Ponte Nossa, il Màs sale sul Pés. Un rito antico della montagna
La festa dell’albero di maggio, leggendaria. Si taglia un abete per trasportarlo in paese e poi a Ponte Nossa, al santuario, per la benedizione
Dovessimo raccontarla come una tappa del Giro d’Italia potremmo dire di trovarci di fronte a una tappa di alta montagna, con una salita decisamente ripida. Martedì 1 maggio a Ponte Nossa non è soltanto la Festa dei Lavoratori, ma è anche e soprattutto il giorno in cui il Màs sale sul Pés. Si tratta della seconda tappa di una festa partita lo scorso 15 aprile nei boschi di Bani, sopra Ardesio, con il taglio (a colpi di scure) di un abete alto più di dodici metri, che culminerà il prossimo 1 giugno con un grande rogo e, il giorno successivo, nella festa dell’Apparizione.
Quella del Màs di Ponte Nossa è una storia unica e affascinante, che affonda le proprie radici nei riti del calendimaggio, allegoria pagana del ritorno alla vita e della rinascita della natura a primavera. Il rito del Màs (cioè l’albero) è sopravvissuto nel tempo proprio per la sovrapposizione (avvenuta anche altrove) fra la tradizione pagana e quella religiosa avviata dall’evento miracoloso del 2 giugno 1511, quando un affresco raffigurante la Madonna in contrada Campolongo (ove ora sorge il Santuario che è anche chiesa parrocchiale) pianse sangue. Una giovane del posto deterse l’effige mariana e del suo racconto fu redatto addirittura (primo caso in Italia) un atto notarile.
Ad aprile, dopo la simbolica consegna dell’abete da parte della comunità locale ai Soci del Màs, l’albero è stato trasportato a Ponte Nossa e accolto da un corteo festante che ha attraversato il centro storico sino alla chiesa parrocchiale, accompagnato dalla Banda. Dopo la benedizione impartita dal parroco don Alessandro Angioletti è stato trasferito ai piedi del Pés, al di là del Serio, dove, come tradizione impone, è stato sramato e ripulito. Rimane intonsa la sola sommità, una sorta di pennacchio verde che segnala la rinascita primaverile e che in molti ha erroneamente evocato l’ipotesi che la traduzione del termine Màs potesse essere mazzo.
«Ad Ardesio – sottolinea Sergio Castelletti dei Soci del Màs – c’è una specifica voce negli Statuti del 1507 in cui i consoli del comune davano il permesso ai giovani “in calenda di mazo” (maggio), di tagliare “uno legno di pagera”. Recenti ricerche della studiosa Renata Carissoni Cossali di Parre hanno consentito di rintracciare una multa del 1543 di 5 soldi comminata alla “compagnia del Mazo” per il taglio di un albero in un’area denominata Butèl. Un’ulteriore conferma di come la tradizione nossese possa vantare certamente più di cinque secoli di storia».
Il momento culminate, o comunque più faticoso, resta quello del 1 maggio, alle 7 del mattino. Data e ora sono rigorosamente fissate, con qualsiasi condizione meteo. Dopo la chiamata, i Soci organizzano un’articolata fila indiana che con l’ausilio di corde e l’incoraggiamento di intere famiglie porta in quota l’albero, sulla sommità del Pés, il Pizzo Guazza, che da oltre Serio domina l’abitato di Ponte Nossa. Una fatica incredibile, sia per il peso non indifferente che per la particolare pendenza del percorso, ben rilevabile con un semplice sguardo. Sulla sommità del monte (detto anche Corno Falò) nel 1971 è stata posta una statua della Madonna, a fianco della quale il Màs viene issato, per rimanervi un mese intero, sino alla sera del 1 giugno, quando viene tagliato e viene acceso il rogo che introduce il successivo spettacolo pirotecnico. La storia del Màs di Ponte Nossa è documentata da un cortometraggio realizzato nel 2015 dal regista Giorgio Affanni. Nel film, intitolato Màs – Il sacrificio della montagna e prodotto dall’associazione NossAntica, ci sono il senso e l’essenza di una tradizione che meglio e più di tutti racconta la storia tenace e intensa di una comunità e della sua Valle.
Quest’anno ad animare la Festa dell’Apparizione è stato anche il ritorno in patria del coccodrillo votivo presente da secoli nella parrocchiale. Un probabile ex voto frutto di curiosità e leggende, esposto a Bergamo in coincidenza con la mostra dedicata al pittore Cavagna e sottoposto a restauro e raggi X. A Ponte Nossa sarà possibile ammirarlo da vicino dal 26 maggio al 30 giugno, nella sala accessibile dalla navata sinistra della parrocchiale. Un ulteriore motivo per scoprire il Màs che brucerà sul Pés.