionante giornata sono stati i bambini, i 60 fortunati che, più veloci di tutti, hanno per primi risposto all’invito di Elena Settimini, responsabile dei Servizi Educativi. Ed è stata sotto la sua regia che si è svolta l’iniziativa, non a caso intitolata Svegliamo la Carrara!. Perché sono stati proprio i personaggi dei quadri che, dopo aver dormicchiato per quasi sette anni in attesa di tempi migliori, hanno finalmente ripreso vita, accogliendo i bambini nelle sale del museo, ognuno con la sua incredibile storia. Cinque guide dell’Associazione Guide Carrara, con un estro e una creatività che hanno incantato grandi e piccini, hanno dato vita ad un percorso ludico-teatrale nel quale i sensi percorrevano un filo rosso tra i capolavori della collezione. Non poteva esserci un modo migliore per inaugurare le nuove attività dei Servizi Educativi, che da maggio propongono alcuni laboratori gratuiti in museo e che per l’estate in arrivo hanno già in serbo una programma ricco e specialmente dedicato al pubblico più giovane. Un grande onore per i piccoli, ai quali si è voluta dedicare l’apertura in anteprima del museo, prima dell’attesissima manifestazione di stasera.

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I gruppi di bambini, condotti dalle loro guide coloratissime per l’occasione, sono partiti da punti diversi, alla scoperta del nuovo allestimento, superando impalcature e scatoloni che ancora ingombravano le scale e incrociando gli operai affannati negli ultimi dettagli. Davanti al capolavoro per eccellenza, il ritratto del Pisanello, Simona ha interpretato con grande ironia la musa Erato, seduta regalmente su un’imponente sedia che le faceva da trono. Appena i bimbi sono comparsi in sala, con gesto veloce ha scalciato la pantofola rossa, scusandosi: «Non è colpa mia, bambini, mi hanno dipinta così!». E ha dato il via al suo racconto, fatto di rose profumate, medaglie antiche, stoffe preziose, animali portentosi… e uno sconfinato  amore per il suo principe Lionello d’Este, il profilo più celebre della storia dell’arte.

L’arcangelo Gabriele, quasi un paggio all’ingresso di un castello medievale, ha espresso tutta la sua invidia per il collega giramondo, soffermandosi davanti all’elegante tavoletta del Botticini e raccontando la vita avventurosa di Raffaele.  «Ma sì, lo sapete, basta che ci sia qualcuno che deve intraprendere un lungo viaggio e magari pure giovane ed inesperto e lui lo accompagna, prendendolo per mano e facendo in modo che non gli succeda niente».  Così ha consegnato una penna, nera come le ali che Cristian, la guida, indossa con grande eleganza, da portare con sé durante tutto il percorso di scoperta delle sale. E i piccoli l’hanno toccata, se la sono passata di mano in mano, l’hanno conservata con attenzione per tutto il tempo trascorso in museo.

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La contessa Anastasia Spini, interpretata da Laura, ha sgranato gli occhi all’arrivo del primo gruppo, mangiando compulsivamente caramelle: «Be’ insomma, se mi avessero comunicato la vostra visita mi sarei vestita bene e mi sarei sistemata in capelli!». Ma i piccoli, affatto intimoriti da questo buffo personaggio dipinto dal Piccio, hanno accettato volentieri i suoi smarties, mentre ascoltavano la storia del giovane pittore arrivato alla Scuola del Carrara per imparare l’arte dei ritratti.

Lì accanto, nella sala dedicata alle nature morte, Anahì ha dato spettacolo con baffoni e basco d’artista: il suo Baschenis, stufo di frutta e formaggi («Perché poi mi veniva sempre una fame!»), ha raccontato di come abbia saputo dare una svolta a questo genere pittorico, iniziando per primo a dipingere strumenti musicali. Evaristo non ha mancato di strimpellare la sua chitarra, elogiando la bellezza della musica barocca ma anche provando a mettere in luce il silenzio che avvolge i suoi quadri.

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Fuori dalla sala del Lotto, una musica suggestiva ha invitato i piccoli a entrare: in un angolo, coperto da un impalpabile tessuto bianco, un misterioso personaggio si è disvelato, mimando una partitura gestuale e sonora di grande fascino. Clara, con un filo di perle intrecciato nei capelli e la coroncina dorata, era talmente curata nei dettagli del costume di scena che i bambini l’hanno subito riconosciuta: «Ma sei proprio tu, lì nel quadro!», ha esclamato qualcuno. Con una grossa lente d’ingrandimento, oltre a individuare prontamente la data del dipinto con Le Nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessandria, i bambini hanno sciolto il rebus di Lucina Brembati, nascosto nella luminosa falce di luna, scoprendo quel gusto per l’enigma per il quale Lotto è conosciuto in tutto il mondo.

Alla fine di ogni percorso i bambini sono stati fotografati davanti alle opere, interpretando loro stessi i personaggi incontrati: c’era chi ha preferito stare in braccio alla musa Erato, chi di profilo a imitare Lionello, qualcuno con il flauto in mano, sotto lo sguardo severo di Evaristo Baschenis. Per loro sarà il ricordo di questo assolato pomeriggio in cui, per la prima volta, hanno avuto il piacere di vivere il museo della loro città in modo speciale, in un’atmosfera magica e fuori dal tempo. Perché la Carrara è anche questo.

[Foto di Arianna Bertone]

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