Trentacinque anni fa la nevicata del secolo: che ricordi per i bergamaschi
Trentacinque anni fa a quest'ora eravamo nel bel mezzo della nevicata del secolo. 50 centimetri di neve in città, 70 nelle valli e fino a due metri sulle montagne. Quattro giorni di totale disagio, dal 13 al 17 gennaio, nel mezzo di un inverno che stringeva nella morsa del freddo, complici correnti di aria gelida provenienti dalla Russia, tutta l'area del Mediterraneo.
I primi fiocchi di neve sono arrivati di domenica pomeriggio. Allo stadio l'Atalanta pareggiava 0-0 contro la Sampdoria. Di Vialli e Mancini, ma quando Vialli era ancora una giovane promessa e subentrava a metà secondo tempo proprio all'attuale ct della nazionale. Da noi erano gli anni di Magrin, Strömberg, Pacione, Ottorino Piotti tra i pali e un giovane Roberto Donadoni subentrante a inizio ripresa proprio a Glenn Strömberg. A fine anno il Verona vincerà lo scudetto, la Samp arriverà quarta e noi concluderemo con un onesto decimo posto.
La prima partita giocata in casa dall'Atalanta dopo la grande nevicata; il video di Atalanta-Samp non è reperibile
Da quel momento cominceranno settantadue ore che si stamperanno nella memoria di tutti i presenti e nei racconti. Ci sono centinaia di migliaia di nevicate del secolo, una per ogni persona che l'ha vissuta. E in queste ore è amarcord puro: «Ero in ospedale quel giorno, perché mia moglie stava per partorire il mio primo e unico figlio», ricorda un bergamasco su Facebook. «Ero in curva nord, faceva un freddo cane», racconta un altro nei commenti; «Io avevo 10 anni, ricordo benissimo la domenica pomeriggio a giocare nella neve altissima», è invece il commento di una signora. «Quanti ricordi evoca quella spettacolare nevicata...mio figlio, anche lui nato in una notte di neve, all'epoca non aveva ancora due anni e decise di ammalarsi proprio in quei giorni, la nostra Renault 5 parcheggiata in via Locatelli sotto casa, era completamente coperta dalla neve ed era impossibile utilizzarla, non c'era scelta se non partire a piedi con il piccolo in braccio avvolto in una coperta in direzione borgo Santa Caterina per raggiungere l'ambulatorio della pediatra.
L'emozione di quel "viaggio" lungo viale Vittorio Emanuele e poi a scendere verso il Borgo, camminando lungo uno stretto sentiero tagliato nella montagna di neve, è rimasto indelebilmente impresso nella memoria, il silenzio ovattato della città, il freddo pungente, il candore abbagliante di tutta quella neve, il lento e pesante movimento dei passi, la fatica fisica di avere il piccolo in braccio, la paura di scivolare», è ancora la bellissima testimonianza di una signora allora mamma da poco.
Dopo trentacinque anni, i disagi non ci sono più ed è rimasta la dolcezza dei ricordi. È la forza della neve. Buon compleanno alla nevicata del secolo.