I dati incredibili

Bergamo, è febbre da turismo

Bergamo, è febbre da turismo
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Siccome i numeri non sono un’opinione, la loro autorevolezza è di gran lunga superiore alle chiacchiere. E allora ecco quelli dedicati al turismo a Bergamo, che ancora una volta documentano l’evoluzione della nostra città.

Bed and breakfast. Dal 2010 al 2015, in cinque anni, il numero dei bed&breakfast è raddoppiato: erano 193 nel 2010, mentre, alla fine dello scorso anno, se ne contavano 329! Impressionante. Bed&breakfast significa strutture ricettive per turisti, ma anche coinvolgimento diretto delle famiglie nell’ospitalità, quindi un indice di un possibile cambiamento di mentalità.

Case vacanza. Nello stesso periodo la rivoluzione ha riguardato anche le case vacanza: sono salite da 58 a 210, quasi quadruplicate! La differenza fra bed&breakfast e casa vacanza è presto detta. Il B&B è collocata nell'abitazione dell’ospitante che si impegna a fornire dei servizi (per esempio la colazione), la casa vacanze invece è esterna e non prevede di solito né colazione né altro.

 

bergamo deserta

 

Rifugi e affittacamere. Un balzo in avanti anche per i rifugi collocati sulle nostre montagne, quelli dotati di camere per i pernottamenti sono saliti da 28 a 42: un incremento del 50 percento. Ancora più forte la crescita degli affittacamere, che in totale nella Bergamasca erano sessantaquattro nel 2010 e che alla fine dello scorso anno si trovavano a quota 180! Triplicati.

Agriturismo e ostelli. Crescono anche gli agriturismo con ricettività passati da quaranta a cinquantotto. E pure gli ostelli conoscono un boom, triplicando: da sei a diciassette. Una vera esplosione. Soltanto fanno un piccolissimo passo indietro le strutture tradizionali. Gli alberghi più modesti (una o due stelle) scendono da 92 a 79, i restanti passano da 197 a 194 strutture. I campeggi restano stazionari: dieci erano e dieci sono a fine 2015. Le case per ferie scendono da 16 a 15. Ha chiuso i battenti l’unico villaggio turistico.

I risultati. E adesso un’occhiata generale: il totale delle strutture recettive nel 2010 era di 705, a fine 2015 di 1134. Suddividendo la provincia fra Orobie, laghi, Isola e pianura e “Grande Bergamo” si nota che il salto più forte ha riguardato capoluogo e hinterland, con un passaggio da 257 a 548 strutture. Più che raddoppiate. I laghi hanno incrementato del 50 percento la loro ospitalità mentre la zona delle Orobie è passata da 280 a 357 strutture.

 

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Si può parlare di boom? Il forte incremento di strutture nella zona del capoluogo fa pensare alla forte influenza dell’aeroporto sul flusso turistico. Che continua ad aumentare, sia per gli arrivi che per le presenze. L'aumento del 2015 sul 2014 è stato, per quanto riguarda gli arrivi, del 12 percento. Per gli italiani del 9,7, mentre per gli stranieri del 15,6. Altro elemento che fa pensare a Orio. Le presenze sono pure cresciute, ma un po’ meno. Il numero delle presenze si calcola moltiplicando gli arrivi per i giorni di permanenza. In questo caso l’incremento si aggira sul 12 percento ed è simile fra italiani e stranieri. In termini assoluti, lo scorso anno si ebbero un milione e 56mila arrivi per un totale di 2 milioni e 70mila presenze: come dire che ogni turista dedica alla nostra terra mediamente due giorni. Si può fare di più, senza dubbio.

Da tener presente. Altri elementi importanti. In Bergamo città (e hinterland) i turisti stranieri superano gli italiani: 564mila contro 482mila. Un dato di estremo interesse che conferma: si può fare di più, ma per la provincia. Dove si scopre che il numero di stranieri è limitato, a eccezione dei laghi dove gli stranieri sono 66mila e gli italiani 125mila. Pochi gli stranieri sulle Orobie (sebbene in crescita): 68mila contro 424mila italiani. Morale: bisogna spingere sulla conoscenza del territorio per sfruttare appieno il volano di Orio. Perché la stragrande parte dei turisti stranieri sbarca nel nostro aeroporto. Come la città deve impegnarsi per fare conoscere la magia dei suoi borghi, così la provincia deve venire promossa nelle sue parti più suggestive.

 

 

Da dove vengono i turisti. Ma da dove vengono tutti questi turisti? Al primo posto i tedeschi (9,3 percento), quindi i francesi (7,8 percento) e gli spagnoli (6,9 percento). Anche qui è stimolante osservare le variazioni del 2015 rispetto all’anno precedente. A essere cresciuti maggiormente sono i turisti cinesi (+48 percento), seguiti dai polacchi (+47 percento), dagli americani (+27 percento) e dai francesi (+24 percento). Curiosità: qual è il mese di maggiore afflusso di turisti stranieri in città? Fra settembre e ottobre, con ben 65mila presenze. I più bassi sono dicembre e gennaio con circa 27mila presenze. Ultimo elemento, ma non come importanza: la serie storica. Nel 2005 gli arrivi furono 617mila in tutta la provincia, le presenze un milione e 484mila; nel 2010 si passa a 833mila arrivi e 1 milione e 800mila presenze; nel 2015 gli arrivi sono 1 milione e 56mila e le presenze 2 milioni e 60mila. Il 2016 sembra confermare i dati dell’anno scorso anche senza il traino dell’Expo.

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