Il ristorante LoRo a Trescore La bontà è essenziale ed elegante
Terzo appuntamento sulla via dei ristoranti premiati dalla guida Michelin in terra orobica. Questa volta si va da LoRo&Co a Trescore Balneario, una stella Michelin dal 2011, custodito in un rustico del ‘600 completamente restaurato.
Francesco Longhi e Antonio Rocchetti (dalle iniziali dei loro cognomi, il nome del ristorante), rispettivamente maître sommelier e chef, cominciano la loro collaborazione molto presto. Dopo le esperienze in rinomati ristoranti della bergamasca (alcuni già stellati) e qualcuna all’estero per Francesco, nel 2003 aprono il primo ristorante, assai più modesto dell’attuale e sempre a Trescore. Quando prendono questa decisione sono giovanissimi - 26 anni Antonio e 24 Francesco - e soprattutto senza grandi finanze, ma, dicono oggi, «ci vuole anche un po’ di incoscienza per fare questo mestiere».
Inizia così un lungo periodo, caratterizzato da ricerca e sperimentazione continue, sia in sala sia in cucina, durante il quale cominciano a farsi un nome e finalmente, nel 2011, arriva il prezioso riconoscimento. Poco tempo dopo, nel 2013, il ristorante trova la sua nuova sede nell’edificio attuale, un cascinale del Seicento completamente ristrutturato: il nuovo edificio offre spazi ampi, articolati in stanze e atmosfere che dialogano tra loro e si susseguono una dopo l’altra, passando dal ristorante al bistrot e dalla cantina a vista al salone delle feste.
Il ristorante. La vera anima della struttura è qui, nelle tre salette essenziali che costituisco il ristorante stellato. I concetti guida sono sobrietà ed eleganza: tovaglie candide, addobbi floreali minimal e caminetti accesi a riscaldare quasi tutte le sale. Per quel che riguarda la cucina di Antonio, invece, la parola chiave è creatività: «Trovo molti spunti nei libri per dare vita ai miei piatti, ma soprattutto mi lascio plasmare dalla natura: un prato in fiore con i suoi colori e i suoi profumi, sempre nuovi, sempre inaspettati, sono per me l’ispirazione più grande». E infatti i colori e gli accostamenti forti sono sempre presenti nelle sue creazioni (si veda Buio pesto sul merluzzo, in foto), così come quell’ingrediente assoluto che come un diapason fa vibrare tutto il piatto. Per chi fosse indeciso, due menù degustazione uno di carne uno di pesce a 60 euro, vi aiuteranno a esplorare la cucina dello chef, che lui definisce «emozionale». Chi invece volesse scoprire quali sono i classici del locale, c’è un menù dedicato (80 euro), immancabile l’omaggio alla cucina bergamasca, ma non aspettatevi i soliti casoncelli. Qui sono serviti con crema di mele e polvere di culatello!
Il bistrot, non solo ristorante. L’attività stellata è affiancata da una zona bistrot divisa in tre sale. La parte principale, arredata con uno stile che richiama molto le decorazioni liberty della Parigi della Belle Époque, interpreta perfettamente la nuova moda, riconosciuta anche nella prefazione della guida rossa, dei bistrot gourmet: piatti veloci, economici ma raffinati. Un capitolo a parte merita la pizza, anche in questo caso con una marcia in più: tanto per cominciare, il pomodoro è San Marzano DOP, e anche gli abbinamenti sono da veri intenditori. Dal Patanegra (18 euro) al Roquefort (12 euro), fino alle code di scampi e gamberi rossi (20 euro).
La cigar room. Questa stanza è il vero fiore all’occhiello di LoRo&Co, dove il piacere del pasto non si conclude a tavola ma nella cosiddetta cigar room: si tratta di una stanza appartata, elegante e molto confortevole, con tanto di caminetto con fuoco scoppiettante che offre, a chi lo desidera, la possibilità di intrattenersi fumando un buon sigaro (il ristorante ne offre una discreta selezione). Chi poi volesse, come da tradizione, accompagnarlo a un buon distillato, la carta del cigar room propone qualche nome eccellente, soprattutto rhum e whisky invecchiati. Per i clienti più affezionati, è predisposta una speciale stanzetta, dove è possibile lasciare la personale selezione di sigari pregiati a temperature e umidità controllata.