Yoga e fitness tra Carrara e Gamec in 200 splendide foto (e un video)
Abbigliamento sportivo e scarpette da ginnastica, questa la giusta tenuta per visitare l’Accademia Carrara e la Gamec. Per la pinacoteca meglio un risveglio dolce di corpo e mente con esercizi di matrice yoga, magari facendosi rapire dall’espressione vacua del San Sebastiano di Raffaello. La galleria, invece, lascia spazio al fitness serale: i modelli scultorei ottocenteschi della sezione Ipsa ruina docet, all’interno dell’antologica di Mario Cresci, forniscono lo spunto muscolare adatto. Ma l’attività è itinerante: non si resta sempre nella stessa sala, anzi. Una visita non guidata ma sudata, potremmo dire. Soprattutto per gli appuntamenti serali. Il video-spot girato da Davide Ripamonti spiega meglio delle parole.
Un’idea brillante quella dell’associazione sportiva dilettantistica We Are Runners, che organizza da più di un anno We Run Bergamo, appuntamenti settimanali gratuiti di running, musica e fitness all’aperto che richiamano centinaia di partecipanti. Un’«esperienza motoria non convenzionale», dicono loro, perché unisce il benessere fisico a un rapporto creativo con l’ambiente. Avere quadri, sculture e installazioni artistiche come cornice è la nuova frontiera. L’ispirazione, come spesso accade, arriva da oltreoceano: il Metropolitan Museum, New York, offre la possibilità di allenarsi mentre si si gode dello spettacolo delle opere di Vincent van Gogh o di Jan Vermeer. «Lì però si guarda più alla danza contemporanea che al semplice fitness privo di coreografie complesse – ci spiega Carlo Donadoni, presidente di We Are Runners –. Cerchiamo di proporre un programma di esercizi che abbia un suo senso motorio di per sé, innanzitutto, ma che produca anche una relazione spaziale tra partecipanti, ambienti e opere un po’ peculiare, capace di far trapelare una suggestione particolare». Un esempio? L’installazione di Cresci Time out, costituita da mille cilindri di plexiglas alti 20 cm, contenenti negativi di fotografie, reclama esercizi a terra. Esercizi semplici e ripetitivi: bisogna aver la mente libera per potersi guardare attorno. «Si possono gustare le opere d’arte da punti di vista inediti – aggiunge Donadoni – e si invoglia la gente ad approcciarsi all’arte senza quell’imbarazzo tipico di chi si sofferma di fronte a un’installazione simulando interesse o comprensione. Proponiamo una commistione. Come Contemporary Locus, che organizza mostre nelle aree dismesse. Noi portiamo il fitness nell’arte». Ecco due gallerie fotografiche per rendere l'idea: le foto sono rispettivamente di Luca Foresti e Pietro Granati.
Quando. WeArt – questo il nome del progetto – ha avuto inizio venerdì 7 aprile e va avanti fino a sabato 15. In questa sua fase inaugurale si compone di sei appuntamenti, tre mattutini in Carrara (sabato 8 alle 8.30, mercoledì 12 alle 7, sabato 15 alle 8.30), altrettanti serali e a ritmo di musica in Gamec (stasera, martedì 11 e venerdì 14 alle 20.30). Per informazioni e iscrizioni, fare riferimento ai link presenti sui siti dei due musei (www.lacarrara.it, www.gamec.it).
Le istituzioni apprezzano. WeArt è stato accolto con entusiasmo dai direttori dei due musei. «Accademia Carrara è da sempre favorevole ad accogliere proposte di contaminazione tra arte e attività culturali in senso lato – ha commentato Maria Cristina Rodeschini, Fondazione Accademia Carrara -. Lo studio dello spazio e dei corpi al suo interno è un principio che accomuna la disciplina sportiva e quella artistica: provare ad immergersi in esso è un modo per entrare in contatto con l’arte e con sé stessi, raggiungendo un benessere che dal corpo arriva alla mente». «In un’epoca in cui la cultura dello sport riveste un ruolo di rilievo nella vita quotidiana - ha aggiunto Giacinto Di Pietrantonio, Gamec - siamo lieti di poter ospitare questa originale iniziativa nelle nostre sale e di poter condividere l’esperienza con l’Accademia Carrara. Sarà un’occasione unica che permetterà ai partecipanti di vivere i due musei in maniera attiva e da una prospettiva inusuale, al motto di “mens sana in corpore sano”».