Lingua madre

Una nuova vita per il “Giopì” ma nel solco della tradizione

Lo storico organo di informazione del Ducato di Piazza Pontida si rinnova

Una nuova vita per il “Giopì” ma nel solco della tradizione
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Il Giopì è un giornale che ha una grande storia: lo storico organo di informazione del Ducato di Piazza Pontida, è nato a fine Ottocento a opera dei migliori intellettuali bergamaschi. Ieri, giovedì 30 gennaio, nella sede del Ducato è stato presentato il nuovo corso del periodico. Ha detto il duca Smiciatöt, al secolo Mario Morotti: «Sentivamo il bisogno del rinnovamento, ce lo aveva chiesto lo stesso direttore del giornale, Silverio Signorelli, che non finiremo mai di ringraziare per la sua opera. Il Giopì aveva bisogno di un intervento che lo ponesse al passo con i tempi non per i suoi temi di fondo, ma per lo stile della comunicazione. Signorelli da almeno un anno ci chiedeva di passare la mano. Lo abbiamo accontentato».

Il Giopì è passato nelle mani di Maria Teresa Birolini, direttrice, anzi “diretùra”, e di Paolo Aresi, consulente editoriale del giornale. Nella conferenza stampa Maria Teresa Birolini ha detto: «Abbiamo rinnovato il giornale restando però nella tradizione, abbiamo cercato un linguaggio che potesse venire recepito dalla gente confermando l’impostazione tradizionale, cioè l’impegno per dare valore alla nostra cultura, al nostro dialetto; al contempo abbiamo deciso - d’accordo con il duca - di rilanciare la satira anche sui potenti con l’intento di stimolare uno sguardo oggettivo su quello che accade, sui problemi nella nostra terra. L’ironia ci protegge dal conformismo, ci aiuta a migliorarci».

E la diretùra ha sottolineato il valore della scelta al femminile… Sono passati tanti anni da quando al Giopì si diceva che l’unica “donna” che poteva entrare in redazione era la macchina da scrivere… Paolo Aresi ha spiegato il giornale - in vendita soltanto in abbonamento e nelle edicole del centro città - sfogliandone le pagine. Ha ringraziato prima di tutto il grafico, Emiliano Ravanelli, per il suo impegno nella ricerca di una immagine nuova. Poi ha illustrato lo stile delle pagine. Ogni numero avrà almeno un paio di temi forti che saranno sviluppati in due pagine. Accanto agli interventi di esperti dei vari argomenti ci sarà sempre un articolo in cui Arlecchino e Gioppino discuteranno del problema in chiave ironica, usando sia il bergamasco che l’italiano… ci sarà da stupirsi. In questo numero le maschere si interrogano sulla Bergamo dei record e sul… cambio di sesso della Morla.

In alto, da sinistra: Paolo Aresi, Silverio Signorelli, Maria Teresa Birolini e Mario Morotti

Commenti
Matteo

Quanti articoli sono scritti in bergamasco? Uno?

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