Storia e paesaggio

Un trekking primaverile sulle Orobie Tutto il fascino della Strada Taverna

Un trekking primaverile sulle Orobie Tutto il fascino della Strada Taverna
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Foto di Angelo Corna.

 

Con questo articolo vogliamo guidarvi in un trekking per una della vie storiche bergamasche più significative: la Strada Taverna. Per anni questa antica via di comunicazione ha reso possibili i collegamenti tra la bassa Val Brembana e gli importanti centri economici di Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco. Questo tracciato, che interessa il fianco orografico sinistro della Val Brembilla aggirandone le gole, riporta chi lo percorre all’epoca rinascimentale. Ancora prima della costruzione della Via Priula, il caratteristico ponte a schiena d’asino, conosciuto come Ponte del Cappello, veniva utilizzato dai viandanti che provenivano da Almenno e volevano raggiungere la Valle. In origine sembra che questa mulattiera venisse chiamata Strada Meneghina, dal nome della prima contrada che vi si incontra. Successivamente venne indicata sulle carte come Strada Taverna, probabilmente per merito della locanda che sorgeva nella località di Castignola o di un altro luogo di sosta presente sul tragitto.

 

 

L’antico tracciato. La Strada Taverna parte proprio in prossimità dei Ponti di Sedrina (m.291), ora marchiata dal segnavia CAI 592, e si inerpica fino al Passo del Crosnello (m.1094). Il sentiero è ben visibile e si deve salire un selciato perfettamente conservato fino alla Santella dedicata alla Madonna ed ai Santi Gaetano ed Antonio. Superato il borgo di Cà Meneghina, primo dei vari nuclei che troveremo lungo la via, si giunge agli imponenti muraglioni di Cà Marta. Queste enormi strutture restano avvolte nel mistero, rappresentando probabilmente l'elemento più mistico della strada. Si tratta di una serie di muri costruiti lungo il pendio e delimitati da scalinate che salgono dal fondo fino alla sommità. L'ipotesi più plausibile e accreditata è che i muri costituissero le fondamenta di una fortificazione degli inizi del Quattrocento, eretta dai ghibellini brembillesi per difendere l'entrata della valle dall'avanzata dei guelfi veneti. Una seconda teoria indicherebbe un'origine molto più antica, forse correlata con le grotte preistoriche presenti a Carnito.

 

  

 

Superati i muraglioni, tocchiamo la terza contrada: Pratonuovo, con la chiesetta di San Gaetano, santo della provvidenza e, forse, protettore della Strada Taverna, vista la sua presenza anche a Catremerio nella parrocchiale e nella santella di Cà Meneghina. Questo piccolo borgo, fino a qualche anno fa molto conosciuto, si è formato durante lo sviluppo abitativo del Settecento e per anni è stato al centro di una florida attività legata all'allevamento del baco da seta e alla tessitura dei filati sui telai.

La Strada Taverna continua fino alla Maroncella, un altro esempio della attività contadina e della architettura rurale di un tempo, oggi purtroppo completamente disabitata. Alcune case resistono ancora all’ingiustizia del tempo; tra i ruderi settecenteschi notiamo un’antica taverna, la fontana, la casera, l'arco d'entrata alla piazzetta, un tempo chiuso da un portone, e l'essiccatoio delle castagne.

Uscendo dalla contrada la mulattiera prosegue per un lungo tratto, dove  si incontrano alcune fontane ed abbeveratoi per il bestiame. Il tracciato sale fino alla Costa del Tiglio, costeggiando dei muretti a secco, tra panorami che spaziano sulla pianura ed i pascoli circostanti. Sfiorate le case di Tiglio, il sentiero continua salendo alle contrade di Castignola e della Muraca, contrade del Borgo di Sant’Antonio Abbandonato.

5 - Il borgo di Maroncella
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6 - Maroncella
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7 - Maroncella
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8 - Orologio della piazzetta di Maroncella
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Il nucleo di Castignola (che si divide tra Castigonola “di qua” e “di là”) è di origini cinquecentesche e si possono osservare le caratteristiche architettoniche originarie di alcuni edifici. Tra queste la più significativa è l'antica taverna, dove sul portale d’ingresso troviamo la logora data del 1507. Si presenta con una grande sala di dimensioni e altezze insolite, un grosso camino centrale e un sistema di scale, mediante il quale si accede alle stanze superiori. Il pavimento è ancora perfettamente lastricato con grandi pietre rettangolari. Gli edifici circostanti sono altrettanto antichi e mantengono la tipica struttura delle case contadine del tempo.

Nella vicina contrada di Muraca possiamo invece osservare un caseggiato rustico, con ballatoi esterni ed in buono stato di conservazione, su cui campeggia un affresco della Madonna della Corna Busa, datato 1807.

Si prosegue attraverso dei Sapei, sentieri scavati nella roccia, raggiungendo in breve Sant’Antonio Abbandonato. Una visita va sicuramente dedicata alla chiesa della piccola contrada, citata già in diversi documenti del 1440 e dedicata a S. Antonio nella contrada di Castignola. All'inizio del 1800, sulla base di un fondo lasciato da alcuni fedeli, viene costruita una chiesa nuova e più capiente, perpendicolarmente a quella primitiva.

 

 

Oltre, la strada piega a sinistra e prosegue in piano per un paio di chilometri, attraversando una faggetta al limite dei pascoli fino a raggiungere l'abitato di Catremerio, frazione rustico-montana che da alcuni anni è opera di interventi di recupero e ristrutturazione. Qua possiamo ammirare i numerosi elementi ancora ben conservati e le evidenti testimonianze delle antiche attività rurali, nonché spaziare con lo sguardo sulla Pianura Padana, posta proprio sotto di noi.

Abbandonato anche Catremerio, la mulattiera sale alla bella chiesa e si raggiunge dopo una decina di minuti Cà Carletti, costruzione che, con le sue linee architettoniche, i suoi ballatoi e le sue porte, è di spiccato interesse artistico.

Un ultimo sforzo ci separa dal culmine dell’escursione. La suggestiva contrada di Crosnello, anch’essa immersa in un'atmosfera che ricorda i tempi passati, è ormai ben visibile e poco distante. Proseguiamo ancora per centinaio di metri e dopo la contrada si arriva al valico del Crosnello di Brembilla, dove troviamo la Santella del Viandante (m.1094). La Strada Taverna termina qua, tra roccoli settecenteschi, affacciandosi su Sussia e sulle contrade più alte di San Pellegrino, poste in posizione panoramica di fronte ai monti della media Val Brembana e Val Serina, dove fra tutti emerge la mole maestosa del Pizzo Arera.

 

 

Note tecniche. Questa escursione è sicuramente di enorme soddisfazione ed è adatta a tutti. La Strada Taverna non è solo un tracciato escursionistico, ma bensì un vero e proprio sentiero della storia, che guiderà l’escursionista in un viaggio alla riscoperta di luoghi e borghi spesso sconosciuti. La lunghezza del percorso (andata e ritorno) è di circa 18 chilometri e copre un dislivello di 800 metri. Il momento migliore per percorrere questo itinerario è sicuramente la primavera, che permette di assistere alle fioriture tipiche della bassa Val Brembana. I tempi medi di percorrenza possono superare le cinque ore, a seconda dell’allenamento.

Per informazioni: Comunità Montana tel. 0345 81177 - GAL Valle Brembana Zogno tel. 0345 91940.

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