I Mondiali di mungitura a mano all'agriturismo Ferdy di Lenna
Oggi, 20 settembre, all’agriturismo Ferdy di Lenna si svolgerà il mitico campionato del mondo di mungitura a mano. Saranno ben quaranta i concorrenti che si rimboccheranno (letteralmente) le maniche per tentare di vincere il Secchio d’oro e il premio di 3500 euro; i concorrenti vengono da ben nove regioni e tre Stati stranieri (India, Romania, Olanda); presenti anche sei donne e uno straordinario ottantenne, campione nei Paesi Bassi. Per la seconda edizione il Campionato si fa quindi ancora più prestigioso e ricco di attrattive: la gara rientra nell’evento di due giorni denominato Festival della Biodiversità Orobica (qui il programma completo).
I favoriti e gli orari. È molto probabile che tra i protagonisti ci sarà l’arzillo ottantenne Jan Roelof Spijkervet; olandese, sa cosa significa mungere dopo una vita ad allevare frisone. Negli anni Cinquanta era campione della sua nazione, riuscendo a mungere 8 litri in due minuti. Anche se, ovviamente, il concorrente da battere è il detentore del titolo: il trentaduenne Gian Mario Ghirardi di Malonno (Brescia), che l’anno scorso ha munto 8,7 litri in due minuti.
Gli instancabili mungitori si recheranno all’agriturismo dalle 7, ma la gara prenderà avvio verso le 10, accompagnata da degustazioni di prodotti tipici, formaggi, salami e polenta. Le premiazioni si svolgeranno alle 13. Per recarsi comodamente all’agriturismo è attivo tutto il giorno un servizio navetta andata/ritorno gratuito, con partenza dall’area industriale di Lenna.
[Le foto più belle della scorsa edizione]
La presentazione. L’evento è stato presentato venerdì 11 settembre alla Domus di Bergamo, alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava e di altre personalità del mondo agricolo del nostro territorio, come l'ormai celebre Ferdy. In realtà, l'occasione della presentazione ha permesso ai vari oratori di sviluppare un discorso ben più ricco e complesso dedicato alla situazione del territorio orobico e al tentativo di riportare alla ribalta la biodiversità che lo caratterizza, al fine di garantirne la conservazione.
Non a caso la gara di quest'anno si inserisce nel quadro ben più ricco del Festival della Biodiversità Orobica. Un programma costellato di eventi e degustazioni che coprirà tutta la giornata di sabato 19 e metà della domenica 20 settembre. Gli elementi cardine su cui ruota questa manifestazione sono tre: la vacca di razza Bruna alpina originale, la Capra orobica e i mais autoctoni bergamaschi.
Uno spot per Bergamo. Tra i relatori ha preso la parola Francesco Maroni, presidente dell'associazione San Matteo Le Tre Signorie di Branzi e organizzatore dell'evento: «Questo weekend orobico è un grande spot per Bergamo e per la Val Brembana; il Festival è stato fortemente voluto dalla Regione e dagli enti del territorio per celebrare una pratica antica come la mungitura a mano». L'associazione di Maroni è attiva dal 2004; nel corso degli anni ha sviluppato diversi progetti ed è arrivata a presentare uno di questi ad Expo, il 16 settembre: si chiama Forme, Bergamo capitale europea dei formaggi. Maroni è convinto che quella intrapresa dal nostro mondo agricolo sia la direzione giusta: realtà fresche, al passo coi tempi, ma parimenti rappresentative di un mondo agricolo arcaico.
[Il secchio d'oro del vincitore]
Il sostegno della Regione. Ha parlato anche l'assessore Fava, incentrando il suo discorso sulla tutela della zootecnica di montagna: «Questo mondo già delicato di per sé sta vivendo una situazione congiunturale che si sta trascinando più a lungo del normale, anche perché si fatica a far fronte alle emergenze ed ai problemi più impellenti. Per questo motivo il territorio deve essere salvaguardato, tutelando gli agricoltori di montagna», che sono un po' i guardiani ultimi di questi luoghi difficili.
Aggiunge Fava: «Le idee non mancano, ad esempio Ferdy si sta impiegando per tutelare le Orobie. Anche da parte nostra c'è grande disponibilità: stamattina [11 settembre, ndr] sono stati stanziati altri 2,7 milioni di euro per le comunità montane. Nel Piano di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia, la misura 4.1.01 prevede una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro per l'agricoltura, ma non più suddivisi per ambiti territoriali, bensì accorpati in un'unica graduatoria regionale che è scissa in due parti soltanto. Quella per la pianura prevede 40 milioni, quella per la montagna 20: sappiamo che non sono cifre proporzionate, ma si tratta proprio di una scelta politica per rendere concreti i buoni propositi che abbiamo fatto».
Il successo commerciale. Fava non intende certo raccontare delle belle favole, infatti mette in chiaro subito dopo un discrimine: «Intendiamo finanziare chi alleva razze in via di estinzione (fino a 400 euro a capo), ma tutto ciò ha significato solo se il prodotto finale ha una valenza commerciale. Questi prodotti hanno un valore a monte, ma necessitano di una platea di soggetti disposti a comprarli. Ci ricolleghiamo qui al problema del commercio tutto interno al territorio in cui questi cibi prendono forma. Bisogna uscire da lì e far conoscere i prodotti anche a chi non è nato in queste terre».
Fava è convinto che senza promozione anche lo sviluppo sia limitato: ed è qui che si inserisce la funzione della Campionato di mungitura. Un modo semplice ed immediato per mostrare le pratiche antiche di montagna, con una eco molto vasta, dato che c'è molto interesse intorno all'evento. Conclude Fava: «Sostenere e acquistare i prodotti dell'agricoltura di montagna significa salvare un pezzo di territorio».
Al pascolo! Con Ferdy e Alfio! #brunaalpinaoriginale #capraorobica #agriturismoferdy
Posted by Agriturismo Ferdy on Mercoledì 12 agosto 2015
Ferdy e le prospettive per il futuro. Maroni prosegue raccontando le attività della sua associazione: tra le più degne di nota, la creazione del marchio Polenta Taragna Orobica, ma anche la nascita di associazioni per le due razze da proteggere: la Bruna alpina originale e la Capra orobica. La vacca bruna aveva subito un'alterazione della genetica a causa di un ceppo non autoctono, ma ora si sta reinserendo il ceppo originale.
Dell'associazione Capra orobica è invece presidente Ferdy. Le sue parole sono sintomatiche del modo serio e quasi austero con cui gli agricoltori di montagna si rapportano al lavoro e alla vita in generale. Riesce a spiegare con poche frasi significative i problemi della montagna: «Ci siamo un po' persi di vista, ognuno è andato per la sua strada e siamo giunti ad oggi solo in pochi, con solamente 150 Brune alpine complessive. È per questo che abbiamo deciso di ritrovarci e tentare di conservare la biodiversità. Abbiamo però bisogno anche dei giovani, che attraverso gli strumenti nuovi possono rilanciare i nostri prodotti». Aggiunge: «Potrei anche andare su a vivere in Valle d'Inferno da solo, mi divertirei, ma sarebbe una pratica senza futuro. Per dare un futuro e rilanciarsi bisogna sensibilizzare la gente, soprattutto in questo momento in cui c'è molta attenzione alla questione dei cibi autoctoni e non mancano le agevolazioni da parte delle istituzioni. Stando in alpeggio si perdono i treni che ci sono a valle...». Forse anche per questo è qui a parlarci. Termina con un tocco di realismo: «Vale la pena mungere a mano? Senza questa pratica gli alpeggi sarebbero del tutto abbandonati. Inoltre si tratta di un'arte antica, che ha fatto parlare il mondo. Certo, non si avranno mai grandi produzioni, ma non è nemmeno giusto perderla del tutto».
Anche il mais. Ha chiuso la conferenza stampa Paolo Valoti, responsabile dalla Banca della Biodiversità del mais di Bergamo. Anche in questo settore l'obbiettivo è quello di tutelare e rilanciare alcune varietà native del territorio, che infatti stanno vivendo una riscoperta. «Queste proprietà nutrizionali e organolettiche non vanno messe al museo, ma sono una risorsa da tenere presente e sfruttare, virtuosa sia per l'ambiente che per la nostra tavola. Quindi la tradizione si trasforma in innovazione per le proprietà salutistiche di questi prodotti: ad esempio il mais è un cereale senza glutine».
Chiude Maroni: «Sogniamo un territorio che si faccia forte delle proprie tipicità agricole, come le Langhe. Ne gioverebbe l'economia ma anche il paesaggio». Il Campionato di mungitura è un primo passo proprio per avvicinarsi a obiettivi come questo.