Sere d'estate

Filagosto è ancora un’Isola felice Grandi nomi e tanti stili, tutto gratis

Filagosto è ancora un’Isola felice Grandi nomi e tanti stili, tutto gratis
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[Foto in apertura di Michele Formica]

 

Già nei primi tre giorni, perché è cominciato il primo agosto, ha fatto capire di che pasta è fatto, il Filagosto. Partito con il reggae dei Toots and the Maytals, ha proseguito con il metal dei Lacuna Coil e con il rap di Coez. Alla faccia dei festival di genere: qui siamo agli antipodi. E non con nomi di secondo piano. E non a pagamento. Tutto gratis all’area feste di via Locatelli, come sempre è stato.

Canova Giada Arioldi
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Foto di Giada Arioldi

Coez Giada Arioldi
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Foto di Giada Arioldi

Lacuna Coil foto Giada Arioldi
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Foto di Giada Arioldi

Toots ecc foto Giada Arioldi
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Foto di Giada Arioldi

I tre giorni rimanenti, perché domenica 6 agosto la festa finisce, non stonano con l’incipit. Stasera, per esempio, c’è Giovanni Lindo Ferretti. Chi non lo conosce. Le sue invenzioni poetiche, ripetute in maniera ossessiva, hanno fatto da colonna sonora alle notti più movimentate della scena alternativa nazionale. Un manifesto di una new wave venata di punk e sperimentalismo, segnata dal pogo delle accelerazioni ritmiche, illuminata da quei testi iconoclasti eppure scultorei nella loro nettezza. Dalla triade di «Curami, curami, curami, solo una terapia» (Curami) a «Io sto bene, io sto male, io non so dove stare. Non studio non lavoro non guardo la tivù, non vado al cinema non faccio sport» (Io sto bene). Fino a Emilia paranoica con quell’ermetico «chiedi a settantasette se non sai come si fa». Ferretti, voce mitica dei Cccp prima, dei Csi (Consorzio Suonatori Indipendenti) e dei Pgr (Per Grazia Ricevuta), ha oggi 61 anni. Tornato a vivere con la madre anziana nella casa di famiglia a Cerreto Alpi, nell’Appennino tosco emiliano, dopo una vita nomade tra l’Emilia, la Mongolia e Berlino, è diventato cattolico. Da rocker comunista e «bestemmiatore di professione» a cantore della gloria di Dio. Per scelta ha rinunciato a Internet, al cellulare e a tutti i mezzi di comunicazione moderni. Non ha affatto rinnegato il suo passato, né tanto meno la sua personalità e la sua arte, ma da circa una decina d’anni a questa parte è un uomo nuovo. Nessun timore, però, per i fan della prima ora: il concerto che si vedrà stasera (4 agosto) ricalca quello dei tour precedenti nella forma, ma non nella sostanza. Ferretti si racconterà con le canzoni del suo repertorio solista ma anche con quelle dei Cccp-Fedeli alla Linea e dei Csi.

 

[Foto di Claudio Romani]

 

Una giravolta su domani 5 agosto e si ripassa alle chitarre distorte con il Metal for Emergency Festival (che una volta si teneva a Cenate) con Nanowar Of Steel, Furor Gallico, Sound Storm, Norsemen e soprattutto gli Eluveitie, il gruppo folk metal svizzero di maggior successo. Il nome significa «elvetico» in gallico; quindici gli anni di carriera alle spalle. Il loro album Helvetios del 2012 ha segnato uno dei loro punti più alti, con un lunghissimo tour che li ha condotti in Nord America, Europa, America del Sud, Australia e Asia. Il disco si è inoltre classificato al terzo posto nella Billboard Heatseekers Chart (Usa), al quarto in Svizzera, al sesto posto nella Canada Hard Music e al settimo nella Usa Hard Music. Gli Eluveitie sono Chrigel Glanzmann (voce, mandolino, flauto, whistle, cornamusica, gaita, chitarra, bodhràn), Kay Brem (basso), Rafael Sal zmann (chitarra elettrica), Matteo Sisti (cornamusa, flauto), Nicole Ansperger (violino, Alain Ackermann (batteria), Jonas Wolf (chitarra elettrica), Michalina Malisz (ghironda), Fabienne Erni (voce, arpa celtica, mandola).

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Gli Eluveitie al Metal for Emergency

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I Fast Animals And Slow Kids

Lindo Ferretti oggi
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Giovanni Lindo Ferretti

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I Vanarin

Domenica 6, infine, nuova virata su indie e underground. Headliners sono i Fast Animals And Slow Kids, che sfuggono un po’ a tutte le etichette che gli sono state appiccicate addosso: emo, punk, post-hardcore, folk-rock. L’ultimo album, Forse non è la felicità, è un blend di tanti stili, di tante immagini e immaginari che hanno portato la band in molteplici luoghi, racchiusi nelle undici tracce del disco. In apertura I Botanici da Benevento e i bravissimi (e molto giovani) Vanarin da Bergamo.

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