Dal sito Visit Bergamo

Passeggiata sui colli di Bergamo Due percorsi tra verde e storia

Passeggiata sui colli di Bergamo Due percorsi tra verde e storia
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Siamo ormai a ridosso del weekend di Ferragosto, ci stiamo addentrando nel cuore pulsante dell’estate, quel momento che in un modo o nell’altro rimane impresso come uno dei punti chiave della bella stagione. Diciamocelo: un’estate senza un Ferragosto coi controfiocchi è un’estate smorzata, priva del suo picco massimo di intensità. La stragrande maggioranza di voi avrà già organizzato tutto: chi è in ferie in questi giorni probabilmente non varierà di molto il programma giornaliero, continuando con bagni rinfrescanti in mare oppure belle passeggiate in montagna. Tanti altri, che sono già stati in villeggiatura o aspettano ancora qualche giorno per partire, avranno già progettato una giornata campale a casa di qualche amico col giardino: le bottiglie di birra andranno a formare dei piccoli eserciti in miniatura a fine giornata, lo sappiamo. Emblema assoluto del Ferragosto è poi la grigliata; grigliare bene è un’arte e ci teniamo a ribadirvi i nostri consigli, qui.

Ma tutto questo è dato per assodato, non abbiamo davvero niente da spiegarvi o suggerirvi. Vogliamo invece rivolgerci a chi vuole passare questa giornata in un modo diverso, senza grigliate né spiagge. Lo sapete, abbiamo un feeling particolare con la natura che adorna il nostro territorio, le montagne e il verde, ma siamo anche persone di città. Perciò abbiamo in serbo per il vostro Ferragosto la proposta escursionistica ideale, che coniuga queste due dimensioni. Si tratta delle Vie del Verde, il terzo e ultimo itinerario cittadino proposto dal sito Visit Bergamo. Sono perfette perché non richiedono di muoversi troppo e al contempo non rinunciano al fascino di natura e cultura. Del resto, persino il grande Stendhal lasciò scritto, nei suoi diari: «I colli di Bergamo sono tra i luoghi più belli che io abbia mai visto».

 

Colli di Bergamo

 

Primo percorso
Da S. Vigilio alla casa di Donizetti

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Funicolare a San Vigilio.

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La vista da San Vigilio.

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La Salita dello Scorlazzone.

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La Salita dello Scorlazzone.

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L'ex monastero di Astino.

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L'ex monastero di Astino.

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Il Bosco dell'Allegrezza.

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Il Castello di San Vigilio.

Il nucleo tematico è sviluppato questa volta in due diversi percorsi. Sta a voi scegliere il preferito oppure farli entrambi. Ci muoviamo nel Parco dei Colli, che circonda la città e offre spazi verdi ma anche luoghi di interesse culturale. La prima gita parte dalla funicolare di S. Vigilio: oggi non ci fermiamo nella nostra cara Città Alta, saliamo al “terzo piano” di Bergamo. Arrivati in cima al colle, ci fermiamo un poco sul piazzale della chiesa, all’ombra del maestoso leccio, e osserviamo estasiati il panorama, che trasforma in questo caso la Città Alta in una città basa a noi sottostante. È una bella vertigine.

Questa zona un tempo era spoglia per la presenza del castello, ma tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento fu trasformata in un quartiere-giardino. Ad impegnarsi fu la famiglia Soregaroli, che insediò un ristorante e fece costruire la funicolare. La struttura fu poi venduta al Comune che nel 1962 rese il castello accessibile al pubblico.

Dopo aver assaporato l’antichità di questo angolo di città, imbocchiamo una via gradonata, la scaletta dello Scorlazzone, una delle più famose dei Colli di Bergamo. Attraversiamo quindi l’abitato di Sudorno e scendiamo verso l’ex monastero di Astino, nella conca omonima. La passeggiata non è troppo lunga e confortata dalla presenza boschiva. Chi lo desidera può approfittarne per visitare la mostra su Luigi Veronelli ad Astino. Possiamo poi imboccare via dell’Allegrezza fino al termine e inoltrarci nella Riserva Naturale del Bosco dell’Allegrezza: oltre al nome simpatico, vanta il fatto di essere una delle poche quercete ad alto fusto rimaste.

Raggiunto il fondovalle, il percorso risale verso Borgo Canale: è questo uno dei borghi più antichi della città e diede inoltre i natali al celeberrimo compositore Gaetano Donizetti. Perché allora non visitarne la casa natale, in via Borgo Canale? Essa è monumento nazionale, per regio decreto del 1926. Nel frattempo, senza troppa fatica siamo tornati al punto da cui eravamo partiti. Ben fatto, ci aspetta ora un pranzo luculliano!

 

Secondo percorso
Da Villa Rumi Viviani alla Polveriera veneziana

01_Villa Rumi Viviani
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Villa Rumi Viviani

02_Sentiero dei vasi
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Sentiero dei Vasi

03_Castagneta
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Castagneta

04_Vista da Tavernelle
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Punto panoramico

05_Monastero di Valmarina
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Monastero di Valmarina

06_Roccolo di Castagneta
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Roccolo di Castagneta

07_Porta del Soccorso
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Porta del Soccorso

08_Polveriera Veneziana
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Polveriera Veneziana

Altrettanto suggestivo è il secondo itinerario: si consiglia di indossare scarpe comode perché ci sono tratti in salita e scalette. Proseguiamo quindi il nostro tour sulle pendici del Colle di S. Vigilio: muovendoci in queste graziose vie della parte a nord di Città Alta possiamo ammirare edifici di pregio, che spaziano dalle ville liberty alle dimore cinquecentesche. In via Monte Bastia c’è ad esempio la Villa Rumi Viviani, edificata nel Sedicesimo secolo: tra le varie finezze, troviamo finestre contornate in pietra di Sarnico con cimasa sagomata.

Seguiamo ora le tracce dell’antico Acquedotto dei Vasi. Sia nelle zone di via Scalvini, via Ramera, Sentiero dei Vasi e via Castagneta: facciamo una pausa rigenerante nel Bosco Bacio. Ci muoviamo su viottoli e scalette; ci gustiamo il punto panoramico all’altezza di via Tavernelle, facciamo un salto al nucleo di Castagneta. Deviamo poi verso l’ex Monastero di Valmarina, attuale sede del Parco dei Colli.

Torniamo ora verso Città Alta seguendo un percorso pianeggiante: seguiamo le tracce dell’Acquedotto, poi ci imbattiamo nel roccolo di Castagneta, un particolare tipo di architettura verde pensata per catturare uccelli; questo è il più bello della città. A metà della via Sotto le Mura di S. Alessandro ci fermiamo per ammirare la porta del Soccorso: questa cancellata era l’estrema via di fuga nel sistema difensivo delle mura veneziane. All’incrocio tra via Roccolino e via Beltrami ci fermiamo estasiati di fronte a un vetusto esemplare di farnia, quercia regina della foresta qui presente prima della nascita dell’agglomerato urbano. Continuiamo su via Beltrami e giungiamo alla polveriera veneziana, insieme alle mura unico lascito intatto di quel periodo storico. Possiamo ora tornare a casa felici e soddisfatti.

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