Piani di Artavaggio, beltà invernale
Ci siamo. Possiamo dichiarare aperta la stagione invernale. Le nostre montagne sono coperte di neve, gli impianti sciistici si preparano alle aperture e le strutture presenti in quota si apprestano ad accogliere turisti e villeggianti. Tra i tanti luoghi che caratterizzano le nostre montagne ne troviamo uno, accessibile sia da Bergamo che da Lecco, particolarmente amato dagli escursionisti, ma anche da famiglie e bambini, che trovano in questa bianca distesa il luogo ideale per una giornata di giochi sulla neve. Sono i bellissimi Piani di Artavaggio. Scopriamoli insieme, ciaspole o sci ai piedi.
Partenza dalla Val Taleggio. Questa escursione, anche se solo per pochi chilometri, ci porta a sconfinare in territorio lecchese. La nostra partenza è dal paese di Pizzino, posto nella bella e solitaria Valtaleggio. Una diramazione occidentale della Val Brembana, percorsa dal torrente Enna che nel corso dei secoli, tra Taleggio e San Giovanni Bianco, ha creato una spettacolare forra della lunghezza di circa tre chilometri. Superato questo spettacolare anfratto naturale (che durante l’inverno crea cascate e stalattiti di ghiaccio), raggiungiamo il caratteristico nucleo di case e la partenza del sentiero CAI 155. L’ampia carrareccia sale con pendenza costante tra boschi e bellissime baite ristrutturate, quest’ultime secondo lo stile che contraddistingue le valli Imagna e Taleggio. Quelle che erano antiche stalle, ora sono bellissimi casolari restaurati, posti in posizione assolata e caratterizzati da ampi pascoli. Ancora oggi si distinguono per i tipici tetti a piode e per i famosi portoni a “T”, peculiarità unica di queste zone. Una meraviglia tutta bergamasca che contraddistingue questo percorso. L’ampia carrareccia continua a salire regalando, in un primo tempo, panorami sui monti di San Giovanni Bianco: Cancervo, Venturosa e i vicini Araralta e Baciamorti. Iniziamo a “pestare” la prima neve e passo dopo passo sconfiniamo, dopo circa un’ora e mezza di facile cammino, in territorio lecchese. Un’ultima, ripida salita e il panorama si apre sulla meraviglia.
I Piani di Artavaggio. Dai 1500 metri di quota la neve fa da padrona, catapultandoci sempre di più nella bellezza e nel rigore dell’inverno. La destinazione si cela agli occhi dell’escursionista fino agli ultimi minuti di cammino. Una meraviglia che si trasforma in stupore appena raggiunta la bianca distesa, paradiso per i ciaspolatori e gli amanti della neve. A fare da sfondo alla bellezza troviamo il monte Resegone, la vicina Grignetta e il maestoso Grignone, completamente ricoperto dalla neve. Palestra ideale per chi desidera imparare a sciare e per questo amati dalle famiglie, i Piani di Artavaggio si collocano tra 1600 e i 1900 metri di quota. Ma non solo. Gli amanti della buona cucina possono scegliere tra le tante strutture presenti. La zona ne ospita ben quattro: il Rifugio della Luna, il Rifugio Casari, il Rifugio Sassi Castelli e il Rifugio Nicola, quest’ultimo posto alle pendici del monte Sodadura, a 1800 metri di quota.
Le montagne limitrofe. Escursionisti esperti e alpinisti possono, se le condizioni meteo lo permettono, raggiungere le montagne limitrofe, o percorrere uno dei tanti percorsi escursionistici presenti nella zona. Troviamo la caratteristica e originale vetta del monte Sodadura o la facile Cima di Piazzo, perfette nelle stagione invernale. Gli esperti possono invece cimentarsi nell’ascesa allo Zucco di Pesciola e allo Zuccone Campelli, vette che sconfinano con i vicini Piani di Bobbio. Di origine dolomitica, queste due montagne offrono molte e interessanti vie di arrampicata. Tra i percorsi più interessanti troviamo poi il “Giro dei Campelli” (4-5 ore di cammino) e il “Giro del Sodadura” (3 ore). Entrambi questi tracciati sono molto panoramici con vista sulle Alpi e Appennini, dal Monviso fino all'Adamello. Altri percorsi, fruibili in base all’innevamento, portano ai Piani dell’Alben e al vicino rifugio Gherardi, posto alla base dei monti Araralta e Baciamorti.
Conclusioni. I Piani di Artavaggio possono, in alternativa, essere raggiunti in funivia da Moggio (Lecco) passando per la Valsassina, oppure a piedi in circa due ore di cammino tramite una strada sterrata, percorribile anche in mountain-bike o con fuoristrada (solo se autorizzati). L’escursione descritta, con partenza da Pizzino, richiede circa due ore e mezza di cammino per un totale, andata e ritorno, di 17 km e 800 metri di dislivello positivo. L’ascesa alle montagne limitrofe è da effettuarsi solo con le condizioni meteo idonee e attrezzatura adeguata. Per informazioni sui sentieri è possibile contattare una delle strutture elencate, sempre aperte nella stagione invernale.