Sulle ciaspole in Val Brembana

Dopo le quattro ciaspolate in val Seriana non potevamo non proporre la seconda grande valle Bergamasca. Ecco gli spunti per quattro gite, sia per ciaspolatori che per scialpinisti, nella media e alta Val Brembana. Le gite sono come sempre adatte a tutti, purché fatte con un minimo di allenamento. Proprio per questo motivo vengono proposte dalla più facile alla più difficile.
Foppolo - Passo di Dordona




Iniziamo a scaldare le gambe con la ciaspolata più corta, ma non per questo meno appagante! La partenza vede il suo via a Foppolo (m.1600), in prossimità dell’albergo Rocky, dove inizia il sentiero CAI 202. La salita, dolce ma costante, ci porterà prima alle Baite di Rovera, poi alla Baita Cornellini (m.1800). In poco più di un’ora dalla nostra partenza raggiungiamo il piccolo Lago di Dordona, ora coperto dalla neve, e il Passo di Dordona (m.2061). Si conclude qui la prima ciaspolata, con il panorama che spazia sulla vicina Valtellina e la Val Madre, fino ad arrivare ai Monti Disgrazia e Bernina. Per chi fosse interessato a un pezzo di storia, poco distanti dal passo si possono invece ammirare i resti delle trincee della Linea Cadorna, recentemente restaurate.
Capovalle - Baite di Mezzeno




Le Baite di Mezzeno sono, durante la stagione estiva, punto di partenza di innumerevoli escursioni, tra cui i Laghi Gemelli, i Tre Pizzi e il famoso sentiero dei fiori che si snoda fin sotto le pendici del Pizzo Arera. Questa ciaspolata parte da Capovalle, frazione di Roncobello, in Val Brembana. Parcheggiata l'auto in fondo al paese e calzate le ciaspole, proseguiamo seguendo le indicazioni per le Baite di Mezzeno. Quella che d'estate è una strada (a pagamento) si trasforma durante l'inverno in un'ottima pista per ciaspolatori e scialpinisti. Non ci resta che seguire la traccia che in circa un'ora e mezza, tra zig-zag nel bosco, ci porterà alla conca che ospita le Baite di Mezzeno (m.1650). Se non siamo ancora stanchi (e solo se le condizioni della neve lo permettono) possiamo continuare la nostra avventura e salire fino al Passo di Mezzeno (m.2150) o al vicino passo di Caronella. La discesa viene effettuata sul percorso comune all'andata.
Pagliari di Carona - Lago di Fregabolgia




Una classica ciaspolata brembana è quella che parte da Carona, poco sotto il piccolo borgo di Pagliari. Anche questa volta possiamo permetterci di posteggiare l'auto ed indossare i "galleggianti" praticamente subito! Il sentiero è sempre ben tracciato e sale con pendenza costante fino alla bella cascata della Val Sambuzza, in questa stagione completamente congelata. Proseguiamo alternando tratti di salita a tratti in falsopiano fino a raggiungere il Lago del Prato (m.1650). Diversi segnavia indicano i possibili itinerari, riservati alla stagione estiva o ad alpinisti esperti. Noi proseguiamo sul sentiero CAI 210, con chiare indicazioni per il Rifugio Calvi. Tenendo il lago alla nostra destra, continuiamo l'ascesa che ci porterà dapprima ai ruderi del vecchio rifugio, bruciati dalle truppe fasciste nel 1943, poi alla struttura che ospita i guardiani della diga, ormai visibile davanti a noi. Non ci resta che compiere un ultimo sforzo per raggiungere il suo coronamento e il bacino artificiale del Lago Fregabolgia, posto a metri 1957.
A costeggiare l'immenso invaso del lago ghiacciato troviamo alcune tra le più importanti montagne bergamasche: partendo da destra, spicca la piramide del Pizzo del Diavolo, seguito dai monti Poris e Grabiasca. Davanti a noi il Monte Madonnino che con la sua bella cresta si collega al Monte CaBianca ed al Monte dei Frati. L'escursione potrebbe finire qui. Solo se le condizioni lo permettono e la neve è ben assestata (rischio slavine!) possiamo continuare costeggiando la sponda sinistra del lago e raggiungere il rifugio Fratelli Calvi, posto a metri 2006. Per arrivare alla diga di Fregabolgia servono quasi due ore di cammino, se vogliamo raggiungere anche il rifugio dobbiamo mettere in preventivo ancora mezzora. Un giretto che, portato a conclusione, passa i 15 chilometri (andata e ritorno) e tocca i 900 metri di dislivello!
Carona - Rifugio Laghi Gemelli




La partenza avviene dal centro di Carona, in prossimità del laghetto alpino, dove posteggiamo l'auto. Il sentiero che dobbiamo seguire in questa lunga ciaspolata porta il segnavia CAI 211, ed è il classico che conduce ai Laghi Gemelli. La traccia parte subito in salita e si addentra nel fitto bosco costeggiando rivoli d'acqua (gelata!) e attraversando suggestivi ponticelli di legno. È facile trovare in questo primo tratto del ghiaccio. Meglio avere, oltre alle ciaspole, un paio di ramponi che in inverno non dovrebbero mai mancare nello zaino. Dopo un'ora di cammino raggiungiamo il Lago Marcio (m.1841) che si presenta completamente congelato! I più temerari lo attraversano passando nel mezzo, ma è anche possibile costeggiarlo seguendo la traccia che si snoda lungo la sponda orografica destra. Arrivati in fondo troviamo la casa dei guardiani e il secondo lago della giornata: il Lago Piano delle Casere (m.1807). Il sentiero piega ora bruscamente a sinistra (palina segnaletica) e fiancheggia il lago fino ad un ponte di cemento che permette di superare il piccolo rigagnolo del Rio Gorno. I chilometri inizieranno a sentirsi nelle gambe, ma ormai solo un’ultima salita ci separa dai Laghi Gemelli e dal rifugio omonimo, posti a metri 1961. I laghi, già bellissimi nella stagione estiva, diventano surreali durante quella invernale. Impossibile non fermarsi a contemplare a bocca aperta le montagne che fanno da sfondo a questo spettaco, sopratutto se coperte di bianco! Servono circa tre ore per raggiungere i Laghi Gemelli da Carona, un’escursione di tutto rispetto che si concluderà con 15 chilometri di cammino e 1000 metri di dislivello positivo. Ma i panorami e la soddisfazione vincono sicuramente sulla stanchezza.
Ricordiamo sempre che in montagna è d’obbligo la massima prudenza!