Visitabile gratis tutti i giorni

Cose da scoprire all'Orto Botanico ora che ha riaperto al pubblico

Cose da scoprire all'Orto Botanico ora che ha riaperto al pubblico
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Martedì 1 marzo 2016 riapre al pubblico l'Orto Botanico di Bergamo in Città Alta (la sezione di Astino aprirà invece il 1 aprile). «Durante i mesi di chiusura - spiega l’assessore all’Ecologia Leyla Ciagà - molti sono stati i lavori di sistemazione di questa sezione, alcuni tuttora in corso, come la potatura straordinaria degli alberi maggiori, la sostituzione di barriere in legno, la preparazione delle aiuole per i trapianti primaverili, lo svuotamento del laghetto delle piante tropicali per il rinnovo». E, anche se non è ancora primavera e i segni dei lavori ci sono tutti, «l'appuntamento di marzo non si può mancare, e stiamo lavorando anche al rinnovo della cartellinatura e all'integrazione delle immagini realizzate dai detenuti del progetto Effetto Serra promosso da GAMeC», precisano il Direttore Gabriele Rinaldi e il collaboratore Francesco Zonca. Per chi volesse fare una visita, l'ingresso è sempre gratuito (qui gli orari e tutte le info). Domenica 6, invece, alle 16 è stato organizzato un tour guidato, anche questo gratuito. Intanto, noi vi accompagniamo alla scoperta di questo meraviglioso angolo cittadino.

 

Avete mai visto il fiore del loto? Sapete com'è fatta la canna da zucchero? Vi siete mai fermati ad osservate una pianta carnivora mentre cattura la sua preda o la meravigliosa fioritura dell’albero dei fazzoletti cinese? L’Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo sulle Mura Venete raccoglie queste e altre meraviglie, ammirabili gratuitamente tutti i giorni della settimana.

Cosa si trova e quando. Certo, per raggiungerlo dovete fare un po’ di fatica: all’Orto si arriva solo a piedi, salendo passo dopo passo i 141 gradini che lo separano dal traffico e dalla città. Arrivati in cima, però, troverete un giardino attrezzato con panchine e tavoli che si affaccia da una parte su Città Alta - da una prospettiva assolutamente unica - e dall’altra sull’imbocco della Val Brembana. Nonostante le sue piccole dimensioni (circa 3mila metri quadrati), la sua posizione arroccata ha permesso la creazione di diversi habitat microclimatici favorevoli alla crescita delle oltre 1200 specie che vi sono raccolte. Circa la metà della superficie è dedicata alle specie autoctone e in particolare alle zone alpine, ma non mancano le piante esotiche, come la collezione di piante giapponesi e la serra dei cactus. Passeggiando lungo il percorso espositivo, tra le varie aiuole sono raccontati il rapporto delle piante con l’uomo e la loro importanza nella vita quotidiana, a partire dalle piante alimentari fino a quelle usate nell’industria tessile, passando dalle piante cosiddette tecnologiche e poi a quelle medicinali, tintorie, cosmetiche e ornamentali.

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Naturalmente, nell’Orto, si trovano meraviglie naturali differenti a seconda della stagione che si sceglie per visitarlo:

  • Aprile. Ogni anno, con l’arrivo della primavera, sbocciano più di cento varietà di tulipani, con uno spettacolo di forme e colori che dura tutto il mese di aprile.
  • Da aprile ad agosto. Una nuova aiuola mostrerà la bellezza delle piante spontanee, usate a scopo ornamentale in un’ottica di sostenibilità ambientale e di conservazione della biodiversità naturale. Le piante spontanee infatti si adattano meglio alle condizioni climatiche locali e sono in grado di rinnovarsi e propagarsi in modo spontaneo.
  • Da giugno a settembre. Durante il periodo estivo le piante tropicali in vaso diventano parte del Tropicarium, una struttura che raccoglie le piante tropicali come la palma del Madagascar e le piante grasse, costruita interamente in bambù e altro materiale vegetale, ad opera dell’artista di land art Alejandro Guzzetti.
  • Tutto l’anno. Dalla base della Scaletta di Colle Aperto il visitatore inizia a percorrere la Scala dell'evoluzione, un percorso espositivo che racconta l'evoluzione delle piante. Dalle più semplici, le prime a comparire sul nostro pianeta, alle più evolute.

Un po’ di storia e un po’ di numeri. Perché Bergamo però si fornisse di un orto botanico si dovette aspettare addirittura il Novecento e, più precisamente, il 1972, quando, per interessamento di Luciano Malanchini e Guido Isnenghi, il Comune decise di riqualificare l’attuale area adibendola a un parco che ospitasse, per interesse naturalistico e culturale, diverse specie botaniche del mondo, e lo intitolò a Lorenzo Rota che per primo descrisse la flora spontanea della provincia. Da allora in giardino è andato ingrandendosi, raccogliendo nuove specie di piante da tutto il mondo. E da allora anche i visitatori sono aumentati, passando dai 2500 del 1991 ai 16mila nel 2005 fino a superare i 20mila nel 2014.

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Cultura a 360 gradi. Non si tratta, comunque, semplicemente di un parco, ma di un vero e proprio museo. L’orto botanico è un’istituzione che si occupa di “fare cultura” a 360 gradi, gestendo anche la trecentesca Sala Viscontea in Città Alta, sede di mostre e conferenze e laboratori educativi (d’ambito naturalistico) per le scuole, che sono sempre molto apprezzati. Nel 2002, gli Orti Botanici di Bergamo, Bormio (in provincia si Sondrio), Milano Brera, Milano Cascina Rosa, Pavia, Romagnese (a Pavia) e Toscolano Maderno (nel bresciano) si sono formalmente costituiti nella Rete degli Orti botanici della Lombardia, con la sottoscrizione di un documento d’intesa per valorizzare e mettere in comune le esperienze, per stimolare e facilitare la comunicazione col pubblico e al proprio interno.

Scopi dell’Associazione, a cui si è affiancata nel 2012 l’Associazione Amici dell’Orto Botanico, sono la tutela, la conoscenza, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale vegetale degli Orti Botanici, della natura e dell’ambiente, con particolare attenzione alla conservazione delle piante, intese anche come beni culturali, e delle specie minacciate. La Rete si dedica inoltre alla promozione della cultura e della ricerca scientifica e organizza iniziative, anche a livello europeo, per attivare un’economia di scala di risorse umane e finanziarie. A proposito, se volete aderire alla campagna Adotta un seme, cliccate qui.

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