L'ex Diurno risorge con un concerto per vasca da bagno e orchestra
Odore misto di caffè, sigarette e sapone. Unico. Rumore di boccette. Melodie accennate dalla gente che si lava. Questo nel sottosuolo. Tutt’attorno, un quartiere vivacissimo. Suonavano le orchestrine al Balzer e al Moka Efti, al Savoia e al Nazionale. Si ballava. Il Centro Piacentiniano era così. Il suo cuore «underground» (sottoterra, cioè) era l’Albergo Diurno, uno dei luoghi più suggestivi della città, a partire da quell’ampio salone ipogeo circolare, nato come rifugio antiaereo nel ’44 e mai utilizzato perché Bergamo non fu bombardata, c’è chi dice per intercessione della Madonna. La sua vita fu breve – dal ’49 al ’78 – ma intensa: c’era gente che si ritrovava a orari fissi per fare il bagno e la doccia quando averli a casa era ancora un lusso. Anche nobili che scendevano apposta da Città Alta, magari per la manicure o per andare dal barbiere. Immancabile la sfida nella sala biliardo gestita dal Cioci e dal Locatelli, il calicino servito al bar da Mario Baroni o dalla moglie, il giro in libreria o dal calzolaio. Ci si incontrava. Al pomeriggio il rendez-vous delle comunità Rom, al mattino quello degli studenti che bigiavano scuola. Quando arrivava un certo treno si riempiva: c’era il deposito dei bagagli. C’era anche uno scrivano che componeva lettere per gli analfabeti. Un luogo che, a differenza di spazi simili in altre città, non è mai stato appannaggio delle devianze, non ha mai avuto una nomea negativa. L’intrattenimento negli anni è cambiato: prima bar e biliardo, poi flipper, fino a un’agenzia di viaggi. Poi ha chiuso, perché al bagno su ballatoio si è sostituito, dagli anni Sessanta, quello direttamente nell’appartamento.
[ Foto Piermario Bellavita, Archivio digitale Storylab ]
C’è vita di ritorno, ora, dal sottosuolo. Da oggi, venerdì 19 maggio. Piastrelline, saracinesce e vetrine impolverate riprendono confidenza con il pubblico grazie all’arte contemporanea, innanzitutto: Contemporary Locus 12, il progetto ideato da Paola Tognon che costruisce connessioni tra arte contemporanea e tessuto urbano, aprendo luoghi segreti, dimenticati o dismessi (ne parliamo sotto). Di più: legato al concorso internazionale per la riqualificazione del Centro Piacentiniano c’è il progetto per dar vita a un night club di classe dove cenare e vedere concerti, soprattutto jazz. O stand up comedians: cabarettisti, cioè. I 1.200 metri quadrati sono stati rilevati da Alberto Previtali, che ha acquistato per 790mila euro il Diurno con la società Fcf srl dei fratelli Luca e Paolo Cividini.
[ ex Albergo Diurno_ph. Mario Albergati_Courtesy Contemporary Locus ]
Ma veniamo a oggi 19 maggio. L’inaugurazione, con tanto di performance e cocktail, stasera dalle 19 alle 22. Ma l’ex Diurno (si accede da piazza Vittorio Veneto 13) è visitabile fino al 23 luglio. Orari: sabato e domenica ore 10-13; 16-20 e su appuntamento. Ingresso gratuito. Visite guidate tutti i giorni negli orari d’apertura e su programma, così come i laboratori per l’infanzia (info: www.contemporarylocus.it).
L’arte restituisce le memorie dal sottosuolo. «Intendiamo restituire con dei lavori site-specific i luoghi con un occhio diverso, quello dell’arte. Un occhio diverso dal nostro, quindi. Come abbiamo già fatto per il Luogo Pio Colleoni, la Cannoniera San Giacomo, l’ex Hotel Commercio e l’ex centrale Daste e Spalenga». Paola Tognon presenta così la 12esima edizione di Contemporary Locus, che da stasera prende casa all’ex Diurno sotto piazza Dante. I luoghi eletti dal progetto artistico sono sempre di un certo peso. Scelti con cura nel loro momento topico, al crocevia di cambiamento. «Abbiamo intuito attraverso la memoria delle persone e i racconti che ne nascevano che questo luogo significava e significa molto per la nostra città. Perché è in centro, e al centro della nostra memoria e dei nostri ricordi».
I due artisti coinvolti sono molto diversi, per generazione innanzitutto. Kader Attia (1970, Francia) vive e lavora tra Berlino, Parigi e Algeri. Fondamentale nella sua ricerca e nella sua poetica è il concetto di «repair» (riparazione), non solo fisica ma anche morale, delle fratture della storia. Lavora molto sulla memoria, e le sue creazioni arrivano come un pugno nello stomaco. Al Diurno porta Eternelle promesse, grandi lettere in metallo provenienti da vecchie insegne parigine, abbandonate nello spazio, pronte forse a essere riaccese e ricombinate, a produrre nuovi messaggi, in un luogo che si dispone ad essere abitato. Poi l’installazione The Repair (che utilizza la memoria per rielaborare i lutti delle nostre comunità) e la proiezione del film Reflecting Memory, con il quale l’artista ha vinto l’ultimo Prix Duchamp (28 maggio, ore 21, auditorium di Piazza della Libertà), uno tra i più importanti del pianeta per l’arte contemporanea.
Eternelle promesse, Kader Attia
Reflecting Memory, Kader Attia
Reflecting Memory, Kader Attia
Reflecting Memory, Kader Attia
Reflecting Memory, Kader Attia
Reflecting Memory, Kader Attia
The Repair, Kader Attia
The Repair, Kader Attia
Ha a che fare con il futuro dello spazio – un locale per concerti – e con l’anima profondamente musicale del vicino teatro Donizetti il lavoro dell’altro artista coinvolto, Alvin Curran (1938, Providence, ma vive e lavora a Roma). Pioniere della musica elettronica, ha condiviso la sua sperimentazione con alcune delle personalità d'avanguardia degli anni '60 come John Cage e Nam June Paik per proseguire lungo tutta la sua carriera con azioni, performance e concerti in ogni parte del mondo. Celebre la sua sinfonia per sirene di navi ad Amburgo, con lui a dirigere l’eccentrica orchestra alzando bandiere segnaletiche.
Alvin Curran, partiture per Concerto per vasca da bagno e orchestra, 2017
Alvin Curran, Maritime Rites Chicago, New Music America 1982 Performance, ongoing project
Alvin Curran, Beams in Martinkerk, 2008 Beams 3, Americans festival - Aa Church, Groningen, Holland, Performance
Alvin Curran THE TWENTIETH CENTURY, Donaueschingen Festival 1996, installations
Si è subito innamorato dell’acustica particolare del Diurno. Ha scritto una partitura per 17 musicisti del Conservatorio Donizetti, due attori cantanti, un giocatore di basket e uno di biliardo: stasera, dalle 19 alle 21, suoneranno insieme un curioso Concerto per vasca da bagno e orchestra. Si creerà un’architettura sonora che poi si propagherà, registrata, per tutta la durata della mostra (fino al 23 luglio). Fatta dai motivetti intonati da chi si sta facendo il bagno e dall’impatto tra boccette, oltre che dagli strumenti tradizionali. Certo, scordatevi Chopin.
La dj Brina Knauss da Tiziana Fausti. La riapertura del Diurno è anche un evento mondano. L’opening di stasera, oltre alla live performance di Alvin Curran Concerto per vasca da bagno e orchestra, alle 19, ha un prologo alle 18 alla Domus – dove per tutta la notte, fino al 21 maggio, viene tra l’altro proiettato Kiss di Andy Warhol – con l’aperitivo-degustazione Waiting for.
Quindi, dalle 19 alle 23, sulla terrazza (tempo permettendo) di Tiziana Fausti, un cocktail party con dj set di Brina Knauss. Le creazioni culinarie dello chef Ezio Gritti, il cui omonimo ristorante occupa i locali adiacenti a Tiziana Fausti, e le bollicine Bellavista delle Cantine Terra Moretti contribuiranno a rendere unica la serata.