Aperto il 2 febbraio

Un club anni Venti a Bergamo (per entrare serve la parola d'ordine)

Un club anni Venti a Bergamo (per entrare serve la parola d'ordine)
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Swing, please. Pardon, jazz. Rigorosamente in sottofondo. E luci soffuse, chiaro, mentre si sorseggia un cocktail. Un classico, oppure un signature, cioè un drink personalizzato, studiato apposta per te. Atmosfere anni Venti, quando il proibizionismo made in USA rendeva questi piccoli piaceri delle illegali trasgressioni nei retrobottega di Lower East Side, NY.

Sottovoce, come funziona il nuovo speakeasy. Ma altro che America, qui siamo a Bergamo. Riccardo Pennacchia e Andrea Adragna sono giovani, ma sanno come si fa. E a soli, rispettivamente, 29 e 27 anni, hanno deciso di portare stelle e strisce ai piedi delle Orobie. Dove? Segreto. Perché “Sottovoce”, nome del locale che ha aperto il 2 febbraio, è uno speakeasy. Traduzione: locale dove, per accedere, è necessaria non solo la prenotazione, ma addirittura la parola d’ordine. «Io sono titolare anche di un locale in centro, il “Caffè dei Portici”, ma qua, beh, realizzo il mio sogno», racconta Riccardo. Che poi precisa: «In realtà non sarà un locale vero e proprio. Sarà un circolo culturale affiliato all’Arci. Per accedere è necessaria la sottoscrizione della tessera annuale, che costa soltanto dieci euro e darà accesso anche a tutti gli altri circoli. L’intento mio e di Andrea è di dare vita a un luogo che faccia sentire a casa chiunque venga. Noi impareremo i gusti del cliente, il cliente le nostre doti dietro al bancone. E, col tempo, organizzeremo mostre, live musicali, letture, percorsi enogastronomici con prodotti del territorio».

 

[Andrea Adragna, a sinistra, e Riccardo Pennacchia]

 

Atmosfera anni Venti e cocktail scelti. La location è stupenda: una piccola chiesetta sconsacrata con affreschi di un discepolo del Lotto. E arredata sobriamente in pieno stile twenties, tra poltrone in pelle e abat-jour con pizzi e frange. L’impressione è di entrare in un piccolo angolo di mondo fuori dal tempo, dove l’orologio s’è fermato alla mezzanotte di un secolo fa circa. In America, chiaro. «Abbiamo studiato ogni cosa nei minimi dettagli - racconta Andrea, ex atleta della Polizia di Stato e oggi studente di Management a Montecarlo -. La scelta di ogni whisky, bourbon o liquore è stata fatta con attenzione, con l’intento di offrire qualcosa di diverso e unico». Riccardo dietro al bancone («Lo abbiamo costruito noi», ci tengono a precisare) si muove come a casa. Sta frequentando il Master alla Campari Academy e quando spiega come prepara il “suo” Old Fashion sembra quasi raccontare una storia: «Ci mettiamo passione e competenza, il resto speriamo venga da sé. Bergamo, negli ultimi anni, sé aperta un po’, ma una realtà come questa manca secondo noi».

 

 

Gli appuntamenti (e niente selfie). Inizialmente “Sottovoce” sarà aperto solo tre sere a settimana, dal giovedì al sabato, ma gli eventi culturali diverranno una piacevole abitudine. I coperti sono pochi, non più di venticinque, perché, se circolo dev’essere, è giusto che lo sia fino in fondo. E perché la qualità ha bisogno di essere protetta. Mentre Riccardo e Andrea mostrano altre chicche che rendono l’ambiente speciale, in sottofondo continuano a risuonare delicate note jazz. Manca solo il fumo di sigaretta. Ma non scherziamo, qui pure i flash sono off-limits, che «poi si rovinano gli affreschi, protetti dai Beni Culturali». Dite bye bye ai selfie quindi. Del resto siamo negli anni Venti, ma altro che America.

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