Il Ferragosto di 12 bergamaschi noti
Bergamo è deserta, bellissima in questi giorni di piena estate. È qui la vacanza, viene da dire. Temperatura perfetta, senza afa di giorno e fresca la sera, momenti di silenzio intenso e quasi nessuno per le strade. Dove sono andati tutti? In vacanza in Italia o all’estero o in qualche anfratto dei colli e delle nostre montagne a preparare la festa più desiderata dell’anno dopo il Natale, il Ferragosto. I bergamaschi sono legatissimi alla loro terra, ma in realtà, se ci fai caso, li trovi ovunque, come i Pokémon. Basta avere un po’ di orecchio. Abbiamo scaricato la app immaginaria e cercato di scoprire dove si sono rifugiati 12 personaggi noti. Poi ne abbiamo aggiunto uno comune per rappresentare tutti gli altri.
Il sindaco Gori
Reduce dalla puntatina naturista a Formentera, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori passerà il Ferragosto a Punta Marana, in Sardegna. Una mini-vacanza «sulla terraferma, ma vista mare» con la moglie Cristina, la cognata Benedetta e il marito di costei, il telecronista Sky Fabio Caressa, figli, nipoti e parenti tutti. Una riunione tra tribù. Anche per Gori il posto non è una novità: nel Golfo di Marinella ci va da almeno vent’anni. In attesa della grigliatona sotto casa della serata di lunedì, alla quale sono attesi anche una ventina di amici, passa le sue giornate mangiando, dormendo e andando in bici: non con quella elettrica in uso a Bergamo, ma con una ibrida della Bianchi. Due bagni in mare, il tempo di rinfrescare la tintarella «con crema protezione 50» e mercoledì sarà di nuovo in città per la festa di Borgo Santa Caterina. Noblesse oblige.
L’oppositore Belotti
«Io presidio il territorio contro le invasioni islamiche». Che cosa avrebbe potuto rispondere di diverso l’irriverente segretario provinciale della Lega Nord, Daniele Belotti? «Quando vanno via tutti – dice –, io resto tra l’Adda e l’Oglio a guardia di Bergamo e della sua provincia». Presidio militare assicurato. In realtà, più che di sentinella sulle Mura, il giorno di Ferragosto Belotti se ne starà tranquillo a casa sua con un programma di tutto rispetto: «Vernicio le pareti in legno e la sera, con le mani ancora sporche di pittura, vado alla festa della Lega a Pontida». Con tutte queste imperdibili occasioni, c’è poco da andar via. Anche perché sabato sera va in scena un rito irrinunciabile: «C’è la prima ufficiale dell’Atalanta, volete che me la perda? La prima non si perde mai». Forza Dea.
Il vescovo Beschi
Ferragosto per la Chiesa cattolica è il giorno che ricorda l’Assunzione di Maria Vergine al cielo, festa antichissima e di precetto (vuol dire che i fedeli dovrebbero andare a Messa, anche se ci sono già andati il giorno prima, che è domenica). In un’occasione tanto importante, il vescovo di Bergamo deve presidiare la sua cattedra e presiedere la cerimonia solenne nella Basilica di Santa Maria Maggiore (lunedì ore 11). Ferragosto in Città Alta, dunque, per monsignor Francesco Beschi, rientrato giovedì dopo un paio di giorni di riposo nella casa di vacanza della sua famiglia a Ponte di Legno. Dal punto di vista fisico, la Gmg a Cracovia non deve essere stata una passeggiata e all’orizzonte si staglia già la maestosa figura di Sant’Alessandro, patrono della città, da onorare il 26 agosto. In mezzo per il vescovo c’è la lettera pastorale da preparare. Coraggio.
Lo chef Cerea
Lo chef patron del ristorante “Da Vittorio” Chicco Cerea è a Tokyo. Nei giorni scorsi ha cenato dal maestro stellato di sushi Sampei San, al Kanesaka di Ginza (menù da 20mila yen a testa, circa 170 euro, bevande escluse). Cerea ha postato su Facebook un video nel quale, accolti dai sorrisi del padrone di casa, appaiono anche la moglie, i tre figli e la mamma, la signora Bruna. Non solo cucina, ovviamente: in una foto ha immortalato graziose ragazze giapponesi al tempio buddista Sensoji, il più antico della città. Giorno di rientro il 19 (ma il ristorante di Brusaporto resterà chiuso fino al 25). Konnichiwa (che vuol dire “ciao”).
Il rettore Morzenti
La prestigiosa nomina a rettore dell’Università non ha modificato le abitudini estive di Remo Morzenti Pellegrini. Da almeno due decenni, in questo periodo sconfina oltrebrennero e si rifugia con famiglia e amici tra i monti dell’Austria, nel Salisburghese, lontano da professori, studenti e grattacapi. Il programma del dì di Ferragosto è già stabilito: si parte al mattino presto e «con qualsiasi condizione di tempo, ribadisco: con qualsiasi condizione di tempo» si raggiunge un rifugio. Pranzo in baita, ritorno e serata tranquilla. Un vero uomo di montagna.
Il presidente Percassi
L’Atalanta comincia l’avventura in Coppa Italia, ma il suo presidente le manderà la sua benedizione dall’isola di Cavallo (si pronuncia Cavallò) in Corsica, dove da qualche giorno è andato a riposare. Si fa per dire, perché Antonio Percassi non si ferma mai e può capitare che il giorno di Ferragosto alle 13.30 chiami un suo collaboratore per chiedergli come vanno le vendite del nuovo store Lego aperto a Marcianise o che ne è di quel progetto rimasto in sospeso (leggi Crespi). E guai a farsi trovare impreparati con la forchetta vicina alla bocca. Il giorno di Ferragosto lo passerà in barca nelle limpide acque tra l’isola che ha dato i natali a Napoleone e il meraviglioso arcipelago della Maddalena. Chissà se anche in mare aperto prendono i cellulari. Intanto a Cavallo, a turno, vengono e vanno figli e nipoti. Un peu de souplesse.
Il direttore Ceresoli
Il nuovo direttore de L’Eco di Bergamo, Alberto Ceresoli, non è uomo di grandi viaggi e vacanze. Preferisce restare nel suo ambiente, concedersi qualche momento di riposo senza troppa gente intorno e tenendosi a distanza di sicurezza dai fuochi artificiali, quelli li vede più o meno tutto l’anno. «Pensavo – già il verbo all’imperfetto è rivelatore – di andare qualche giorno sulle Dolomiti, ma un problema familiare mi induce a rimanere a casa». A Ferragosto i giornalisti non lavorano e il 15 è uno dei pochi giorni dell’anno in cui un direttore può letteralmente staccare la spina e forse anche il cellulare. Giornata a Ponte San Pietro, dunque, vista Brembo, con grigliata in famiglia secondo l’eterna e migliore tradizione bergamasca. Imperativo: non farsi rosolare.
Il ministro Martina
La figura istituzionale più alta della Bergamasca, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, da giovedì sera è libero – si fa per dire – da impegni di governo. Sabato parte per le vacanze: cinque giorni in Sardegna, vicino a Cagliari, con la moglie Mara e i due figli piccoli Giorgia e Andrea. Venerdì mattina, primo giorno ufficiale di ferie, li ha portati in Piazza Vecchia. A metà settimana sarà già di ritorno e – «se riesco» – si concederà «qualche giro sulle nostre montagne». E poi dicono che i politici non lavorano. Martina resta un uomo della pianura e non sogna mete esotiche: «Negli ultimi due anni ho girato troppo, stare un po’ a casa è per me la vera vacanza». Come diceva un tale: felice il turista che ha visto tutto prima dell’arrivo dei turisti.
L’imprenditore Radici
Miro Radici, presidente della Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio, possiede da anni una bella casa nel sud della Sardegna, a Villasimius, ma quest’anno le vacanze le sta facendo in albergo, dieci giorni a Forte dei Marmi. Cause di forza maggiore: bisogna star vicini a casa, sia perché i piloti vanno lunghi e gli uragani impongono di cambiare le rotte («per fortuna in aeroporto c’è una squadra fortissima»), sia per altre ragioni più personali e delicate. «Come passerò il giorno di Ferragosto? In parte in macchina per rientrare a Bergamo, in parte a casa». Intanto, però, sostiene che la scelta della Toscana è stata una buona soluzione. In che senso? «Qui ci sono tanti bergamaschi e ci incontriamo in spiaggia». Questione di gusti. Qualcuno almeno in vacanza preferirebbe sentire altri accenti, ma Radici è un bergamasco a 24 carati e gli va bene così. Con un pensiero alla Sardegna: io e mia moglie Anna speriamo di andarci qualche giorno.
Il banchiere Moltrasio
Quanto sono distanti i problemi di Ubi Banca dai luoghi di vacanza del presidente del Consiglio di Sorveglianza Andrea Moltrasio, il banchiere più alto in grado della Bergamasca? «Non tanto, ahimé, purtroppo ci sono internet e il telefonino. A volte mi verrebbe voglia di buttare l’iPhone in mare, ma mi hanno detto che adesso riuscirebbero a rintracciarlo anche lì: è una condanna a vita». Non ha tutti i torti: per chi ricopre certi ruoli la vera vacanza è quando tace il telefono. Moltrasio però, almeno fisicamente, ha tentato di allontanarsi il più possibile. Si gode per quindici giorni sicuri («poi tendo a mediare con i doveri, cercando di allungare un po’») il mare cristallino delle Cicladi, isole greche del Mar Egeo. Chi volesse disturbarlo lo può trovare, «in costume e maglietta», sulle spiagge più isolate di alcune fra le duecento meravigliose isole che compongono l’arcipelago. Non si muove in barca, ma coi traghetti e una volta individuato durante una traversata non potrebbe scappare. Noi l’abbiamo intercettato via iPhone ancora intatto mentre si recava a Milos a trovare amici. Dov’è Milos? «Ha una grande storia, studiate». Neanche in ferie rinuncia a fare il professore. Però si sente che è più rilassato del solito. «Che cosa farò a Ferragosto? Nel mio paesino (non si dice quale, non esageriamo…) c’è la festa della Panaghia, cioè di Maria “Tutta santa”, il corrispettivo ortodosso della ricorrenza dell’Assunta. La sera c’è una bellissima funzione con il Pope che espone un’icona e poi celebra una messa che dura più di due ore. Alla fine in piazza ci sono canti e balli greci, una meraviglia. Sto lì fino alle due, poi me ne vado a letto». Kalinikta.
L’ex calciatore Bellini
Gli altri a correre e faticare sul campo, lui con giacca e cravatta nerazzurre da dirigente atalantino. Il primo Ferragosto “da civile” di Giampaolo Bellini non si può propriamente definire una vacanza. Pochi giorni in Romagna, dove trascorre l’estate la sua famiglia, incastonati fra la partita che si gioca sabato allo stadio, e bisogna esserci, e l’inizio del campionato domenica 21 contro la Lazio, e anche lì bisogna esserci. L’ex capitano ora praticante di marketing, le ferie però le ha già fatte a giugno e adesso si gode solo qualche momento di relax. Il 15 agosto per casa sua è una data importante, compie gli anni il figlio più “grande”: «Vado a festeggiarlo e gli spaccerò che tutti i fuochi artificiali sul mare sono dedicati a lui». La giornata sarà rallegrata anche dalla presenza di alcuni amici: «A pranzo o a cena staremo tutti assieme». Cuor di papà.
Il dirigente Bosio
Se gli si dice che è un’autorità si mettere a ridere, ma Vittorio Bosio è diventato presidente nazionale del Csi e almeno una volta la settimana vola a Roma per presidiare l’istituzione: «Erano abituati diversamente e mi han già fatto simpaticamente capire di non essere troppo invadente». Per lui, che ha sempre preso ogni cosa con positività, le ferie non sono mai state un problema: «Non ho in programma vacanze, io sto bene ovunque. Alla fine però riuscirò ad accumulare in tutto 10-11 giorni: sono fortunato, c’è anche chi ne fa meno». Da qualche giorno si è trasferito nel suo buen retiro alla casa paterna sopra il lago di Endine. «A Ferragosto sarò qui a fare il contadino». Accanto a lui i parenti («è un’occasione per vederli») e qualche amico. «Sì, sono felice e contento: la griglia diventerà lunga». Beati i poveri di spirito.
Il bergamasco doc, Mauri
Maurizio Alborghetti, chi è costui? Un bergamasco come ce ne sono tanti, che quando è sul lavoro dà il meglio di sé, ed è tantissimo. Ma che ha anche imparato a guardare lontano e, pur facendo un mestiere umile e guadagnando uno stipendio normale, ha realizzato il sogno di conoscere il mondo. Tre anni fa s’è addirittura regalato una barca a vela e ha navigato un’estate dopo l’altra tra l’Elba, la Sardegna e la Corsica, lui e la moglie, senza farsi mancare niente. Quando si lavora, si lavora, e quando c’è da riposare ci si rilassa alla grande. Quest’anno ha cambiato programma e con due amici carissimi – uno dei quali in carrozzella – ha deciso di concludere il viaggio negli Stati Uniti che insieme avevano cominciato molti anni fa sulla costa atlantica. In questi giorni stanno percorrendo le piste del selvaggio West, e ora si trovano nello Utah. Le prossime tappe sono Arizona e Colorado. Il giorno di Ferragosto lo passeranno a Durango, leggendaria città dell’epopea dei cow boy. «Bisogna venire qui – dice il Mauri –, siamo fatti per questi posti, sono bellissimi. Non si può morire senza vedere quant’è bello il mondo». Rientro previsto il 20. Poi si ricomincia a darci dentro. Alla grande.