Un artista bergamasco in Biennale e la sua mostra a ritrovar ricordi
Giovani artisti crescono e vengono premiati. Enrico Cattaneo è bergamasco, di Calusco, residente a Paderno d’Adda. Circa un anno fa aveva avuto un'impennata di popolarità grazie ad articoli su di lui della stampa nazionale, come il Corriere e Repubblica. Realizza opere davvero originali e sperimenta senza sosta. L’estate scorsa vi avevamo parlato di una sua mostra a Seregno, cogliendo l’occasione per farci raccontare da Enrico la sua storia e l’evoluzione della sua poetica. Il mese scorso ha esposto alla Biennale di Venezia e in questi giorni propone una nuova opera in quel di Bergamo, all’Interno Tredici di via Baioni.
Esporre alla Biennale. Qualche settimana fa Enrico ha ricevuto un’importante riconoscimento. Gli è stata infatti data la possibilità di esporre alla Biennale di Venezia. Un’occasione del genere è importantissima per avere visibilità, anche perché è stato fatto un bel catalogo che garantisce ulteriore spazio alle opere. Studente dell’Accademia Carrara, ha partecipato al progetto Codice Italia Academy, che mirava a selezionare i giovani artisti più promettenti in giro per il Paese. Superata la prima selezione, Enrico ha partecipato in Biennale a un laboratorio personalizzato tenuto dall’artista Giuseppe Caccavale, in cui il giovane ha elaborato un’opera inedita. Tra tutti i lavori dei partecipanti ne sono stati scelti solo alcuni, che hanno avuto il privilegio di essere esposti a Palazzo Grimani. Enrico era tra questi: ha creato un cartone che riflette sul concetto di linguaggio, sul fatto che le parole e le lettere non sono altro che simboli convenzionali. L’ha chiamato Senza titolo e senza forma.
[Senza titolo e Senza forma. Acrilico su cartone da imballaggio.]
Una tecnica del tutto particolare. Enrico ha costruito la sua carriera artistica su uno stile unico e particolare: si è fatto un nome dipingendo scene di vita d’una volta su materiali di riciclo, principalmente grossi cartoni, e utilizzando una particolare tecnica xilografica. Il giovane strappa in modi diversi il cartone, lo incide, lo scolpisce e poi passa al pennello, usando quasi solo il nero per fare le parti scure. L’effetto che si ottiene è magnifico, dai toni seppia; questa tecnica permette di creare una patina di antichità che è piaciuta a molti, viste le esposizioni a Melbourne, a Firenze e a Venezia.
Un’arte in continua evoluzione. Già la mostra a Seregno dell’estate scorsa aveva mostrato come la vena artistica di Enrico non conoscesse momenti di appiattimento creativo. In quell’occasione aveva presentato delle straordinarie sculture fatte da pezzi di legno di bancale coi relativi chiodi arrugginiti, oppure dipinti fatti sui materiali più diversi, dal cemento alla carta da parati. In occasione della «residenza» presso l’Interno Tredici, nuova associazione artistica di Bergamo, Cattaneo ha pensato di reinventarsi completamente: «Lo spazio era piccolo e quindi ho voluto renderlo grande io, sperimentando e facendo qualcosa di diverso, di immersivo e claustrofobico».
From the Series - I Viaggi nel Tempo - "Linea di Partenza" Xiolography amd oil colors on corrugate cardboard, 120x155 cm.
"Step by Step". Installation, xilography and oil colors on corrugate cardboard, 180x300 cm.
From the Series - I Viaggi nel Tempo - "Linea di Partenza" Xiolography amd oil colors on corrugate cardboard, 120x155 cm.
"Step by Step". Installation, xilography and oil colors on corrugate cardboard, 180x300 cm.
Il tempo e le macerie che lascia. Con questa nuova installazione si creano delle dinamiche insolite con il pubblico. Le persone entrano in questa sorta di stanza piena di caos, fatta di materiali di scarto, in cui ognuno vede qualcosa di diverso. I temi sono i consueti, il tempo che passa e lascia macerie tutte intorno a noi. Si entra in un budello stretto, irto di ostacoli: superandoli sembra di farsi largo negli spazi angusti dei ricordi sbiaditi, temi cari a Enrico. Si arriva così nel cuore dell’installazione, dove si trovano una lampada antica e un messaggio dell’artista: il visitatore può scrivere nel quadernetto lì presente quale oggetto vuole salvare. Alla fine della mostra verranno conservati solo questi e poi trasformati in nuova arte. Un’idea interattiva efficace, che fa riflettere le persone sul loro rapporto con gli oggetti quotidiani e sullo spreco quotidiano di materiale. La presenza di diari e calendari pieni di scritte sposta invece il focus della questione sui ricordi: come materiali di scarto, molte emozioni passano e svaniscono nell’indistinto. Enrico vuole invece recuperarle e mettercele davanti.
L’Interno Tredici. Questa suggestiva installazione è visitabile all’Interno Tredici, in via Baioni 13, dalle 16.30 alle 23.30. Dopo la chiusura della mostra, venerdì 18 dicembre, non sarà più possibile vedere l’opera esattamente in questa forma. Come le macerie di tutti i giorni, anche questi oggetti di riciclo proseguiranno il loro percorso decadente in modo divaricato.
L’Interno Tredici è un’associazione culturale fatta da giovani appassionati, studiosi e creatori d’arte. Il concetto di «residenza» prevede che un artista lavori per alcune settimane su un concetto, di solito uno spunto preso da un libro dal gestore Alberto Ceresoli. Dopodiché, quando il processo di elaborazione creativa è giunto a maturazione e l’artista ha partorito la sua opera, si apre il periodo di esposizione. In questo modo le opere che nascono qui mantengono un legame indissolubile con questo centro artistico bergamasco.