Un presepe dalla Bergamasca nello studio di Porta a Porta
Per il Natale 2020, Bruno Vespa e la redazione hanno voluto ricordare il sacrificio della nostra terra. Un segno di speranza
di Giambattista Gherardi
Un pezzo di Bergamasca in viaggio verso Roma, per ricordare anche nel periodo natalizio la tragedia della pandemia e, soprattutto, quanti ci hanno lasciato. Martedì 8 dicembre, in seconda serata su Rai Uno, c’è un appuntamento importante per tutti i telespettatori. Lo studio di Porta a Porta, celeberrimo salotto giornalistico condotto da Bruno Vespa, ospiterà in studio (e sino al 6 gennaio) un’artistica ricostruzione della Natività, realizzata dagli Amici del Presepio di Cerete. Rappresenta il cuore del centro storico di Gandino ed è custodita nel locale Museo.
La scelta è caduta su un borgo della Val Seriana, l’area più colpita nella prima ondata del Covid-19 la scorsa primavera. «È un segno di vicinanza importante - conferma Silvio Tomasini, storico dell’arte della Fondazione Bernareggi, che guiderà la delegazione in Rai - che gratifica l’intera comunità bergamasca. È un’occasione per ricordare i tanti, troppi bergamaschi che ci hanno lasciato, ma anche per dare visibilità a un mondo, quello presepistico, che nella nostra terra vanta una grande tradizione, sancita nel 2016 con l’organizzazione in città del Congresso Internazionale curato dall’Associazione Amici del Presepio».
La Bergamasca ospita infatti, a Brembo di Dalmine, il maggior museo per dotazione di esemplari presente in Italia, ma non vanno dimenticati i magnifici allestimenti dell’esposizione annuale di Ponte San Pietro, l’attività del gruppo di Cividino Quintano di Castelli Calepio, il Museo dei Presepi di Gandino (oltre 700 rappresentazioni della Natività provenienti da ogni angolo del mondo, compreso un presepe donato da S. Giovanni Paolo II), i gruppi di Vallata e Comenduno di Albino, quelli di Morengo e Casazza, oppure i Presepi Viventi, da quello storico di Villongo a quelli di Pianico, Fiumenero, Orezzo, Pianico e Parre.
Gli “Amici del Presepio” di Cerete, rappresentati a Roma dal coordinatore Fiorenzo Savoldelli, sono attivi dal 1991 e ogni anno creano la Natività in stupefacenti miniature, con allestimenti e ricostruzioni minuziose. Nel 2018 il gruppo è stato insignito della Benemerenza “Renato Stilliti” della Provincia. Il presepe di Gandino fu realizzato nel 2008, dietro c’è uno studio maniacale dei particolari preceduto da rilievi specifici con il laser rielaborati a computer. I dati tecnici sono ragguardevoli: visibilità a tutto tondo, più di 10 metri quadrati di superficie, 36 diversi prospetti di facciata rilevati e ricostruiti, 230 statuine, 240 fra porte e finestre e tutto in rigorosa scala 1:25, dalla fontana in marmo bianco alle “cicogne”, i ganci che sorreggono i pluviali dei vari palazzi. Sono rappresentati piazza Vittorio Veneto con il Palazzo Municipale, il Salone della Valle e il poderoso complesso di Palazzo Giovanelli (che però resterà a Gandino).
«È una rappresentazione - sottolinea Lorenzo Aresi, che rappresenterà a Roma Promoserio, Distretto de “Le Cinque terre della Val Gandino” e Pro Loco - che evoca la quotidianità dei nostri paesi. Ci sono l’ufficio anagrafe, che purtroppo nel solo mese di marzo ha dovuto registrare la morte di oltre 60 concittadini, ma anche negozi e ristoranti, che hanno visto limitata la loro operatività». Il Covid ha colpito duro ovunque, nei numeri e negli affetti. L’intimità del presepe, anche in una vetrina nazionale di prestigio, rappresenta per tutti un segno di speranza.