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Una serata (ner)azzurra a Bergamo

Una serata (ner)azzurra a Bergamo
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Quando si aprono i cancelli dello stadio Comunale di Bergamo ma non scende in campo l’Atalanta, l’atmosfera è strana. Se tocca all’Albinoleffe l’ambiente è quasi deserto, ma per Italia-Danimarca, amichevole di lusso per i ragazzi dell’Under 21 allenati da Gigi Di Biagio, è successo qualcosa che in pochi si potevano aspettare: la serata, nonostante lo 0-0 finale, è stata una vera festa.

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Primo freddo e cuore caldo: la carica dei bambini. Lo stadio si è riempito a partire dalle 17.30 e nonostante l’orario scelto dalla Federazione per questa amichevole non fosse dei migliori (18.30), il ritorno degli azzurri a Bergamo 10 anni dopo l’ultima volta (si giocò Italia-Turchia dei grandi, 1-1) ha potuto godere di un ottimo colpo d’occhio. Sugli spalti sono arrivati circa 7mila spettatori, le due tribune (Centrale e Creberg) erano quasi piene, mentre in Curva Pisani (unico altro settore aperto) si sono assiepate non più di 150-200 persone. Il clima era quello dei giorni migliori (non parliamo della temperatura) anche senza i cori organizzati a trascinare tutti quanti. Nei momenti di silenzio, infatti, il vociare dei bambini rimbombava sotto le tribune e i decibel del sostegno si alzavano improvvisamente ad ogni azione gol mancata: nel primo tempo è toccato a Grassi (Atalanta), nella ripresa a Ricci (Sassuolo) e Ferrari (Bologna), ma oltre al risultato preme sottolineare la presenza di tanti vessilli tricolore sia sulle spalle dei tifosi che in Curva Morosini per spaccare quel cemento grigio che, vuoto, fa sempre un po’ tristezza.

 

 

Tanti vip in tribuna. Prima, durante e dopo la gara, gli appassionati che hanno acquistato un biglietto di Tribuna Centrale hanno potuto vedere da vicino parecchi pezzi grossi del calcio italiano e non solo. L’Atalanta era presente in forze: il presidente Percassi e il figlio Luca sono arrivati poco prima del fischio d’inizio insieme ai dirigenti Marino, Sartori, Spagnolo e Zamagna, mentre poco distante da loro c'era anche Gasperini. Tra i presenti, poi, si sono visti anche Foschi (Cesena), Carnevali (Sassuolo) e una sfilza di procuratori. La Federazione era rappresentata dal suo numero uno, il presidente Carlo Tavecchio, oltre che da molti altri dirigenti. Nella pancia del Comunale, tra il primo e il secondo tempo, è spuntato addirittura Marco Van Basten insieme a Pierluigi Collina e la spiegazione è semplice: martedì sera, a Milano, ci sarà Italia-Germania, quale occasione migliore per radunare i “pezzi grossi” della Fifa con un antipasto leggero a Bergamo guardando Italia-Danimarca? A fare gli onori di casa anche il sindaco della città, Giorgio Gori. Chissà se il primo cittadino e il presidente della Dea non abbiano anche parlato dello stadio...

 

 

La Curva Pisani, i ragazzi di Zingonia e l’inno. Partita a parte, piacevole nella ripresa ma decisamente soporifera e senza ritmo nella prima frazione, lo stadio ha vissuto momenti intensi sostanzialmente per tre motivi. Nonostante i larghi vuoti, lo striscione più significativo è stato esposto in Curva Pisani: “Figli di Zingonia, Splendida realtà: orgoglio di questa città”. Il drappo era dedicato ad Andrea Conti, Mattia Caldara, Alberto Grassi e Andrea Petagna, che sono scesi in campo assieme, da atalantini, nello stadio di casa. Roberto Gagliardini non c’era perché Ventura lo ha portato in Nazionale maggiore (allo stadio era presente il padre Alessandro) ma la festa è stata anche per lui. L’inno di Mameli, suonato prima del fischio d’inizio insieme a quello danese, ha coinvolto tutto lo stadio. Il colpo d’occhio e d’orecchio sono stati decisamente piacevoli e mentre in campo erano proprio alcuni dei figli di Zingonia a rendersi protagonisti, ci siamo chiesti: perché non giocare con la classica maglia azzurra nella serata del ritorno a Bergamo così tanto tempo dopo? È solo un dettaglio cromatico, nulla più. Ma sarebbe stata la ciliegina sulla torta, proprio nel giorno in cui la luna nel cielo era grande così. Pazienza, la felicità di Bergamo e della sua gente, a prescindere dal colore della maglia, questa volta è stata davvero grande.

 

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