Panorami mozzafiato

Salire in cima al Pizzo Farno dove lo stambecco è di casa

Salire in cima al Pizzo Farno dove lo stambecco è di casa
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Il Pizzo Farno, posto a cavallo tra i due passi di Valsanguigno e a spartiacque con la vicina Val Seriana, tocca al suo culmine i 2.506 metri di quota e si specchia nelle fresche acque dei famosi Laghi Gemelli. La sua forma piramidale la rende particolarmente interessante per tutti gli escursionisti, che possono guadagnarne la vetta senza eccessive difficoltà. Durante l’inverno, con neve assestata, diventa meta di sciatori e scialpinisti. Poco soprastante a uno dei rifugi orobici più famosi, può essere raggiunta con un giro ad anello, che permette il passaggio in zone poco frequentate e affascinanti. Dove lo stambecco è di casa.

1 - Partenza da Mezzeno
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Partenza da Mezzeno

2 - Sullo sfondo il Monte Corte
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Sullo sfondo il Monte Corte

3 - Scorci da Baita Croce
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Scorci da Baita Croce

4 - I Laghi gemelli dal Passo omonimo
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I Laghi gemelli dal Passo omonimo

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7 - Verso il passo di Valsanguigno
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Verso il passo di Valsanguigno

8 - I bastioni del monte Corte
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I bastioni del Monte Corte

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11 - Lungo tracce di sentiero
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12 - Nuvole e cime
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Via all’escursione. La nostra gita vede il suo via dalle Baite di Mezzeno (m.1.591), raggiungibili in auto dopo l’acquisto dell’ormai famoso “gratta e sosta” e punto di partenza per tantissime escursioni nella bella Val Brembana. Raggiunto il pianoro che ospita le baite, possiamo incamminarci lungo il sentiero CAI 215, uno dei tracciati più classici per raggiungere il rifugio Laghi Gemelli e gli omonimi specchi d’acqua. Il sentiero sale lungo la valle, costeggiando bellissime malghe che durante la stagione estiva ospitano bestiame e agricoltori ancora dediti alla produzione dei formaggi. Tocchiamo Baita Croce (m.1.933), aperta in caso di maltempo, e con un'ultima ripida salita, dopo circa un’ora e mezza di cammino, raggiungiamo il Passo di Mezzeno (m. 2.142), dove svetta una grande croce metallica. Ma anche uno dei panorami più belli delle nostre Orobie. Alle nostre spalle le sagome del Pizzo Arera e della Corna Piana; a destra l’arcigna sagoma del Monte Corte; davanti a noi il Pizzo Farno e il Pizzo del Becco; alla nostra sinistra, a chiudere un cerchio perfetto, il Monte Pietra Quadra e la cresta che lo collega ai Monti Tonale e Spondone. Siamo in un’angolo di paradiso.

Il Passo dei Laghi Gemelli. Il panorama inviterebbe qualsiasi escursionista a fermarsi, ma il nostro percorso, se vogliamo raggiungere il Monte Farno, non è ancora finito. Il sentiero CAI 216 prosegue alla nostra destra costeggiando dall’alto i Laghi Gemelli e transitando sotto la vetta di Cima Papa Giovanni. In pochi minuti raggiungiamo il Passo (m. 2.139), che vista la posizione panoramica è stato ribattezzato con il nome dei due specchi d’acqua più famosi delle Orobie. In questa zona è facile avvistare degli stambecchi, che molto spesso non sono affatto intimoriti dalla presenza dell’uomo. Un cartello in ferro indica la nostra destinazione, che punta per i primi metri verso la bastionata rocciosa del Monte Corte. Continuiamo seguendo le tracce in un ambiente sempre più aspro e severo, attraversando una pietraia e seguendo i vari “omini di pietra” che ci indicano il cammino. Un ultimo canale di sfasciumi ci permetterà di guadagnare il Passo di Valsanguigno W, posto tra il Pizzo Farno e il roccioso Monte Corte.

13 - Quasi in vetta
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14 - Pizzo Farno m.2507
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Pizzo Farno m.2507

15 - Panorama dalla cima
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21 - Il lago Marcio e il lago Piano delle Casere
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Il lago Marcio e il lago Piano delle Casere

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27 - I laghi alla discesa
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30 - Sfumature al tramonto
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31 - Passo di Mezzeno
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Passo di Mezzeno

In vetta al Pizzo Farno. Il culmine della montagna è proprio sopra di noi. Pieghiamo a sinistra costeggiando la parete meridionale del Pizzo, che da questo lato sembra quasi inaccessibile. Compiendo un semicerchio poco sotto alla vetta, ci spostiamo sull’erboso versante est, più facile e accessibile. Con un ripido zig-zag il sentiero ci porterà alla cima, dove a 2.506 metri svetta una croce con piccola madonnina e un panorama mozzafiato sulle montagne e valli bergamasche. Sotto di noi, 500 metri più in basso, i Laghi Gemelli riflettono le sagome delle montagne circostanti. Sulla cima di una di queste ci siamo anche noi.

Il giro ad anello. La giornata non è ancora finita. Per concludere il nostro giro ad anello dobbiamo imboccare il ripido sentiero che scende in direzione dei laghi. Seguendo il logico filo di cresta, superiamo due elevazioni senza nome che separano i Laghi Gemelli dal Lago Colombo, fino ad arrivare, sempre per tracce di sentiero, in prossimità della diga. Ora possiamo proseguire in falsopiano e seguire il suo coronamento fino al Rifugio omonimo, dove ci attende una più che meritata pausa. Recuperate le energie costeggiamo l’invaso artificiale lungo il versante opposto. Ci attende l’ultima ripida salita, che ci porterà al suo culmine al Passo di Mezzeno, ricongiungendoci al sentiero comune all’andata. È l’ultimo sforzo. In circa un’ora di comoda discesa torniamo ai parcheggi di Mezzeno, punto di partenza di questa lunga ma appagante gita.

33 - Panoramiche
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Conclusioni. Il Pizzo Farno può essere una bellissima variante alla classica salita ai Laghi Gemelli. La partenza dalla Baite di Mezzeno permette di iniziare già in quota, accorciando notevolmente il dislivello positivo. Chi vuole può raggiungere il Pizzo anche con partenza da Carona, lungo il segnavia CAI 211/213, in circa tre ore e mezza di cammino. In questo caso, il percorso permetterà all’escursionista di toccare i laghi Marcio, Pian della Casere e Colombo, arrivando fino ai Laghi Gemelli e all’omonimo rifugio. Raggiunto quest’ultimo, l’itinerario diventa comune a quelli precedentemente descritti. Per questa escursione, se decidiamo per la partenza dalle Baite di Mezzeno, dobbiamo calcolare circa sei ore di cammino (andata e ritorno), 14,5 km totali e 1.500 metri di dislivello positivo. La salita è abbastanza facile e accessibile a tutti, previo un minimo di allenamento. Il rifugio Laghi Gemelli, punto di appoggio in questa escursione, è aperto nella stagione autunnale solo il sabato e domenica. In questa periodo dell’anno è consigliato sentire i rifugisti prima di mettersi in cammino, in quanto una nevicata in quota potrebbe chiudere il rifugio fino alla prossima primavera.

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