Quelli che volano nei cieli orobici
Riceviamo un'interessante lettera dalla FIVL (Associazione Nazionale Italiana Volo Libero), che, in una lettera aperta alla stampa, rimprovera i mezzi d'informazione per la poca competenza con cui vengono divulgate le notizie relative a questa attività e si offre come consulente per evitare strafalcioni terminologici e concettuali quando si parla e si scrive di tutto ciò che riguarda, in situazioni liete o in caso di incidenti, il volo libero. Pubblichiamo parte della missiva e cogliamo l'occasione per presentare questa bella realtà nazionale e bergamasca.
La lettera. «Spettabile Redazione, è periodico l'apparire sui media di notizie riguardo incidenti occorsi a piloti di volo libero, vale a dire il volo senza motore in deltaplano e parapendio. Secondo noi, come riteniamo indiscutibile il diritto di cronaca, consideriamo altrettanto irrinunciabile una corretta informazione, anche in occasione di incidenti. Immaginiamo che il giornalista alle prese con un qualunque evento di volo spesso non è un esperto in tale disciplina. Non è un peccato, ma un dato di fatto. Tuttavia basterebbe un minimo d'informazione per evitare gli strafalcioni.
Giusto per esempio, si attribuisce talvolta la colpa del sinistro ad un «vuoto d'aria», fenomeno che esiste solo nella fantasia; oppure ad «improvvisi colpi di vento», tranquillamente assorbibili dalle nostre ali; e poi si scrive di «lanci da strapiombi», impossibili tecnicamente, perchè deltaplani e parapendio per decollare necessitano di un leggero pendio e non di precipizi. Per altro il «lancio» è proprio del paracadutismo, ala solo in apparenza simile al parapendio. Si fa spesso confusione tra i due mezzi usati per il volo libero, oppure con deltamotore e paramotore, velivoli diversi come dice il nome stesso; anche tra ultraleggeri e no, tra paracadute, aliante ed altro ancora. In un caso, clamoroso, un palloncino fu scambiato per un parapendio che volteggiava tra i palazzoni di una metropoli! Ci vuole poco per sprofondare nel ridicolo ed altrettanto poco per evitarlo. Basterebbe, prima di scrivere involontariamente notizie fuorvianti, contattare, per esempio, la nostra associazione. Saremmo lieti di metterci al servizio della stampa ed evitare che la cronaca scada a disinformazione».
I numeri di quelli che volano. La lettera continua fornendo i dati relativi agli esperti e appassionati di volo sul territorio nazionale. Un conteggio che arriva fino a 40mila attestati di Volo Diporto Sportivo (necessari per legge) rilasciati ogni anno, a cui aggiungere gli allievi delle scuole e gli occasionali partecipanti che provano il volo con un istruttore, per un totale di decine di migliaia di persone provenienti da ogni ceto sociali. Basti pensare, del resto, che la FIVL esiste da quarant'anni e raccoglie la maggior parte dei piloti attualmente in attività. Piccola nota: la sede e la segreteria sono a Torino, la presidenza in Veneto, la sicurezza a Calco e l'ufficio stampa è... made in Bergamo!
Competitor flies during the Red Bull X-Alps at Matterhorn in Zermatt, Switzerland on July 12th, 2013
Red Bull X-Alps athletes Pawel Faron (POL), Mike Kueng (AUT2), Raul Penso (VEN), Michal Krysta (CZE) fly during the preshooting at the Red Bull X-Alps over the castle in Salzburg, Austria on July 5th, 2013 // Olivier Laugero/Red Bull Content Pool // P-20130705-00361 // Usage for editorial use only // Please go to www.redbullcontentpool.com for further information. //
E a Bergamo? L'amore per il volo libero è diffuso naturalmente anche tra i colli e i monti orobici. Sono circa 300 i praticanti in terra bergamasca, divisi in sei associazioni: la Volo Libero Bergamo di Palazzago, la Parapendio Monte Farno in Val Gandino, la Volomania Parapendio Club in Val Seriana, la Ali Orobiche nella zona del Selvino, l'Orobica Volo Libero a Caprino e la Alpifly a Clusone. C'è persino una scuola, la Explorer di Palazzago, certificata dall'Aero Club d'Italia, da cui escono ogni anno 10-15 allievi e che condivide i decolli con alcune associazioni. Per quanto riguarda gli istruttori di volo, invece, il numero si attesta sulla decina, di cui 5 dell'istituto di formazione di Palazzago. Insomma, un piccolo mondo ad ali spiegate sopra la bergamasca!