Treni e industria

Quando passava la motrice Tenaris e a Dalmine tremavano i muri

Quando passava la motrice Tenaris e a Dalmine tremavano i muri
Pubblicato:
Aggiornato:

Fotografie di Davide Galli

 

La linea ferroviaria della Tenaris Dalmine, la linea privata più lunga d’Italia, compie centodieci anni. Da oltre un secolo trasporta tubi, rottami, macchinari, bombole, prodotti finiti e, fino a qualche decennio fa, anche operai dall’interno dello stabilimento fino alla stazione di Verdello, da dove la merce prende poi la via ferrata ordinaria, innestandosi sulla Treviglio-Bergamo. La ferrovia della fabbrica taglia in due il centro abitato del quartiere di Sabbio e il suo tragitto è lungo tre chilometri, ma i binari, compresi quelli interni allo stabilimento, hanno una lunghezza totale di 17 chilometri.

Tenaris Dalmine Binario
Foto 1 di 4

Fotografia di Davide Galli.

Tenaris Dalmine Binario
Foto 2 di 4

Fotografia di Davide Galli.

Tenaris Dalmine Binario
Foto 3 di 4

Fotografia di Davide Galli.

Tenaris Dalmine Binario
Foto 4 di 4

Fotografia di Davide Galli.

Negli Anni Settanta e Ottanta. Fino agli Anni Settanta le corse dei treni della Dalmine erano numerose, tanto da rendere necessari anche viaggi notturni, e le motrici trainavano fino a quindici vagoni. Gli abitanti di Sabbio ricordano in particolare la motrice “Tirana” in quanto, al suo passaggio, faceva tremare le case, i vetri, le stoviglie all’interno dei mobili. Il binario della Tenaris taglia in due anche la strada statale 525 e, fino agli Anni Ottanta, l’attraversamento era presieduto da una guardia dello stabilimento che bloccava il traffico veicolare per far passare il treno. Partiva così lo scampanellio, la guardia agitava la bandierina e le macchine cedevano il passo alle locomotive e ai loro vagoni. L’attraversamento era controllato anche durante le ore notturne e la guardia utilizzava una lanterna come ulteriore avvertimento per automobilisti e tranvieri.

La costruzione della linea e della Mannesmann. La linea ferroviaria dello stabilimento fu realizzata in concomitanza con la costruzione della grande fabbrica siderurgica Mannesmann. La decisione dei fratelli tedeschi, dai quali la fabbrica prese il nome, di dare vita al loro progetto proprio a Dalmine, fu dovuta a diversi fattori: la fornitura certa di energia elettrica, assicurata dalla società elettrica Carlo Zanchi di Bergamo; poi la conformazione pianeggiante del terreno, che avrebbe consentito di risparmiare il denaro necessario al livellamento; la facilità di reperire manodopera maschile, vista l’estrazione rurale degli abitanti della zona. C’era poi un altro vantaggio: Dalmine offriva un’ubicazione favorevole per quanto riguarda i trasporti provenienti dal Nord Europa, anche se mancava un raccordo fino alla stazione ferroviaria più vicina, ovvero quella di Verdello. Il problema fu presto risolto con l’acquisto da parte della fabbrica dei terreni interessati dal passaggio dei binari.

 

https://www.youtube.com/watch?v=qeXuqUJJaGY

 

Terreni, vicende personali e vantaggi. Tra i proprietari di queste aree c’era anche Maria Elisa Camozzi, figlia del generale garibaldino Gabriele Camozzi e sua unica erede, alla quale appartenevano gran parte delle terre su cui si stava costruendo l’acciaieria e il raccordo ferroviario. A spingere la trattativa per la vendita dei terreni alla Mannesmann ci fu il marito di Maria Elisa, l’onorevole conte Gualtiero Danieli: dall’affare la famiglia ottenne 46 milioni di lire oro. Altri vantaggi furono invece ottenuti dal Comune di Sabbio, attraverso importanti servizi offerti dalla fabbrica alla popolazione: la realizzazione di una scuola elementare, di un ufficio postale con servizio telegrafico, di una fontana con acqua potabile, di un servizio medico e ostetrico gratuiti, dell’allargamento della strada che collega Dalmine centro alla statale per Bergamo, di un servizio farmaceutico in locali messi a disposizione dalla Mannesmann e con dipendente da essa stipendiato, sepoltura gratuita nel cimitero di Sforzatica per i decessi della popolazione industriale, manutenzione gratuita delle strade, del selciato e del tratto ferroviario.

La linea oggi. Il binario della Dalmine e la strada 525 sono rimasti immutati in questi centodieci anni, manca solamente la guardia a presidiare l’attraversamento del binario. Ora, 400 metri prima di incrociare il raccordi ferroviario della Tenaris, c’è un cartello che avverte del passaggio a livello incustodito. Il trasporto dei materiali via ferro è stata una scelta lungimirante da parte della fabbrica. Nel 2014 la Tenaris ha ottenuto un bonus sulle tariffe da parte di Trenitalia, in quanto, solo nel 2013, sono state spedite tramite rotaia 80mila tonnellate di materiale, evitando così il viaggio di 3mila camion e l’inquinamento atmosferico che ne sarebbe derivato.

Seguici sui nostri canali