Dal 18 giugno al 3 luglio

Per conoscere meglio Christo L'artista della passerella sul Sebino

Per conoscere meglio Christo L'artista della passerella sul Sebino
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Il nome è impegnativo ed è ugualmente impegnativo l’obiettivo che si è dato: lui si chiama infatti Christo, e si è preso l’impegno di farci camminare niente meno che sulle acque. Il “miracolo” avverrà sul Lago d’Iseo, dal 18 giugno solo sino al 3 luglio: una passerella galleggiante, chiamata The Floating Piers, di oltre tre chilometri unirà la costa con Montisola e con il piccolo isolino di San Paolo. La passerella in realtà sarà un vero viale sull’acqua, senza ringhiere ai lati e anzi con le sponde che si abbassano a livello acqua; sarà coperta di uno sgargiante tessuto color del sole, che traccerà come un segno di fuoco in mezzo all’acqua. Insomma, siamo di fronte a una performance che attirerà decine di migliaia di visitatori e di cui sta già parlando la stampa di tutto il mondo. Ma chi è questo artista che si è imbarcato in un’impresa così folle?

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

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Photo: André Grossmann © 2014 Christo.

The Floating Piers - Christo, Lago d'Iseo
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Photo: Wolfgang Volz.

Il suo nome completo è Christo Vladimirov Javacheff. Oggi ha cittadinanza americana, ma è nato a Gabrovo in Bulgaria il 13 giugno 1935. Nel 1957 fuggì dall’est e arrivò a Vienna, dove potè iniziare a costruire la sua avventura artistica. Christo è in effetti un artista dal profilo strano. Non ha mai pensato che dipingere o scolpire fosse il suo destino. Perché la sua vocazione era quella di dipingere e scolpire direttamente la realtà, senza preoccuparsi troppo delle dimensioni che la realtà aveva. Insomma potremmo definirlo un “artista ambientale”, certamente con una grande vocazione spettacolare.

La data chiave della storia di Christo però è quella di un incontro molto personale: nel marzo 1958 infatti a Parigi conobbe Jeanne-Claude Denat de Guillebon, nata a Casablanca nel suo stesso giorno e nel suo stesso anno. Si sposarono immediatamente e sono stati “un corpo e un artista solo” sino alla morte di lei, avvenuta nel 2009. A Parigi Christo e Jeanne-Claude avevano frequentato gli ambienti del Nouveau Realisme, un gruppo di artisti concettuali che avevano provocatoriamente sconvolto il panorama dell’arte un po’ addormentato della vecchia Europa. Lì Christo aveva messo a punto la sua idea di impacchettare oggetti per farne delle forme artistiche.

Christo sul lago d'Iseo
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Photo: Wolfgang Volz.

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Photo: Wolfgang Volz.

Ma il vero salto la coppia lo fece nel 1969 quando agli oggetti iniziarono a sostituire pezzi di paesaggio: in quell’anno impacchettarono 93mila metri quadri di costa australiana con un tessuto bianco. Qualche anno dopo fu la volta di alcune isole disabitate al largo della Florida. In questo caso gli isolotti coperti di un tessuto rosa realizzarono l’effetto affascinante di gigantesche ninfee in mezzo al mare. Ma la performance che li consacrò a star mondiali fu l’impacchettamento del Reichstag, a Berlino, nel 1995. Fu un evento epico che attirò nella capitale tedesca centinaia di migliaia di persone: il parlamento tedesco fu coperto da 100mila metri quadri di tessuto di propilene argentato e legato con 15 chilometri di cavi. All’impresa lavorarono 70 climber specializzati ed oltre 120 operai. Ovviamente le imprese di Christo e signora sono imprese impegnative. E quindi diradate nel tempo: l’ultima è stata realizzata nel febbraio 2005 al Central Park di New York, dove vennero montate 7053 porte alte quasi 5 metri, contrassegnate da sipari arancioni. Ovviamente si trattò di un evento che calamitò centinaia di migliaia di curiosi e appassionati, tutti impegnati a seguire quel percorso armonico che la coppia aveva disegnato dentro l’immenso polmone verde della metropoli americana.

Costruzione e primi test
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Photo: Wolfgang Volz.

Costruzione e primi test
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Photo: Wolfgang Volz.

Costruzione e primi test
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Photo: Wolfgang Volz.

Costruzione e primi test
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Photo: Wolfgang Volz.

Da allora Christo era in attesa che alcune delle idee messe a punto con sua moglie Jeanne-Claude trovassero condizioni di fattibilità. Così è arrivato sul Lago di Iseo dove comuni e privati hanno trovato subito l’accordo per permettergli di realizzare questo progetto che non era riuscito a decollare né in Argentina e né in Giappone. C’è un aspetto del modello Christo che va sottolineato: per realizzare le sue imprese non chiede soldi a nessuno, neanche agli sponsor. Paga tutto lui mettendo poi sul mercato i disegni realizzati per il progetto. In questo caso il budget previsto è di 10 milioni di euro, ma Christo non ha battuto ciglio. A lui bastava avere libertà d’azione rispetto all’idea poetica che aveva in testa. «Ogni nostra opera - ha spiegato Christo (che parla sempre al “noi”, sempre in unità ideale con Jean-Claude) - è fatta per parlare di altre opere. Nel caso di The Floating Piers l’altra opera è il paesaggio che ci circonda. L’opera è l’acqua, la montagna, il cielo, il verde dei boschi. Noi abbiamo “disegnato” l’idea integrando questi elementi che vengono guardati e consumati ogni giorno e che non vengono percepiti e vissuti nella loro profonda bellezza».

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