Storie e leggende delle nostre valli Il Gigante di Luzzana e il suo parco

Le storie e leggende delle nostre valli ci portano, questa volta, nella bella e verde Val Cavallina. Una zona contraddistinta dal fiume Cherio, racchiusa da una corona di splendide montagne e conosciuta per il Lago di Endine, che cela tra i suoi borghi gioielli come i castelli di Bianzano e Monasterolo, edificati dalla famiglia Suardi, e il castello di Mologno a Casazza, edificato nel XIII secolo. Ma oggi andiamo nel piccolo e suggestivo borgo di Luzzana, paese di circa novecento anime e conosciuto per le opere di Giosuè Meli, artista e sculture nato e cresciuto sulle sponde di questo lago.
Il Parco del Gigante. Nel centro di questo piccolo borgo trova posto un’enorme scultura, un mistero incastonato sulla parete della montagna e posto a guardia dell’abitato stesso. Si tratta del Gigante di Luzzana e, secondo la tradizione popolare, protegge la natura circostante, i sentieri, il borgo, gli animali e il delicato ecosistema della zona. Fino al punto che le persone del luogo hanno creato un parco attorno a questa opera, realizzata nel 1841. Ma chi è davvero il gigante della montagna? La leggenda narra che il grande uomo che emerge dalla roccia sarebbe un gigante posto a sostegno della stessa, mentre secondo altri sarebbe una deposizione del Cristo. Ogni persona che si trova davanti a questa colossale scultura ha la sua visione, ma quella di Giosuè Meli, artefice di questa meraviglia, resta un mistero mai svelato. Si sa solo che l'ancora giovane artista, allora studente presso l’Accademia Carrara di Bergamo, scolpì la mastodontica figura lungo la scalinata di via Costa. Oggi a questo uomo di pietra è stato dedicato un parco ed è ben visibile passeggiando lungo il torrente Bragazzo, poco prima che sbocchi nel Cherio. Una rete di passerelle e sentieri corrono lungo il torrente tra i laghetti d’acqua che formano cascatelle trasparenti, offrendo numerosi punti di osservazione da cui ammirare la natura incontaminata circostante, fino a raggiungere la piattaforma antistante il gigante, dove ci attende una vista spettacolare sia della scultura che sull’abitato sottostante.




Giosuè Meli e il borgo di Luzzana. Giosuè Meli, scultore, nasce a Luzzana l’8 ottobre 1816. A soli 16 anni mostra la sua bravura e dà vita alla sua prima opera, il Cristo Morto, oggi conservato presso la parrocchiale del paese. Pochi anni dopo scolpisce, in un grande blocco friabile di roccia viva definita Sasso della Luna, il Gigante che sostiene la montagna, stupendo bassorilievo di circa quattro metri per cinque, unico nel suo genere. Alla fine del 1850 si trasferisce a Roma, dove è ritenuto tra i massimi scultori del secolo. L’opera più apprezzata, in Italia come in Europa, è senza dubbio la Madre Pompeiana, alla cui realizzazione lavorò per oltre sei anni, poi acquistata da un ricco lord inglese, Michell Hanry, che costruì appositamente una sala per collocarla. Un'altra sua opera colossale, che gli costò oltre sette anni di lavoro e fatiche, è il Cristo legato alla colonna, statua alta oltre tre metri che Pio IX volle nel santuario della Scala Santa. Anche il Comune di Bergamo conserva due suoi busti, uno presso l’Ateneo di Scienze e Arti di Antonio Piccinelli, l'altro nella biblioteca civica Angelo Mai. Il paese di Luzzana, oltre al Cristo Morto, conserva una statuetta del Redentore in marmo di Carrara, un’acquasantiera e una grande stima per il concittadino che ha reso famoso, nel mondo, il piccolo paese posto alle pendici del Lago di Endine. Giosuè Meli muore a Roma nel 1893.
Conclusioni. Il Parco del Gigante è frutto dell’omonima associazione, nata nell’estate del 2004 con lo scopo di valorizzare l’opera attraverso la pulizia dell’area circostante e la realizzazione di una scalinata di accesso. Nel 2012 è stato realizzato il parco odierno, che traccia un percorso pedonale attraverso sentieri e passerelle che costeggiano il torrente Bragazzo, creando un contesto unico e naturale. Nel corso degli ultimi anni, la scultura è stata più volte restaurata, con interventi mirati sia alla sua conservazione che al suo inserimento in un contesto artistico e naturale. Oggi questo affascinante bassorilievo è lasciato all’interpretazione (e alla fantasia) di chi si avvicina e ne conosce la storia. Anche se sappiamo che per i luzzanesi questa figura altro non è che il gigante buono che “sostiene” l’intera valle e la montagna. Una figura tra il sacro e il mistico, a guardia di questo piccolo borgo immerso nel verde.