La finale domenica alle 17

Gli Internazionali di tennis in città non deludono mai (c’è la conferma)

Gli Internazionali di tennis in città non deludono mai (c’è la conferma)
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Come sempre, a stravolgere i piani ci pensa il fato. O, come in questo caso, gli infortuni e la classifica. Tabellone alla mano, il Trofeo Perrel-Faip 2018 pareva assegnare il ruolo delle “stelle” a Mirza Basic e Dustin Brown: il primo per questioni meramente di classifica (numero 77 al mondo), il secondo per questioni meramente di spettacolo, data la naturale predisposizione del tedesco-giamaicano ai funambolismi tecnici. E invece entrambi, proprio a ridosso del via, hanno dato forfait. Il bosniaco perché, dopo aver vinto poco più di dieci giorni fa l’Atp di Sofia, ha ritenuto di poter aspirare a tornei di maggior caratura; Brown, invece, perché costretto ai box da un fastidioso infortunio alla schiena che lo aveva portato al ritiro (in lacrime) nel precedente torneo in cui era sceso in campo.

 

Foto di Antonio Milesi
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Con le due punte di diamante assenti, qualcuno ha temuto che la tredicesima edizione di questo torneo (montepremi da 64 mila euro) non bissasse i successi degli anni precedenti. Invece, con semifinali e finalissima ancora da giocare, Bergamo ha risposto comunque presente, portando tanta gente al PalaNorda, soprattutto dalle 20.30 in poi, orario di inizio (indicativo) dei match serali. Merito della gratuità dell’evento, di un rapporto di amore per questo sport che la Olme, organizzatrice del trofeo, ha saputo coltivare e far crescere negli anni, ma anche delle wild card. Anzi, della wild card. Perché alla fine la stella è stata tirata fuori dal cilindro di Marco Fermi e Gabriele Merelli, menti e braccia del Perrel-Faip, che hanno pensato bene di portare in città Ernest Gulbis, un “nobile decaduto” della racchetta internazionale, ex numero 10 al mondo e semifinalista al Roland Garros 2014. In realtà, in questo ragazzone lettone che solo a fine agosto compirà trent’anni, di decaduto non c’è proprio nulla. Talentuoso e potente, quello che finora gli è sempre mancato è stata la continuità di rendimento e di concentrazione.

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Ernest Gulbis

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Andrea Arnaboldi

Gianluigi Quinzi
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Gianluigi Quinzi

Lorenzo Sonego
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Lorenzo Sonego

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Luca Vanni

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Matteo Berrettini

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Salvatore CAruso

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Stefano Napolitano

Dalla nostra città Gulbis ha deciso di provare a ricostruirsi una classifica degna del suo talento. E sin dal suo debutto sul Greenset del PalaNorda, avvenuto la sera di martedì 20 contro il bosniaco Aldin Setkic, Bergamo ha risposto presente, riempiendo le tribune e tifando sfacciatamente per lui fino alla chiusura del match, vinto da Gulbis 6-3 7-6. Il momento clou, però, è arrivato il giorno dopo: alle 18 circa di mercoledì 21, infatti, al PalaNorda è andata in scena la partita che un po’ tutti speravano di vedere, ovvero Gulbis contro l’azzurro Lorenzo Sonego, reduce da un avvio di 2018 stupendo, adornato dalla bella cavalcata agli Australian Open, dove è arrivato fino al secondo turno dopo essere partito dalle qualificazioni. I due si erano già affrontati un paio di settimane fa a Sofia. Fu un match tiratissimo, dove alla fine ebbe la meglio Gulbis. Questa volta, invece, le cose sono andate all’opposto: il torinese ha sfruttato appieno la serata negativa del lettone, autore di un’enormità di errori gratuiti, e ha imposto il proprio gioco, con personalità e notevole senso tattico. Insomma, Sonego è parso maturo, confermando le buone impressioni già date nei precedenti tornei. E il pubblico non ha avuto dubbi su chi sostenere, schierandosi con l’azzurro e “abbandonando” a se stesso e alla sua giornata no Gulbis.
Ma Sonego non è l’unico italiano a brillare sul nuovissimo Greenset del PalaNorda. Il regalo migliore che...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo alle pagine 44 e 45 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 1 marzo. In versione digitale, qui.

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